
Tappa 1 Rosario - San Luis


Arrivo tappa e classifica generale
1 .. 3.. BARREDA BORT (ESP)... HONDA ... 02:25:31 - -
2.. 2.. COMA (ESP)... KTM ... 02:26:08... 00:00:37 -
3.. 1.. DESPRES (FRA)... YAMAHA... 02:27:11... 00:01:40 -
4.. 22.. DUCLOS (FRA)... SHERCO... 02:27:27... 00:01:56 -
5.. 10.. GONCALVES (PRT) ... HONDA... 02:27:56... 00:02:25 -
6.. 5.. LOPEZ CONTARDO (CHL)... KTM... 02:28:55... 00:03:24 -
7.. 22.. PEDRERO GARCIA (ESP)... SHERCO... 02:29:18... 00:03:47 -
8.. 17.. METGE (FRA) ... YAMAHA... 02:30:04... 00:04:33 -
9.. 18.. SUNDERLAND (GBR)... HONDA... 02:30:04... 00:04:33 -
10.. 21.. BOTTURI (ITA)... SPEEDBRAIN... 02:30:19... 00:04:48 -
31.. 31... CECI (ITA)... SPEEDBRAIN... 02:39:09... 00:13:38
58.. 138.. TOIA (ITA)... KTM ... 02:51:26... 00:25:55
67.. 163.. BRIOSCHI (ITA) ... KTM... 02:53:27... 00:27:56
76 .. 162.. BRIOSCHI (ITA)... KTM ... 02:56:43... 00:31:12
116 ..177.. CATANESE (ITA) ... YAMAHA... 03:11:31... 00:46:00
117.. 88.. DE FILIPPO (ITA)... TM ... 03:11:46... 00:46:15
136.. 94.. NAPOLI (ITA)... BETA ... 03:21:50... 00:56:19
150.. 142.. TALINI (ITA)... KTM... 03:34:11... 01:08:40
152 123.. SABBATUCCI (ITA) ... YAMAHA ... 03:38:34... 01:13:03
162.. 156.. SEMINARA (ITA) ... YAMAHA 03:56:29... 01:30:58
166.. 81.. BELTRAMI (ITA) ... HONDA ... 04:14:17... 01:48:46
170.. 178.. LIBRALESSO (ITA) ... YAMAHA ... 06:04:19... 03:38:48... 01:00:00
San Luis, 5 Gennaio - Sembra quasi incredibile, ci siamo! Siamo dentro la Dakar 2014. Finito lo stillicidio dei giorni d’attesa, interrotta l’ansia quasi astratta costellata di pensieri e illazioni, teorie e storie, adesso è adrenalina pura, fluire di emozioni che hanno riscontro solo nel reale, nella leggenda della corsa più dura del Mondo che vive di nuovo nella 34ma edizione finalmente nel pieno della sua storia.
I protagonisti dei primi 800 km
174 moto, 147 auto, 40 quad e 70 camion sono in pista, e affrontano la prima delle 14 tappe del programma dell’edizione 2014. Oltre ottocento chilometri per incominciare, 180 di questi sono cronometrati in Prova Speciale. Una lunga passerella iniziale per sgranchirsi finalmente le gambe ed entrare nel vivo di un’avventura che ha già succhiato ogni energia disponibile prima ancora del suo avvio effettivo. Prova abbastanza veloce, costantemente tra due ali di folla acclamante, entusiasmo alle stelle. Poca navigazione, qualche rischio, soprattutto legato alla concentrazione gioco forza limitata a causa dell’importanza del momento. L’imperativo è controllare le emozioni. Ma non è facile.
La giornata è lunghissima. Il primo Pilota ha lasciato Rosario alle 04:20, notte fonda, per lanciarsi nel trasferimento di 400 chilometri che porta alla partenza della prima Prova Speciale. Poi, finalmente, il via! E, per finire la lunga giornata inaugurale, altri 230 chilometri ancora in trasferimento, subito un record “minore” di questa Dakar.
Alla Honda di Barreda la prima tappa
Nessuno “scossone” turba la prima giornata di gara. Cyril Despres, partito per primo da Rosario, taglia il traguardo di San Luis in perfetta solitudine, e Marc Coma lo segue a qualche minuto di distanza. Il tempo reale non corrisponde esattamente al primo ordine di classifica ufficiale, è naturale, che vede emergere il Pilota forse maggiormente atteso all’appuntamento preliminare con l’exploit. Joan Barreda, non ostante un’innocua caduta, vince così con la nuova Honda il primo settore crono della Dakar 2014, davanti ai “mostri” imbattibili della storia recente (iniziata nel 2005) della Dakar. Emblematicamente è quello che i “filosofi” vedono come l’inevitabile avvicendamento generazionale al comando della maratona ex africana e dell’intera disciplina. Io starei più tranquillo, invece, perché “emblematicamente” è anche uno dei temi più quotati della stessa storia. Il gatto, tutti e due in questo caso, che lascia giocare il topo. Alle spalle di Barreda, dunque, Coma e Despres. Di seguito, appena a sorpresa, il franco Maliano Alain Duclos, con una Sherco ufficiale, e quindi il Campione del Mondo Paulo Gonçalves e Francisco Lopez, il “Chaleco” mito cileno e sudamericano. Quattro Marche nei primi quattro posti, eccellente prospettiva.
Alessandro Botturi , in sella alla SpeedBrain “Original”, ha corso esattamente come aveva previsto, in una gigantesca nuvola di polvere a causa del numero abbastanza alto di partenza. I venti concorrenti davanti a lui hanno creato la maggiore difficoltà della sua prima giornata, che ha avuto anche un momento di suspense a metà speciale, quando il Gigante di Lumezzane è scivolato. Avvertito il campanello d’allarme Botturi ha preferito abbassare ulteriormente il proprio ritmo ed ha concluso al decimo posto, con un ritardo di nessuna importanza vista la posta in gioco. Anzi, è quel tipo di ritardo, nel rapporto posizione/tempo, che si traduce nella migliore credenziale per la tappa successiva.
Quad e auto
Così è successo nella gara dei Quad, vinta dal cileno Ignacio Casale davanti alla star nazionale numero uno e vincitore delle edizioni 2010 e 2013, l’argentino Marcos Patronelli, e analogamente a quello che è successo nella gara delle moto e dei quad, l’ultima cosa che mi sarei aspettato è di vedere vincere Stephane Peterhansel. Così è stato, Monsieur Dakar ha staccato “solo” il sesto tempo (ma ancora il risultato non è definitivo), a un buon quattro minuti dal primo vincitore dell’edizione 2014, il portoghese Carlos Souza che porta ad un eclatante esordio la Haval H8, dall’argentino Orlando Terranova e dal compagno di Squadra dell’ultimo minuto Nasser Al-Attiyah, certamente più aggressivi, soprattutto nei “tagli” sulle curve, per il delirio degli spettatori a bordo pista. Joan “Nani”, lo spagnolo vincitore in moto nel 2004 e alla ricerca di un nuovo record nazionale, quello del primo iberico a vincere in due categorie, si deve accontentare di guardare il podio dal basso, pur essendo stato tra i più vivaci nella prima parte della Speciale. Buono anche il debutto di un altro monumento del motorismo spagnolo e mondiale, Carlos Sainz, alla guida del nuovo buggy SMG.
Per la natura del terreno e lo sviluppo chilometrico della PS non c’era da aspettarsi niente di clamoroso, che non fosse un colpo di scena oltremodo clamoroso e malaugurato trattandosi delle fasi iniziali della corsa. Ma succede sunito anche questo, e proprio a uno dei nostri. Francesco Beltrami, in corsa con una Honda, si deve fermare attorno al 40mo chilometro del trasferimento. La sua moto “rifiuta”. Poi, finalmente, Beltrami riprende, ma la sua corsa è già complicata. Analogamente, in un altro settore, Robby Gordon vede scorrere inesorabilmente il tempo nel tentativo di lanciare il suo “mostro” Gordini in Speciale, che riesce all’americano solo con quasi mezz’ora di penalità, e poi prosegue ad andatura ridotta per problemi di surriscaldamento.
In prova cade, invece, Olivier Pain, Yamaha, ma il francese maggior candidato al posto di “culero” di Despres, poi assegnato a Michael Metge, si rialza prontamente e riparte. E al traino inizia l’avventura dei fratelli Escalé, in gara solo grazie all’intervento della generosità personale di Nasser-Al Attiyah, Pilota ufficiale Mini, che ha “sovvenzionato” l’avventura dei gemelli spagnoli. All’inizio della PS Gilbert si è fermato con la moto in panne. Ha cercato di risolvere, ma invano, Oriol gli ha lanciato la “cima” e così i due hanno proseguito. Altra gara in salita, altro exploit “cinico” della Dakar.
180 chilometri di speciale, meno di due ore e mezza per vincerla, in auto di cinque minuti più rapidamente che in moto. Una media “umana”, circa 70 KM/h, a dimostrazione del fatto che le difficoltà erano ridotte al minimo e limitate alla pietre disseminate sul terreno e alla polvere. Segno, anche, che i migliori hanno badato più a collaudare il “sistema” che a fare la differenza.
Fonte Moto.it

Tappa 2 San Luis - San Rafael


Vincono Sunderland (Honda) e Peterhansel (Mini All4). Barreda e “Monsieur Dakar” i leader
Al britannico la vittoria della seconda tappa e a Barreda la leadership, perfetta giornata Honda. Botturi nei guai. Tra i Quad vittoria e leadership per Marcos Pattronelli. Sousa fermo, Peterhansel vince e passa al comando.
San Rafael, 6 Gennaio - Seconda tappa, altri ottocento chilometri, quasi “equamente” suddivisi tra i quasi 400 di trasferimento e gli oltre 400 di Prova Speciale (360 per i motociclisti, su un totale di poco più di 700). Una prima parte scorrevole, a tratti velocissima su lunghissimi rettilinei sterrati, a tratti più lenta e guidata su terreni non di rado accidentati e “inzuppati” dalle piogge dei giorni scorsi, e un finale sulle dune grigie dell’Arenal di Nihuil, primo “test” significativo di questa Dakar appena al secondo giorno. Le “Dune Grigie” non sono un’insidia inedita, ma non per questo si possono superare “a memoria”. Tutt’altro. È un avvertimento che soprattutto gli apripista, Joan Barreda con la nuova Honda ufficiale e Carlos Sousa con la curiosa, ma efficace Haval, cinese di “ispirazione” BMW, hanno trascritto con il pennarello rosso durante la preparazione del road book. E, ancora, la tappa è lunghissima.
La tappa diventa delicata
Barreda apre con autorità la speciale, con un ritmo elevato. Alle sue spalle le strategie sono diverse. Marc Coma e Francisco Lopez mantengono un’andatura sostenuta, Cyril Desres preferisce rimandare ogni tentativo di aggancio. Alain Duclos è ben presto riassorbito, ma si riprenderà nel finale, e rinvengono l’australiano Ben Grabham e il britannico Sam Sunderland. Alessandro Botturi mantiene la posizione. La tappa diventa delicata, come annunciato, sulle dune di Nihuil. Non “succedono cose che voi umani non potete neanche immaginare”, ma qualche colpo di scena contribuisce a riconfigurare queste primissime battute del Rally, e ad allargare la prospettiva. O a restringerla.
Botturi, tanta, troppa sfortuna! Forza campione!
Alessandro Botturi, partito più a Nord della pista giusta, si ferma con un problema meccanico, probabilmente frizione, riesce a ripartire ma poco più avanti il guasto al motore si fa più importante. È ancora in pista, sappiamo che il Gigante di Lumezzane cercherà con tutti i mezzi di ripartire, ma per ora è un altro sogno che scivola prematuramente via come i granelli di sabbia tra le dita. Marc Coma accusa il passaggio delle dune, non per la sabbia ma per una pietra che s’incastra tra la leva del cambio e il motore, e perde cinque minuti, Cyril Despres cade e batte la testa, forte, e decide di tenersi fuori dalla mischia e di farsi consigliare dal medico personale. Gli “anziani”, insomma, si chiamano per il momento fuori.
Barreda arriva solitario alla metà, anche oggi dopo un piccolo incidente, questa volta la rottura del comando del road book nello scontro con una… mucca, seguito nella polvere da Francisco Lopez, che quindi ottiene un tempo più basso. Ma a vincere la tappa è Sunderland, che offre all’Inghilterra un successo che mancava dal 1998 e che fu ottenuto dallo scomparso John Deacon. “Summersand” non è una sorpresa, basta ricordare che solo per una stupida infrazione, punita in modo intransigente e forse ingiusto, non ha vinto la prova di apertura del Mondiale 2013, disputata negli emirati, dove l’inglese ufficiale Honda risiede. È una giornata decisamente eccellente per la Squadra HRC. Sunderland vince la tappa e sale al terzo posto, Barreda mantiene, e consolida un poco, la leadership. È anche un frangente in cui due tra i grandi favoriti segnano il passo. Forse è un caso, ma Coma e Despres chiudono rispettivamente al nono e decimo posto. Domani si attacca la prima parte della prima tappa marathon, tra San Rafael e San Juan, che si concluderà a Chilecito, e la tappa di oggi dei “Senatori” potrebbe trasformarsi nel segnale di una strategia imminente. O forse, semplicemente, Barreda è diventato il più forte. Insomma, nel risultato di oggi c’è un po’ di tutto, dalla “birra” di Sunderland alla conferma del talento di Barreda, se ce n’era bisogno, da un nuovo modo di intendere la Dakar, di forza giorno per giorno, a quello antologico basato su tattiche a più lunga gittata. In ogni caso c’è una sola parola per definirla: avvincente.
Peterhansel è già all'attacco
Se parliamo di strategie, diametralmente all’opposto appare quella adottata da Stephane Peterhansel, che ha individuato già nella seconda tappa la circostanza adatta per sferrare l’attacco. Momentaneamente fuori gioco Carlos Sousa, il vincitore della prima tappa, e in ritardo Nasser Al-Attiyah, “piantati” in pista con un problemi di motore (turbo) al 33° chilometro, e di forature, molte e sui sassi della pista, il fuoriclasse francese sale in cattedra, vince la tappa e si installa al comando del Rally. Sulla pista non è riuscito a raggiungere Carlos Sainz, che partiva davanti a lui, e i due assi hanno tagliato il traguardo distanziati di meno di un minuto. Il confronto tra i due miti del motorismo, ancor più vicini in classifica generale, e tra la “vecchia”, veloce e affidabile Mini All4 Racing e il nuovo Buggy SMG, è apertissimo e potrebbe essere davvero appassionante.
Terzo posto per il sudafricano Giniel de Villiers, vincitore con la Volkswagen nel 2009 e ora alla guida di una Toyota, e quarto per Joan Roma, con un’altra delle tantissime Mini. Anche lo spagnolo ha rischiato a metà della tappa circa, per un piccolo problema di motore per fortuna poi sparito, ma con un ritardo più evidente. Nuovi problemi, invece, per Robby Gordon e la sua HST Gordini, che hanno perso dal primo giorno la possibilità di vincere la Dakar, ma l’americano non sembra comunque avere la “pazienza” necessaria per gestire due settimane con un obiettivo totale nel mirino. È un Pilota bravo, simpatico e irruente, ma forse un po’ troppo. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che ogni anno, al di là dell’”effetto” che ottiene, Gordon decida collaudare sospensioni e carcassa della sua vettura saltando sul podio di partenza della Dakar. In ogni caso la sua Dakar è diventata nuovamente una corsa alla giornata e da questo punto di vista, per gli appassionati, lo spettacolo è assicurato.
Classifica tappa
1... 18... SUNDERLAND (GBR)... HONDA ... 03:42:10 - -
2... 5... LOPEZ CONTARDO (CHL)... KTM... 03:42:49... 00:00:39 -
3... 3... BARREDA BORT (ESP) ... HONDA ... 03:44:10... 00:02:00 -
4... 8... FARIA (PRT) ... KTM ... 03:46:17... 00:04:07 -
5... 22... DUCLOS (FRA) ... SHERCO ... 03:48:01... 00:05:51 -
6... 32... GRABHAM (AUS) ... KTM ... 03:49:25... 00:07:15 -
7... 9... CASTEU (FRA) .... KTM ... 03:49:37... 00:07:27 -
8... 10... GONCALVES (PRT) ... HONDA ... 03:49:55... 00:07:45 -
9... 2... COMA (ESP) ... KTM ... 03:50:33... 00:08:23 -
10... 1... DESPRES (FRA) ... YAMAHA ... 03:50:53... 00:08:43
52... 31... CECI (ITA) ... SPEEDBRAIN ... 04:51:31... 01:09:21... 00:15:00
76... 162... BRIOSCHI (ITA) ... KTM ... 05:20:07... 01:37:57
80... 163... BRIOSCHI (ITA) ... KTM .... 05:22:35... 01:40:25
97... 177... CATANESE (ITA) ... YAMAHA... 05:58:34... 02:16:24
Classifica generale
1... 3... BARREDA BORT (ESP) ... HONDA ... 06:09:41 - -
2 ... 5 ... LOPEZ CONTARDO (CHL)... KTM ... 06:11:44... 00:02:03 -
3... 18... SUNDERLAND (GBR) ... HONDA ... 06:12:14 ...00:02:33 -
4 ... 22... DUCLOS (FRA) ... SHERCO ... 06:15:28... 00:05:47 -
5 ... 2... COMA (ESP) ... KTM ... 06:16:41... 00:07:00 -
6 ... 8... FARIA (PRT) ... KTM ... 06:16:59... 00:07:18 -
7 ... 10... GONCALVES (PRT) ... HONDA ... 06:17:51... 00:08:10 -
8 ... 1... DESPRES (FRA) ... YAMAHA ... 06:18:04... 00:08:23 -
9 ... 32... GRABHAM (AUS) ... KTM ... 06:19:46 ...00:10:05 -
10 ... 9... CASTEU (FRA) ... KTM ...06:20:40... 00:10:59
43... 31... CECI (ITA) ... SPEEDBRAIN ... 07:30:40... 01:20:59 00:15:00
72... 163... BRIOSCHI (ITA) ... KTM ... 08:16:02... 02:06:21
74... 162... BRIOSCHI (ITA) ... KTM ... 08:16:50... 02:07:09
96... 173... VIGLIO (ITA) ... BETA ... 09:00:45... 02:51:04
98... 177... CATANESE (ITA) ... YAMAHA ... 09:10:05... 03:00:24

Tappa 3 San Rafael - San Juan


Ancora Barreda (Honda), e vittoria di Roma (Mini All4). In ritardo i “senatori”.
L’Ufficiale Honda vince la seconda Speciale sulle tre disputate, e prende il volo nella generale. Giornata sfortunata per Peterhansel (forature, fuoripista), e leadership che passa a Roma, Incidenti a Faria e Verhoeven.
San Juan, 7 Gennaio. Al via la prima frazione della prima tappa Marathon della Dakar 2014. Per la prima volta, quest’anno, i Piloti raggiungono il bivacco e non vi troveranno ad aspettarli i rispettivi assistenti. Niente pezzi di ricambio, né meccanici. Dovranno fare tutto da soli, dandosi eventualmente una mano tra loro.
Un tuffo nel passato
È nella formula del Rally, ed è anche un riferimento alle origini, un’evocazione, oggi rigidamente regolamentata, di quello che accadeva quotidianamente, in corsa come al bivacco, nel rispetto di un codice non scritto che ha reso leggendaria la solidarietà alla Dakar. Oggi che ogni fase dell’avventura è “tirata” nei tempi e nelle tolleranze, è anche una difficoltà in più, una circostanza delicata nella quale possono accadere fatti importanti che si ripercuotono nello sviluppo della corsa.
E oggi piove sul bagnato, poiché la corsa, già manifestatasi nella sua forma più cruda con le due difficili tappe inaugurali, incontra il suo primo imprevisto meteo. La fatica si fa sentire, e la navigazione compare a selezionare i meno attenti. La terza Speciale viene accorciata, per evitare la prima parte disastrata dalle piogge torrenziali dei giorni in cui a Rosario si svolgevano anche le ultime fasi preliminari della 34ma edizione. I motociclisti partono al KM130 del percorso originale, con orari di tabella di marcia di conseguenza modificati, mentre le auto e i camion, che inizialmente avrebbero dovuto rinunciare agli ultimi 25 chilometri, coprono invece l’intero percorso originale. Tutti, auto e moto, all’attacco delle Ande, con un passaggio a quota 4.300m s.l.m., e sul traguardo senza grandi intervalli tra le categorie, come in una diretta globale.
Protagonisti e colpi di scena
Così, Joan Barreda ottiene il secondo successo personale su tre tappe, e un quarto d’ora più tardi Joan “Nani” Roma vince la Speciale delle auto. Il successo spagnolo è tra i più completi, non fosse che tra gli sconfitti ci sono alcuni tra i loro connazionali più in vista. Lo spettacolo, per la folla di spettatori che si concentrano quotidianamente sull’Evento sudamericano del momento, è di altissimo livello. Ma è ancor di più avvincente è seguire la sequenza rocambolesca di piccoli, ma importanti colpi di scena, che hanno stravolto, limitatamente a questa fase iniziale, più di una classifica.
La gara delle moto è senza dubbio quella che segue un filo più logico, ed è anche la più entusiasmante. Barreda sembra aver rotto definitivamente gli indugi e, assecondato dalla straordinaria efficienza della nuova moto che Honda ha sviluppato senza badare a spese, si dice infatti che il progetto HRC Dakar abbia un budget stellare, sta scavando tra sé e gli avversari un solco che diventa più profondo ogni giorno che passa.
Tutti contro la Honda
Oggi Barreda ha senza dubbio tratto il massimo profitto dalla velocità iniziale del compagno di Squadra Sinderland, che avendo vinto la tappa precedente era il primo a partire. Ma quando “Sundersam” ha iniziato a pagare il prezzo della scarsa esperienza di navigazione, lasciando sulla pista i semi del ritardo globale che avrebbe accumulato all’arrivo, il nuovo fuoriclasse spagnolo, “coltivato” da Wolfgang Fischer, ha davvero dato il meglio di sé.
Ha preso in mano la situazione e, senza sbagliare una nota, ha imposto un ritmo elevatissimo, fatale per gli avversari. Niente da dire di più: Joan Barreda e la sua Honda volano! Il valore della giornata di Barreda è evidente nell’ironia della classifica di giornata, che vede Marc Coma e Cyril Despres ordinatamente alle sue spalle, ma con un ritardo che solo oggi ammonta a cinque e sei minuti, secondo più, secondo meno, e ancor di più nella generale provvisoria, che porta il disavanzo non lontano dal quarto d’ora. Vent’anni fa quindici minuti o un’ora erano nulla, ma oggi non è così. Tuttavia, questo è il tipo di dimostrazione che, la Dakar come nessun’altra gara lo insegna, si deve offrire solo di tanto in tanto, senza esagerare. Adesso è ora che Barreda, se vuole capitalizzare il talento e il fieno messo in cascina nelle prime tre tappe di questa edizione turbolenta della Dakar, decida di darsi una regolata. È l’ora, diremmo, della saggezza.
Un terreno difficile
Giornata caratterizzata dalla durezza del terreno, dagli errori di navigazione, insolitamente numerosi, dalle forature e, malauguratamente, anche dalle cadute. Sorpresa nella gara dei Quad, con la probabile uscita di scena di Marcos Patronelli, Campione in carica e vincitore anche dell’edizione 2010. L’argentino è caduto con il suo pesante veicolo lungo una scarpata, favorendo la vittoria del polacco Rafal Sonik, che passa in testa. Tra gli incidenti, la maggior parte senza conseguenze, due importanti. Quelli di Frans Verhoeven e Ruben Faria, che sono costretti al ritiro. L’olandese per la frattura di un braccio, mentre il portoghese, secondo al termine dell’edizione 2013 alle spalle di Despres, è stato trasferito all’ospedale di San Juan per accertare l’entità delle forti contusioni alla testa e alla colonna vertebrale.
Colpo di scena nelle auto
Completamente, e clamorosamente, stravolta la classifica delle auto. La terza tappa è stata emblematicamente fatale per più di un Asso della Dakar. Anzi, è il caso di dire che, anche in questo caso, la San Rafael-San Juan è “moderatamente” storica. Ancora una volta, ma questa volta al contrario, Stephane Peterhansel è stato protagonista. Con ben sei forature e con una piccola digressione dalla rotta del road book abbastanza insolita per il fuoriclasse francese.
È stata, infatti, l’eccitazione del duello a distanza ravvicinata tra “Peter” e Carlos Sainz a portare entrambi gli esperti conduttori a commettere degli errori, relegandoli ad una parte da comprimari nella tappa vinta da Joan “Nani” Roma, la prima per lo spagnolo nell’edizione di quest’anno. Anche Roma, del resto, è in pieno duello con il connazionale Sainz, poiché sentendosi “maturo” anche per una vittoria in auto, dopo quella ottenuta in moto nel 2004, è chiaro che l’obiettivo di “Nani” deve incrociare quello del “Matador” ex Campione del Mondo Rally WRC.
Intanto il “giovane” ha la meglio, vince la tappa davanti al polacco Holowczyc, stessa macchina, e al sudafricano Poulter, Toyota, e si porta in testa alla Dakar, seguito dal sorprendente argentino Orly Terranova, anch’esso con una Mini, e da Nasser Al-Attiyah che, in ritardo con il Buggy SMG nella prima parte della Speciale, si è “salvato” chiudendo al settimo posto, giusto alle spalle di Robby Gordon che ha avuto finalmente una giornata soddisfacente e priva di contrattempi. Stephane Peterhansel è adesso quinto, con l'anomalo ritardo di oltre venti minuti dalla testa della corsa.
E ora fuori i ferri. Il tagliando lo fanno i Piloti.
Classifica tappa
1... 3... BARREDA BORT (ESP)... HONDA ... 03:47:03 - -
2 ... 1... DESPRES (FRA) ... YAMAHA ... 03:51:44 ...00:04:41 -
3 ... 2... COMA (ESP) ... KTM ... 03:53:59... 00:06:56 -
4 ... 22... DUCLOS (FRA) ... SHERCO ... 03:57:54... 00:10:51 -
5... 9... CASTEU (FRA) ... KTM ... 03:58:20 ...00:11:17 -
6... 5... LOPEZ CONTARDO (CHL) ... KTM ... 04:03:39 ...00:16:36 -
7... 24... FARRES GUELL (ESP) ... GAS - GAS ... 04:03:53... 00:16:50 -
8 ... 19... SVITKO (SVK) ... KTM ... 04:06:09 ...00:19:06 -
9 ... 15... PRZYGONSKI (POL) ... KTM ... 04:07:15 ...00:20:12 -
10... 6... PAIN (FRA) ... YAMAHA ... 04:07:37 ...00:20:34
42 ... 31... CECI (ITA) ... SPEEDBRAIN ... 05:22:06 ...01:35:03
85... 177... CATANESE (ITA) ... YAMAHA ... 06:54:02... 03:06:59
116... 173... VIGLIO (ITA) ... BETA ... 11:31:20 ...07:44:17... 01:00:00
Classifica generale
1... 3... BARREDA BORT (ESP)... HONDA ... 09:56:44 - -
2 ... 1... DESPRES (FRA) ... YAMAHA ... 10:09:48... 00:13:04 -
3 ... 2... COMA (ESP) ... KTM ... 10:10:40... 00:13:56 -
4 ... 22 ... DUCLOS (FRA) ... SHERCO ... 10:13:22... 00:16:38 -
5 ... 5... LOPEZ CONTARDO (CHL) ... KTM ... 10:15:23... 00:18:39 -
6 ... 9... CASTEU (FRA) ... KTM ... 10:19:00 ...00:22:16 -
7 ... 4... VILADOMS (ESP) ... KTM ... 10:31:17 ...00:34:33 -
8 ... 6 ...PAIN (FRA) ... YAMAHA ... 10:33:17... 00:36:33 -
9 ... 15... PRZYGONSKI (POL) ... KTM ... 10:34:38 ...00:37:54 -
10 ... 19 ... SVITKO (SVK) ... KTM ... 10:36:53... 00:40:09
41 ... 31 ... CECI (ITA) ... SPEEDBRAIN ... 12:52:46 ...02:56:02... 00:15:00
83 ...177 ... CATANESE (ITA) ... YAMAHA ... 16:04:07... 06:07:23
111... 173... VIGLIO (ITA) ... BETA ... 20:32:05 ...10:35:21... 01:00:00

Tappa 4 San Juan - Chilecito


Successo di Pedrero (Sherco) e Sainz (SMG). Trema la leadership di Barreda
Pedrero vince davanti a Lopez e Coma, che giungono nell’ordine e avvicinano Barreda nella generale. Despres fermo per oltre 40 minuti. Joan Roma consegna, ma solo nel finale, tappa e leadership a Carlos Sainz.
Chilecito, 8 Gennaio. Frazione conclusiva della prima tappa Marathon della Dakar 2014. Da San Juan a Chilecito, su tracciati diversi per auto e moto. Le auto affrontano una Speciale molto lunga, 650 ma con un tratto di 111 chilometri neutralizzati. Per i motociclisti sono 350 chilometri, con una prima parte molto “navigata”, di nuovo punte di altitudine notevoli e… le gomme usurate dalla semi-marathon del giorno precedente.
Moto: colpi di scena fino alla fine
È bello essere ufficiali, anche per questo. Basta imporre ai “culeri”, ai portatori d’acqua, di procedere più lentamente e con la massima cautela, e fare lo “switch” degli pneumatici al bivacco. Così fanno Despres e Coma, per esempio, e questo spiega anche la non brillanrissima prestazione dei rispettivi “mochileri”, 16° Michael Metge e 11° Jordi Viladoms, al termine della frazione conclusa a San Juan. Per Barreda, invece, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Gonçalves e Sunderland, persi sulle Ande il giorno precedente, non hanno più alcuna velleità di classifica, e sono a disposizione del leader, però hanno fatto molta strada in più e le loro gomme non sono propriamente immacolate. Tutto da solo fa, invece, Francisco “Chaleco”Lopez, l’asso cileno che, si direbbe, ha amministrato la terza tappa per risparmiare al massimo pneumatici e meccanica, così da poter lanciare un attacco entusiasmante in condizioni ottimali nella quarta.
Durante la terza tappa una rocambolesca serie d’imprevisti ha stravolto la gara delle auto, e nella quarta è la gara delle moto che cambia volto a causa dei colpi di scena, costantemente dietro l’angolo. Si inizia con un tratto di navigazione difficile, ed è Barreda il predestinato a soffrirne. Il giovane spagnolo si fa ben presto raggiungere dall’”anziano”, Marc Coma, che si incarica di aprire la pista per tutta per Speciale trascinando Francisco Lopez e Cyril Despres che lo seguono a distanza ravvicinata. Dalle retrovie, invece, con un ordine di partenza molto favorevole, Joan Pedrero macina tempi stratosferici a ogni riferimento cronometrato. Sinora abbiamo mantenuto le dita incrociate scaramanticamente, seguendo con una certa apprensione la gara delle Sherco ufficiali. Succede così ogni volta che una Marca si affaccia sulla ribalta della Dakar. Finalmente è “inevitabile” parlarne. Dall’inizio della gara Alain Duclos è tra i più forti e determinati, e risolve ogni Speciale con una prestazione di rilievo.
Sherco sale in cattedra. Difficolta per Barreda e Despres
E oggi, con l’arrivo fulminante di Joan Pedrero, l’ultimo acquisto della Casa franco-spagnola, Sherco sale in cattedra, mandando il Pilota spagnolo a vincere la quarta tappa, davanti a Lopez e Coma. La giornata di Barreda, fino a ieri leader con un buon margine di vantaggio, è particolarmente difficile. I suoi compagni di squadra si vanno disperdendo lungo la difficile strada della Dakar. L’argentino Javier Pizzolito non è mai stato veramente della partita, il portoghese Paulo Gonçalves, Campione del Mondo, si è perso nel Canyon cruciale della terza tappa, sparendo dalla generale che conta e passando al mesto ruolo di assistenza veloce, ma non troppo, ed Helder Rodrigues, un problema alla moto durante la terza tappa e perso oggi, è l’ombra del Campione Mondiale 2011.
Ma è Sam Sunderland che ha avuto la peggio, e la stella dell’inglese, primo nella seconda tappa da San Luis a San Rafael, è definitivamente tramontata poco prima della partenza della quarta Speciale, per la rottura del motore dell’Honda ufficiale. Barreda dunque è solo, si fa prima assorbire dal gruppo dei fuggitivi, e quindi resta impantanato a tre quarti della speciale accumulando un ritardo che sale fino a oltre 17 minuti dal leader della frazione. Un finale rabbioso gli consente di limitare i danni. Lontano dal vincitore all’arrivo di Chilecito, Barreda mantiene la leadership, ma la corsa è nuovamente, completamente aperta. Coma è secondo con un ritardo di appena 3 minuti, e Lopez incalza avvicinandosi a cinque minuti. Per completare il quadro, se a Barreda non è andata benissimo, Cyril Despres è la vittima illustre del colpo di scena finale. Visivamente a contatto con i primi, il fuoriclasse francese cinque volte vincitore e Campione in carica della Dakar vede svanire il sogno di eguagliare il record di Peterhansel a un soffio dalla fine della Speciale, quando si ferma per un problema verosimilmente di natura elettrica. Può finalmente ripartire, ma all’arrivo il suo ritardo supera i quaranta minuti.
Auto: la gara del giorno è del vecchio Leone Sainz
Sembrava perfetta, invece, la gara di Joan Roma tra le auto. Partito per primo, “Nani” aveva trovato il suo ritmo e, soprattutto, un buon equilibrio tra velocità e sicurezza. Non ostante avesse l’ingrato compito di aprire la pista, lo spagnolo non ha mai sbagliato e stava amministrando nel migliore dei modi la leadership conquistata ieri.
Ma alle sue spalle la gara del giorno l’ha fatta un vecchio Leone. Carlos Sainz, che ha saputo sfruttare le doti velocistiche del Buggy SMG come solo un Campione del Mondo può fare, è riuscito a superare Roma proprio nel tratto finale, e ha vinto la Speciale davanti a Peterhansel, che pure ha dovuto fermarsi in pista per quasi cinque minuti, e al Principe del Qatar Nasser Al-Attiyah, entrambi al volante della Mini All4 Racing. Ma il colpo del giorno di Sainz è il sorpasso ai danni del più giovane collega spagnolo, Roma, con il quale aveva avuto un’accesa discussione, proprio in tema di sorpassi, nei primi giorni del Rally. Seppure di un piccolo paio di minuti, Sainz passa al comando della generale. Il “Matador”, Roma e Al-Attiyah sono racchiusi nel breve spazio di meno di sette minuti, Peterhansel è più staccato, a diciotto. La gara ovviamente resta aperta, e la maggiore “delicatezza” dimostrata dalle vetture rende ancora più interessante questa fase della corsa.
Classifica tappa
1... 23 ... PEDRERO GARCIA (ESP) ... SHERCO ... 05:29:13 - -
2 ... 5... LOPEZ CONTARDO (CHL)... KTM ... 05:29:42... 00:00:29 -
3 ... 2 ... COMA (ESP) ... KTM ... 05:32:23 ... 00:03:10 -
4 ... 38... ISRAEL ESQUERRE (CHL)... SPEEDBRAIN ... 05:35:43... 00:06:30 -
5 ... 6 ...PAIN (FRA) ... YAMAHA ... 05:36:14 ... 00:07:01 -
6 ... 3 ... BARREDA BORT (ESP) ... HONDA ... 05:43:09... 00:13:56 -
7... 10... GONCALVES (PRT) ... HONDA ... 05:47:51 ... 00:18:38 -
8 ... 16 ... JAKES (SVK) ... KTM ... 05:48:43 ... 00:19:30 -
9... 22 ... DUCLOS (FRA) ... SHERCO ... 05:52:26... 00:23:13 -
10... 26... GOUET (CHL) ... HONDA ... 05:53:51 ... 00:24:38 -
32 ... 31 ... CECI (ITA) ... SPEEDBRAIN ... 07:00:38... 01:31:25
86... 173 ...VIGLIO (ITA) ... BETA ... 10:49:30... 05:20:17... 02:00:00
111 ..177... CATANESE (ITA) ... YAMAHA ... 11:43:19... 06:14:06 ...02:00:00
Classifica generale
1... 3... BARREDA BORT (ESP) ... HONDA ... 15:39:53 - -
2... 2... COMA (ESP) ... KTM ... 15:43:03... 00:03:10 -
3 ... 5... LOPEZ CONTARDO (CHL) ... KTM ... 15:45:05... 00:05:12 -
4 ... 22... DUCLOS (FRA) ... SHERCO ... 16:05:48... 00:25:55 -
5 ... 6... PAIN (FRA) ... YAMAHA ... 16:09:31... 00:29:38 -
6 ... 1... DESPRES (FRA) ... YAMAHA ... 16:21:10 ...00:41:17 -
7 ... 9... CASTEU (FRA) ... KTM ... 16:22:10 ...00:42:17 -
8 ... 38... ISRAEL ESQUERRE (CHL) ... SPEEDBRAIN... 16:26:26... 00:46:33 -
9 ... 4... VILADOMS (ESP) ... KTM ... 16:29:07 ...00:49:14 -
10 ... 15... PRZYGONSKI (POL) ... KTM ... 16:34:45 ...00:54:52 -
31 ... 31... CECI (ITA) ... SPEEDBRAIN ... 19:53:24 ...04:13:31... 00:15:00
86 ... 177 ... CATANESE (ITA) ... BETA ... 31:21:35... 15:41:42... 03:00:00
