Ragazzi, ho un peso terribile da ieri sera e se non ne parlo con qualcuno penso che mi partirà un embolo. Uso il forum per liberarmi, abbiate pazienza se vi uso come spalla... ma ieri un motociclista mi è morto tra le mani e ancora una volta per colpa di un automobilista incosciente.
Ieri era il mio ultimo giorno di ferie e ho pensato di fare un giro pomeridiano in moto nell'alto varesotto / Svizzera con la mia SMR. Sulla via del ritorno, sulla strada provinciale che porta da Brinzio a Varese, un'Alfa mi si è immessa da un parcheggio sterrato di una pizzeria alzando una nuvola di polvere. Dentro di me penso "guarda che coglione". Proseguiamo entrambi nella stessa direzione, io viaggio sui 70/80 kmh e la macchina mi distanzia tagliando netta tutte le curve come se fosse in pista. Dentro di me penso di nuovo "guarda che coglione".
Dopo due chilometri la macchina è ormai davanti a me di un 200/300 metri e in corrispondenza di una curva vedo dei pezzi che rotolano per strada, dietro alla curva una nuvola di polvere illuminata dalla luce della sera. In un secondo durato un eternità penso che la macchina sia andata a sbattere sul lato sinistro della strada perdendo dei pezzi. Mi immagino di vedere la macchina ribaltata dietro la curva, ma subito dopo mi accorgo che i pezzi sono in realtà un bauletto, c'è un uomo sdraiato per terra, la macchina è disintegrata, il motore sfondato, tetto piegato... mi batte il cuore all'impazzata. Una BMW GS1200 è 20 metri più indietro, scagliata là dalla violenza dell'impatto.
Scendo dalla moto, corro dal motociclista e mi sembra subito senza speranza. Spero nel miracolo, dell'intervento dal cielo (o l'angelo dei motociclisti o un elicottero) di qualcuno che gli attacchi una macchinetta magica e che lo faccia vivere. Corro alla automobile dove alla guida trovo una donna rantolante con la faccia tumefatta e piena di sangue. La porta non si apre. Ho paura che la macchina possa prendere fuoco e voglio essere pronto in caso di urgenza a tirarla fuori sapendo che quella deve essere solo l'azione estrema. C'è fumo e odore di liquidi vari, ma non c'è odore di benzina. Mi tranquillizzo. Però devo scegliere comunque cosa fare, lei mi sembra meno grave, la lascio lì. Urlo a chi è sopraggiunto di telefonare al 118 e di prestare aiuto alla donna al volante. La mia mente è veloce e netta nei ragionamenti. Il tempo è dilatato e i secondi durano minuti. Grido a chi è al telefono col 118 di spiegare che ci vuole una rianimazione urgente. Cerco di prestare soccorso al motociclista, cerco di ricordare quello che ho sentito al corso di primo soccorso, cerco di liberare le vie respiratorie, slaccio il casco senza toglierlo, gli apro la camicia, sento il polso che non c'è, cerco di fare qualcosa... mi maledico per non sapere fare nulla di rilevante, mi sento impotente. Finalmente una donna esce da una casa, è un medico. Cerchiamo di fargli un massaggio cardiaco. Nessuno ha una cannula per fare la respirazione.
Decido di tenergli la mano e di urlare di tenere duro. Lui mi guarda fisso, forse già senza vita.
A questo punto la concitazione si è trasformata in silenzio, siamo diventati molti e siamo tutti in attesa dei soccorsi che arrivano in pochi minuti. Nel frattempo arriva un padre con due figli di circa 10 anni, sono agghiacciato da questo stronzo che gira curioso di vedere il dolore altrui coi propri figli, come se fossero in gita allo zoo. La cosa mi disgusta al punto che non ci voglio fare neppure attenzione. Nel frattempo i soccorsi ci provano col defibrillatore, lo portano sull'ambulanza. Stanno fermi dentro il mezzo per tanto tempo, troppo tempo penso io...
Cammino sul luogo dell'incidente, ho uno strano desiderio di insultare l'automobilista, solo le condizioni in cui versa mi fanno tenere la bocca chiusa. Allo stesso tempo mi vergogno perchè, quando ho dovuto scegliere chi soccorrere per primo, ho pensato che la donna oltre ad essere meno grave, essendo colpevole del disastro meritava cure solo dopo aver pensato al motociclista... questo ho pensato e non so se è giusto.
Oggi ho contattato i familiari per offrire la mia testimonianza ed essere sicuro che venga riportato il fatto che l'automobilista guidava in maniera molto azzardata. La mia segnalazione alla Polizia Locale infatti non è stata annotata. Mi hanno solo preso il numero di cellulare dopo che io glielo ho offerto nel caso avessero bisogno. Una vita si è spezzata ed una famiglia non avrà più un uomo in casa, un amico con cui parlare, un fratello sul quale fare affidamento. Dei sensi di colpa dell'automobilista francamente non ho voglia di pensare, avrà modo di conviverci spero per molto molto tempo prima di andare a pagare il conto all'inferno.
Perdonatemi lo sfogo, ma sono molto arrabbiato, svuotato, pensieroso, segnato da questo fatto.