Le “strade che non perdonano”: la denuncia dell’AMI
Pubblicato da Massimo Soldini il 28 luglio 2010
Il titolo, lo so, è violento.
Duro come un pugno nello stomaco, come l’impatto che ha, su ognuno di noi, la notizia amarissima di un incidente.
Il titolo è come la verità, come la realtà delle strade italiane perse nel dissesto, nella subcultura dell’ipocrisia o, peggio ancora, della fatalità, dell’accusa indefessa alla velocità come causa unica di lesione e non di incidente, della corruzione, dell’ignoranza od imperizia di progettisti e manutentori.
Il quadro, seppure dipinto di fretta è di quelli che lasciano attoniti, il quadro è un labirinto di strade, quelle che ognuno di noi percorre ogni giorno, vive, anima in moto, in auto, a piedi oppure in bici. Il quadro è un groviglio di sensazioni, emozioni, un groviglio arruffato di desideri spinosi: la moto.
Finalmente qualcuno si muove o meglio, finalmente qualcuno si accorge di chi, da tempo ormai, si muove. In altre occasioni, sulle pagine di SicurMOTO.it avete potuto leggere di sicurezza stradale e, più specificatamente, delle iniziative di AMI, Associazione Motociclisti Incolumi, con cui noi stessi abbiamo collaborato a più riprese.
Ultimo evento: il viaggio che, qualche giorno fa, ha visto il sottoscritto protagonista di una settimana in moto con Marco Guidarini, presidente AMI. Una settimana a spasso per il centro Italia, spesa a suon di spunti di riflessione, paesaggi, gente, storie di cui avremo ancora modo di parlare: Marche, Abruzzo, Lazio, Toscana, Umbria; 7 giorni, migliaia di chilometri per capire, vedere, toccare, imparare.
Al centro di tutto la moto, le persone, la sicurezza: ognuno di noi.
L’occasione ha permesso di approfondire in dettaglio molte delle iniziative ami, per chiarire futuri intenti, per imparare concetti utili quotidianamente e fin troppo trascurati da chi invece dovrebbe farne tesoro, il tutto condito con saporite sessioni di curve e tornanti, paesaggi da voltare lo stomaco (arredi urbani che non potreggono, offendono) e meraviglie distillate: i paesaggi naturali della nostra penisola.
Beppe Grillo (che più volte aveva contattato lo staff di AMI) pubblica finalmente sul suo blog, dando il risalto che meritano certe iniziative, una intervista a Marco Guidarini rilasciata nella sua terra, la Toscana.
L’eco mediatico che lo staff del comico (???) assicura potrebbe essere un ottimo trampolino di lancio per AMI e la base per argomentazioni che Grillo stesso ha scoperto facendo la conoscenza di Guidarini e che ha mostrato di voler ampliare, dibattere.
Un grazie va, finalmente, a chi avendo spazio, popolarità e la giusta l’intelligenza di capire si è reso disponibile. Grillo ha capito e si è fatto latore del concetto che Guidarini porta avanti da tempo: la salute è un diritto comune e davvero c’è modo per fare e per risolvere senza trincerasi dietro al disfattismo.
Un grazie va a voi che vedrete quel video, un grazie va a Guidarini, ai suoi insegnamenti, a voi che ci leggete, alla voglia di scoprire, condividere, di ricercare notizie, fatti, persone di cui si spera vorrete continuare a leggere su queste pagine.
Buona visione!
Massimo Soldini
Nota del direttore Claudio Cangialosi.
Nel video che segue, l’amico Marco Guidarini è come sempre diretto e giustamente critico. Da lui ho imparato davvero tanto sulla (in)sicurezza delle infrastrutture:
Terrei però a precisare alcuni particolari, riguardo al video. Per prima cosa, due parole sul genere di motociclisti che si rendono protagonisti di manovre pericolose: li vorrei distinguere dalla massa degli utenti delle due ruote, che è invece incolpevole vittima delle infrastrutture e dei comportamenti altrui.
Inoltre l’amico Marco nel video, non mette in risalto un aspetto molto importante, quando parla dell’incrocio pericoloso. Uno degli “errori di valutazione” che si possono commettere, è quello di trascurare il fatto che il Codice della Strada vieta di effettuare un sorpasso in prossimità di qualsiasi incrocio e/o immissione, peggio ancora se esiste (come nel video) la linea continua. Questa pericolosissima condizione, che esula dalla progettazione della strada, metterebbe a rischio gli utenti, anche se ci fosse la corsia di accelerazione (che comunque dovrebbe esserci sempre). Marco fa bene a battersi per la sicurezza delle infrastrutture poichè oggi, come ho personalmente denunciato più volte qui nella mia zona, guidiamo su strade in uno stato davvero pietoso.
Spero proprio che con questa nuova opportunità di comunicazione, attraverso il Blog di Grillo, l’ AMI riesca ad accrescere ulteriormente la sua forza. E’ soprattutto a loro che si deve la VERA battaglia per i guard-rail/ghigliottina in Italia!
fonte: sicurmoto.it