da gixxxer » 8 giu 2024, 7:38
@kinobi: mi sembra una affermazione decisamente tranchant ma, soprattutto, priva di qualsiasi significato tecnico. Se anche noi, tutti gli utenti del forum, avessimo messo le mani non dico su un motore ma almeno una testa completa LC8c non potremmo esprimere un parere perchè non siamo ingegneri meccanici con specializzazione in motoristica. E, pur essendolo, forse avremmo bisogno di tanti altri parametri per poter definire se il dimensionamento è corretto o meno, oppure se l’impianto di lubrificazione ha delle mancanze.
Detto questo, a me pare di ricordare che ktm è passata dai bicchierini ai bilancieri a dito già nell’LC8 1190. È una tecnologia “vecchia”, esiste da tempo, collaudata e non problematica col vantaggio di minori masse in movimento. Qualcuno ha mai sentito parlare di problemi di alberi a camme sulla serie 1xx0? No, quindi non è quel tipo di tecnologia il problema.
Tanto meno trovo comprensibile perchè dover aumentare la lubrificazione in caso di albero a camme con indurimento corretto. Dov’è la logica dell’affermazione?
Visto che siamo nel 2024, che i motori non si disegnano al tecnigrafo ma sono progettati e testati virtualmente prima ancora di essere sbozzati in fusione per il primo assemblaggio, e che i sistemi di calcolo ovviamente dimensionano anche la lubrificazione, a mio avviso l’unico problema realistico può essere il trattamento di indurimento delle camme. Anzi, a dirla tutta non è nemmeno quello il problema, ma l’atteggiamento di KTM che non interviene e che rischia, per una cosa non dico banale per chi la moto la possiede, ma come problema in se, di sputtanarsi un sacco di clienti. Se al tagliando o al verificarsi del problema ktm sostituisse in garanzia gli alberi a camme accollandosi i costi, nessuno sarebbe preoccupato. Ed è ovvio che sono preoccupato anche io, per quanto il problema sembri colpire molto di rado la Norden.
Purtroppo non è solo Ktm a comportarsi in maniera scorretta nei confronti dei suoi clienti di fronti a problemi hardware: BMW ha avuto il problema delle teste forcella tranciate di netto, e ci sono voluti diversi incidenti piuttosto gravi per costringerla a correre ai ripari. Anche il suo albero di trasmissione del cardano mi sembra sia stato oggetto di alcune problematiche non sempre risolte in garanzia. Aprilia ha avuto un grosso problema con la prima serie del moore 45.2 che avrebbe poi equipaggiato alcuni modelli cross/motard, se non ricordo male all’albero motore o ai relativi cuscinetti.
A me personalmente, giusto per parlare delle infallibili giapponesi, Xj600 S Diversion nuova nel lontano 1995, dopo 800 km sento la moto sedersi sul posteriore. In concessionaria il giorno dopo per il tagliando dei mille, tutto a posto. Da quel momento in avanti, fin quando tre anni dopo c’è stato finalmente il richiamo ufficiale, ho guidato con l’ammortizzatore scoppiato, nonostante i tagliandi ogni 6000 km sempre in officina autorizzata ed ogni volta stessa risposta più o meno celata: non sei capace a guidare. Nel frattempo ogni due per tre in terra ci finivo io, grazie anche alle Yokohama di merda che aveva su di primo equipaggiamento.
VFR750F del 1992, all’epoca il top di Honda, quindi il top dell’universo. Peccato che in maniera più meno randomica il regolatore di tensione, privo di qualsiasi alettatura di dissipazione e posizionato coperto dalla fiancatina posteriore destra, sopra lo scarico, iniziasse a bruciare batterie prima di di sciogliersi letteralmente colando sul forcellone. Soluzione: trovare un meccanico volenteroso che rimediasse un regolatore Africa Twin da adattare al VFR.
Per dire: non è KTM in se che non è capace di lavorare, gli errori di progettazione/costruzione capitano a tutti e, spesso, sono di un fornitore piuttosto che del produttore vero e proprio. Quello che non va bene è la totale assenza della casa su un problema simile. Ma piano a dire che quel motore è sbagliato, visto che non abbiamo le competenze per poterlo affermare.