da Misterkap » 24 nov 2023, 11:11
Sono stato forse tranchant nei confronti di Bimota, ma non certo per un astio personale. Sono sicuro di non averne visto su strada mai un esemplare in tanti e più anni. Ricordo benissimo invece di aver visto almeno venti anni fa un esemplare di Bugatti eb 110 , precisamente sulla Via dei Laghi nei pressi di Castel Gandolfo (Roma).
A parte questo aneddoto sull'avvistamento di prodotti rari e costosi e dal presupposto che sono sempre stato orgoglioso dei prodotti italici di qualità o di nicchia coraggiosa, per me nella mia mente e nel mio cuore nulla potrà mai essere paragonato alle soluzioni davvero geniali, avveniristiche, tremendamente efficaci e vittoriose di quel fantastico visionario che fu John Britten con la sua creatura che costruì da zero nel suo capannone in Nuova Zelanda.
Le soluzioni uniche ed innovative di quella moto fanno apparire tutte le altre come aria fritta o fumo agli occhi.
Erano gli anni 90 ed io mi ero comprato una Moto Guzzi le mans 3 usata che ai miei occhi era una gran ferro ( seppur al tempo sbeffeggiata da tutti) e cominciai ad appassionarmi delle competizioni in cui le V7 ampiamente elaborate si davano da fare nelle famose Battle of Twins in Europa ed in America.
Ero diventato un fan entusiasta della mia moto guzzi e compravo tutte le riviste tecniche che approfondivano l'argomento. In una di queste , Moto Tecnica o super moto tecnica c'era una rassegna fotografica dettagliata di tutte le bicilindriche che se le davano di santa ragione nei vari campionati in tutto il mondo . In questa rassegna tra le altre, oltre la mitica Moto Guzzi del dr John , c'era questo strano mezzo che proveniva dalla Nuova Zelanda, progettato ed assemblato personalmente fino all'ultima vite dal suo visionario ideatore John Britten .
Consiglio a tutti di documentarsi sulla sua storia e di vedere i filmati in cui si vede come egli si costruiva a casa i pezzi della moto e quelli delle gare ove la sua moto bastonava a mani basse i mostri dell'epoca, Ducati compresa. Lui definiva la sua creatura come un missile posato sulla lama di un coltello.
La sua era una moto senza telaio.
La sua morte precoce interruppe quel progetto che rimase unico nella storia del motociclismo moderno.
Ogni tanto rivedo quei filmati e mi commuovo . Quando vedo la sagoma del suo motore V twin 60° ( di sua originale progettazione ) ,penso che un bicilindrico non potrà mai essere che un V longitudinale. Sarò forse irrimediabilmente romantico o rimbambito. Od entrambe le cose.
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