Dopo circa 45 anni che vado sulle due ruote, in merito ad intorpidimenti/insensibilità di determinate appendici fisiche ...pur NON essendo angiologo/ortopedico et similia, mi sono fatto una mia idea
partendo dal presupposto che:
- la posizione (classica) che s'assume alla guida d'una moto a manubrio è obbligata e fissa;
- i piccoli (a volte micrometrici) spostamenti operarabili sulla seduta, sulle lunghe percorrenze non hanno grande influenza;
- tutto il peso di tronco/parte delle braccia/testa lo si scarica su una zona più o meno ristretta del fondoschiena
è inevitabile si possano aver fenomeni d'indolenzimento/addormentamento/insensibilità, legati sia alla protratta compressione della zona che alla circolazione sanguigna della stessa; tale disagio/sofferenza varia ovviamente da persona a persona aumentando con il passar degli anni (un 20/trentenne difficilmente si lamenterà di ciò
).
Mentre per le mani (c'è un altro 3D aperto), anzi direi più per le dita ...la manopola del gas fa storia a se stante, dato che sono due parti cilindriche che scorrono l'una sopra l'altra con più o meno gioco; trattandosi poi di una porzione terminale (del manubrio), vi si scarica buona parte delle vibrazioni ...a loro volta amplificate, specie sul gas, dalle tolleranze tra i due cilindri sovrapposti.
L'intorpidimento delle dita aumenta poi in inverno, causa il freddo al quale sono sottoposte, ma anche qui ...a mio avviso v'è sempre una problematica di circolazione del sangue/tensione (per la tenuta)/posizione (sempre uguale e protratta).
Personalmente m'è capitato d'aver intorpidimenti anche e soprattutto alla coscia dx (la gamba che si usa meno), dopo aver raggiunto una pressochè totale insensibilità ai glutei ...mi fermo > scendo dalla moto > sfrego i pantaloni/natiche fintanto che recupero
un minimo di sensibilità > risalgo in moto e gas sino alla prossima sosta.
Dubito vi sia molto altro da fare, fatto salvo non siano presenti (già) altre problematiche, tipo il tunnel carpale per le mani o un'insufficienza venosa cronica.