Il giro d'Italia che quest' anno celebra il proprio centenario,a prima vista appare ancor piu' duro e difficile degli anni scorsi. Di certo e' indecifrabile ,se non altro perche' propone un tracciato che si snoda al contrario:non da sud a nord,come avveniva negli altri anni,ma alla rovescia.
Partenza da Venezia domani e arrivo a Roma domenica 31 maggio.
L'altra novita' e' rappresentata dalla presenza per la prima volta di Lance Armstrong,re del Tour fino al 2005,che quasi un anno fa ha deciso di rimettersi in discussione,rispolverando la sua bici. Sicuramente a livello mediatico lui sara' l'attrazione.
La sua squadra l'Astana e' in gravi difficolta' finanziarie,tanto che l'unione ciclistica internazionale potrebbe revocare la licenza alla societa' sportiva qualora non onorasse i suoi impegni finanziari.
Lance Armstrong,sorridente non si e' detto preoccupato anzi,potrebbe lui stesso rilevare il team con l'aiuto di alcuni suoi sponsor americani.
I pronostici danno favoriti Basso carico della vittoria al giro del Trentino e Cunego.
Sara' il primo giro senza Paolo Bettini e l' U.C.I. Ribadisce che i controlli antidopping ci saranno anche quest'anno per rispetto al pubblico e per tutelare i corridori stessi.
Domenica 10 il giro passa per Trieste. Pettacchi il favorito per la tappa.
La tappa di domenica sara' una delle poche tappe dedicate ai velocisti. Praticamente tutta lineare con poche curve secche dove si e' obbligati a frenare.
Partenza da Jesolo alle 13:35 e arrivo a Trieste intorno alle 16:15 dove la gara si concluderà' un ora piu' tardi dopo aver percorso per tre volte un anello cittadino.
L'avvicinamento a Trieste sara' tranquillo,non manchera' qualche tentativo di fuga ma le squadre dei velocisti dovranno lavorare per ricucire eventuali strappi in prossimita di Trieste.
(foto col cellulare....scusate )
Dalla piazza della Liberta' in Trieste la carovana entrera' nel cisquito cittadino lungo 11 Km e da qui iniziera' lo spettacolo. Nella salita verso Montebello con una galleria di 700 metri qualcuno provera' sicuramente ad attaccare ma i distacchi saranno contenuti in non piu' di 100 metri. Da Montebello a Piazza della Liberta' invece e' tutto un lungo rettilineo dove le squadre dei velocisti lavoreranno per recuperare e preparare l'ultimo giro dove dall'ultima curva che porta da Piazza della Liberta' davanti alla stazione dei treni verso l'arrivo in Piazza dell'Unita' d'Italia sara' decisivo lo scatto dei velocisti e in poche centinaia di metri regaleranno al pubblico presente una scarica di adrenalina notevole.
Tutti gli alberghi sono pieni , i negozi e ristoranti rimarranno aperti.
Trieste ricorda anche Giordano Cottur ,classe 1914,tre volte terzo al Giro negli anni di Coppi e Bartali.
In un intervista aveva detto:” Ero il primo dei normali,ma quei due pellegrini la',erano imprendibili”.
Il suo motto era : “ Mai darsi per vinti”.
E quei due pellegrini sicuramente gli avevano impedito di diventare una stella luminosa,dividendosi le vittorie piu' importanti. Nel 1948 fini' terzo,Cottur al Giro.Dovette inchinarsi a Fiorenzo Magni,il leone delle fiandre e a Ezio Cecchi detto lo scopino di Monsummano.Terzo come gia' si era classificato nel 1940,dietro a Fausto Coppi e a Enrico Mollo,lo scalatore di Moncalieri.E come si sarebbe piazzato anche nal 1949,l'anno della sua ultima partecipazione alla corsa rosa,questa volta preceduto proprio dai due pellegrini Coppi e Bartali. Quell'anno intruppato nella carovana del giro c'era uno degli scrittori piu' isolati e bravi della narrativa italiana:Dino Buzzati. L'autore de :”deserto dei Tartari”,era stato spedito dal dirrettore del “Corriere della Sera” per regalare ai propri lettori una collezione di storie attinte alla fonte dei corridori e dei luoghi del giro.
E scrive un aneddotto citato da Cottur che spiega come si vivevano certi tempi andati.
La tappa del 1946 Rovigo – Trieste del 30 giugno.Alle porte di Pieris (GO),la carovana rosa venne accolta da una fitta sassaiola. Chi sperava che Trieste non ritornasse all'Italia provo' a fermare i corridori del giro. Fischiarono pure delle pallottole,molti campioni presi dal panico si dileguarono in fretta verso gli alberghi. La tappa in pratica,venne anullata. Ma con che cuore si poteva deludere la folla di triestini che,lungo le strade della citta' stava aspettando il serpentone dei corridori? Si decise allora di far proseguire solo un gruppetto di rappresentanti di tutte le squadre. Il primo a entrare nell'ippodromo di Montebello e a tagliare il traguardo fu Giordano Cottur. Salutato da un coro infinito di voci e da una selva di bandiere tricolori.
Quella vittoria non gli e' stata mai riconosciuta ufficialmente. Ma ogni volta che ricordava l'arrivo a Trieste,il sorriso contagioso di Cottur si velava di emozione. Campioni di altri tempi....quando ai rifornimenti al posto dei beveroni chimici c'erano i panini al prosciutto o burro e marmellata o petti di pollo arrosti,portati nella maglia direttamente da casa,perché' in quegli anni di soldi non ne giravano poi tanti. A scuola da ragazzino aveva provato a giocare a pallone,era in squadra con un certo Nereo Rocco,ma la bici e' stato subito il suo sport preferito. Fece bei piazzamenti come nel 1937 dove ai mondiali dei dilettanti arrivo' settimo,e si guadagno' il cartellino di professionista. Come a molti corridori la guerra gli rubo' molti anni importanti per la sua carriera.
Quando ritorno' a gareggiare si prese ancora delle soddisfazioni tanto da essere ricordato come uno dei piu' forti scalatori (grimpeur) della nostra epoca. Cottur ha corso fino al 1950 poi ritornato a Trieste ha aperto un negozio di biciclette che da cinquant'anni e' sempre un punto di riferimento per gli appassionati della bici,oggi gestito dal figlio che possiede una squadra corse semiprofessionista con oltre 50 campioncini in erba. Giordano si e' spento tre anni fa ma a Trieste non si può' parlare di Giro senza ricordare la sua figura,un mancato campione che ha vissuto nei tempi dei grandi campioni del ciclismo.