Un personaggio che vale la pena ricordare....
Carlo Talamo amava le moto e amava le sfide difficili. Gia' importatore del marchio Bentley,ha preso l’Harley
per mano quando il marchio era poco più che al collasso e l’ha trasformato in un fenomeno commerciale,
ha praticamente creato la moda delle custom in Italia, poi ha dedicato le sue attenzioni alla Triumph "inventando" moto
speciali che il successo ha trasformato in moto di serie.
Divenuto popolare lui stesso per le sue pubblicita' e le sue poesie dedicate alla moto.
Nel mondo delle due ruote,in Italia e' stato sicuramente una delle menti piu' geniali degli ultimi anni.
Si dice che dopo Harley e Triumph volesse rilanciare anche la Guzzi ma Il 29 ottobre 2002 è morto in seguito ad un brutto
incidente mentre percorreva in moto l'autostrada A12 Livorno-Genova nei pressi di Viareggio. Era in sella alla RS arancio,
la moto nr. 100.000 prodotta da Tiriumph che gli era stata regalata dalla casa madre.
Personaggi un po' stravaganti ma imprenditori con la passione vera per la moto,ecco di queste persone abbiamo bisogno per
rilanciare i nostri marchi in difficolta' come Morini,MV,Cagiva e Guzzi...
ecco alcuni suoi scritti sulla moto:
Molto spazio.
Molto freddo.
Molto bello.
Forse perchè è inverno.
perchè in giro c'è nessuno.
perchè la luna non è mai stata così chiara.
E il freddo così pulito.
La strada che scavalca le montagne specchia in modo innaturale
il bianco della neve che mi tiene compagnia.
Vado.
Vado in giro di notte.
Scappo da una città che fa troppo rumore.
Posti affollati dove mi sento straniero.
Scappo solo.
Assieme agli scoppi del motore.
Che stanotte paiono più nitidi.
Ancora più dolci.
Nel ghiaccio di solitudine che circonda la valle stò al caldo.
E sereno.
Finalmente.
Le mani perdute nel profondo dei buffi coprimani pelosi.
La pancia coperta da cento chili di lana.
Penso che mi piace tanto.
Penso che vorrei avere più tempo.
E meno gente che spinge e grida.
La faccia brucia e gli occhi si difendono con qualche lacrima chiara.
che va a perdersi chissadove.
I tornanti della strada hanno il fondo di lucide pietre scivolose.
Lontano,lucine che brillano, indicano un posto piccolino
dove la gente stà dormendo.
Sogno che tutta l'aria del mondo sia così brillante.
Sogno che persone limpide e forti tornino a vivere
nella citta dalla quale sempre più spesso vado via.
Sogno di incontrare occhi scuri e amici.
Sogno di vivere un tempo tranquillo.
E il suono di questo vecchio motore.
Sogno una notte come stanotte.
C'e una linea precisa.
Cosi' netta.
Che divide la citta' dal Mondo.
Questa linea non ha un nome.
Nessuno l'ha disegnata mai.
Nessuno puo' vederla.
Chi sta dentro un'automobile non puo' conoscerla.
E io pero' la conosco bene.
E la riconosco.
Tutte le volte che vado piu' in la'.
Quando,con la moto,lascio la citta' di notte per andare a vedere cosa c'e' oltre.
E l'aria si fa piu' fredda.
Umida.
E appaiono i profumi.
Profumi che non so dire,che attraversano l'universo davanti al mio naso.
E mi avvolgono in un mondo piu' tranquillo.
Nel quale entro sereno,guidato dalla luce innocente del mio piccolo faro.
La linea adesso e' lontana.
I chilometri si arrotolano pigramente nell'orologione illuminato appena.
La lancetta si muove,oscilla ed indica una velocita' come indecisa.
Ma fuori dalla linea la velocita' non conta piu'.
Nessuno ha fretta.
Nessuno aspetta.
Con gli occhi,distrattamente,seguo un pensiero.
Ciao Carlo....