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La Dakar 2012

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Re: La Dakar 2012

Messaggioda Tomac » 15 gen 2012, 8:13

Giolli Joker ha scritto:Io non ho capito il senso delle sanzioni per il cambio motore... i piloti di punti per aver cambiato propulsore si sono presi 15' di penalizzazione...
L'ASO decide che la gara dev'essere fatta con un solo motore per mettere tutti nelle medesime condizioni e poi dà solo 15' di penalizzazione a chi lo cambia?
Se uno spacca il motore durante una speciale perde solo 15'???
Bah...


Giolli, non c'è nessuna "punizione", semplicemente è il regolamento dove vengono stabiliti anche i minuti di penalità in caso di cambio del propulsore ...se non erro 15' al primo motore, 30' al secondo e 45' al terzo....
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Re: La Dakar 2012

Messaggioda Tomac » 15 gen 2012, 8:22

Bellissima gara,avvincente e ricca di colpi di scena e i due davanti sono stati ancora immensi, anzi lo sono stati tutti i piloti, questa gara consegna dei piloti veramente completi... bravissimi ad affrontare qualsiasi tipo di terreno, dalla neve al fango....dalla sabbia a fesh-fesh più terribile..... dalle pietraie ai guadi più infami.
Personalmente la location mi piace moltissimo e spero vivamente si continui a correre in questi meravigliosi posti, ora aspetto solo l'arrivo di altre case ufficiali (il prossimo anno forse tornerà Citroen fra le auto).... magari le giapponesi (Honda in primis...) :up:
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Re: La Dakar 2012

Messaggioda evektor » 15 gen 2012, 11:59

Tomac ha scritto:Bellissima gara,avvincente e ricca di colpi di scena e i due davanti sono stati ancora immensi, anzi lo sono stati tutti i piloti, questa gara consegna dei piloti veramente completi... bravissimi ad affrontare qualsiasi tipo di terreno, dalla neve al fango....dalla sabbia a fesh-fesh più terribile..... dalle pietraie ai guadi più infami.
Personalmente la location mi piace moltissimo e spero vivamente si continui a correre in questi meravigliosi posti, ora aspetto solo l'arrivo di altre case ufficiali (il prossimo anno forse tornerà Citroen fra le auto).... magari le giapponesi (Honda in primis...) :up:


tomac perchè non partecipi?

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Re: La Dakar 2012

Messaggioda jenk » 15 gen 2012, 12:32

Dakar 2012, 13a Tappa: Verso la fine
Gli ultimi 29 chilometri separano i cento concorrenti in moto dal poter accarezzare il sogno di concludere la Dakar


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Pisco, 14 gennaio 2012

Dita incrociate

Pensare che gli ultimi 29 chilometri (tanti ne restano di settore selettivo nell'ultima tappa della Dakar 2012, dopo oltre 4.000 chilometri di prove speciali, ed il doppio in totale) possano essere fatali anche ad uno solo dei cento concorrenti in moto che stanno per accarezzare il sogno di concludere la Dakar, è un abbrutimento, e pertanto non bisogna neanche parlarne. Lasciamo che sia un colpo di scena malefico ad intervenire, eventualmente, come è successo lo scorso anno a Francisco Lopez (ne abbiamo già parlato, quindi resta quello il riferimento dell'incertezza per definizione che caratterizza la regina delle maratone), ma speriamo che non succeda ed incrociamo le dita, un po' come fanno tutti da ieri sera al bivacco di Pisco. No, non succederà niente di anomalo, e per questo, poiché abbiamo le dita incrociate anche noi, viene ben poco da scrivere. Un bilancio sarebbe prematuro, come uscire dal cinema prima della parola "fine", e non c'è niente da ipotizzare su una tappa così corta. No, non resta che aspettare, un po' a malincuore, l'epilogo festoso e un po' triste, sì perchè alla Dakar ci si sta attaccati quasi giorno e notte, e di chiudere a Plaza de Armas, centro storico di Lima, dove è tutto pronto.

La chiave della 13ma
Torniamo sull'utima Tappa, la sconvolgente penultima tra Nazca e Pisco, solo per un attimo, per chiarire meglio la dinamica, abbastanza stridente, che ha frenato Marc Coma nella sua disperata rincorsa alla testa della corsa. Lo spagnolo non aveva niente da perdere, e tutto da guadagnare, e quindi non aveva scelta: attaccare, dal primo all'ultimo dei 275 chilometri della Speciale. Non sarebbe stato comunque facile, anzi, ma se la ciambella fosse riuscita con il buco la Dakar sarebbe stata incredibilmente avvincente anche oggi, con la passerella finale trasformata in una manche di motocross. Marc è partito non troppo convinto di riuscire nell'impresa, ma non di meno ha messo in campo tutte le risorse che aveva a disposizione. All'inizio ha avuto un problema al cambio, che gli ha impedito di inserire la seconda e la terza marcia, ed il fatto che sia riuscito, nella parte centrale della tappa, a mantenere il contatto, dimostra che non si è mai dato per vinto. Poi è uscito dalla pista principale, quella corretta, perchè aveva paura di non riuscire a superare una duna, che richiedeva un rapporto inferiore e probabilmente uno di quelli di cui non poteva disporre. Invece di rischiare ha preferito deviare per contornare la duna malefica, ma così facendo si è infilato in una lunga, troppo lunga digressione, ed ha lasciato lì le ultime speranze di risolvere a suo favore la questione.
Coma ha dichiarato che sono cose che possono succedere quando si stressa la meccanica oltre il limite, che sono cose della corsa, che la Dakar è anche questa. Sempre estremamente gentile con tutti, anche quando ha il magone, lo spagnolo!

Tutta Francia
Due francesi stanno per vincere la Dakar. Cyril Despres e Stephane Peterhansel. Due francesi, il Rally che è francese. Non, non sto per fare polemica. Niente fanghi, piloti che si perdono, assistenze selvagge. Troppo tardi o inutile o, peggio, irrispettoso dopo 8.000 chilometri e tredici giorni per quei cento che stanno per farcela. Volevo dire della Francia, dove è nata la specialità e dove l'interesse travolgente che ha animato quel popolo è scemato scendendo fino a livelli disarmanti. Ero in Francia nei giorni immediatamente precedenti la partenza, come altre volte, e come le altre volte sono andato a cercare notizie, giornali, riviste, libri, speciali. Niente. Una pagina scarsa con una foto gigantesca e dieci righe, sull'Equipe, la "Gazzetta" di là dalle Alpi, di proprietà di ASO. Una volta, anche quando la Dakar non partiva già più da Parigi, la Francia intera si risvegliava e si preparava per seguire il "loro" Rally. Le strade erano tappezzate di cartelloni pubblicitari. Francesi, anche sconosciuti, erano testomonial di benzine, supermercati, pneumatici. Scendevi nella metropolitana e ci trovavi Despres grande come un treno associato ad una carta di credito. Ogni concessionario di moto tirava fuori i cimeli delle edizioni precedenti ed allestiva la propria mostra-storia sui marciapiedi davanti alla vetrina. Oggi non è più così: della Dakar, in Francia, quasi ci si vergogna. Eccessivo, lo so, ma è propio questa la sensazione che si ricava. Basta domandare, ed i più fanno finta di non ricordare, o alla fine ti dicono che è una cosa passata, c'era una volta. Della Dakar parla la "media borghesia culturale", per citare questa o quella disgrazia, per fare dell'ironia o per ricordare la vittoria ambientalista e l'ambiance intellettuale che ha avuto ragione di quella cosa. Forse la duplice vittoria francese farà bene alla Francia degli appassionati, e riporterà un po' di popolarità alla corsa a casa sua. O forse farà bene per portare un maggior numero di francesi a correre, così come fecero bene gli anni d'oro italiani o i più recenti anni d'oro spagnoli. Far bene all'Europa fa bene ad una corsa che rischia, ogni anno di più, di diventare un fenomeno prettamente sudamericano. Che poi non ci sarebbe niente di male. In Sud America sta saltando fuori qualche archeologo indignato, qualche ambientalista come sempre contrario, ma l'entusiasmo per la Dakar, laggiù, è inimmaginabile. Pura passione popolare, cosa d'altri, ma altri davvero, tempi.

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Re: La Dakar 2012

Messaggioda jenk » 15 gen 2012, 12:34

Leggete sopra .... cosa è successo VERAMENTE e "etichettato" come errore al km 207 a Marc.
Le valutazioni cambiano parecchio, anche la mia che davo per volontario il taglio per vedere se lo seguivano.
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Re: La Dakar 2012

Messaggioda jenk » 15 gen 2012, 17:10

Cyril Despres vince la sua 4a Dakar
A Lima, dopo 14 giorni di gara, il francese batte Marc Coma e Helder Rodrigues. Alessandro Botturi, ottavo, il migliore dei Piloti italiani. KTM imbattibile dal 2001


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Lima, 15 gennaio 2012.
E finalmente è Lima, ultima tappa della Dakar, edizione 2012. L'atmosfera è quella della grande festa, ed anche la cortissima Prova Speciale è ormai, finalmente, soltanto una formalità prima dell'apoteosi sul Podio della Plaza de Armas, nel centro storico di Lima. 8.000 chilonetri in totale, e di questi oltre 4.000 di prove Speciali. 14 tappe, una giornata di riposo a Copiapo, una tappa annullata all'ingresso della corsa in Cile, tre grandi Paesi attraversati, oltre al Cile l'Argentina, che ha ospitato la partenza del Rally da Mar del Plata e, per la prima volta, il Perù con quattro tappe inedite e sontuose e l'arrivo della corsa nella sua Capitale. Questa è la Dakar 2012 nella sua sintesi geografica. La corsa, la maratona per definizione, l'evento motoristico e sportivo più duro del Mondo è stato, invece, una montagna di emozioni. Come sempre, più di altre volte.

Gli ultimi 29 chilometri dell'ultima Prova Speciale non cambiano la fisionomia agonistica della corsa, ed è arrivato il momento di tirare un profondo sospiro di sollievo e di incominciare a crederci, per i cento Piloti "sopravissuti" alla durezza della corsa, di essere consapevoli di essere riusciti nell'impresa. Una di quelle che segnano la carriera sportiva di un atleta, non solo perchè è un paragrafo importante del suo curriuculum agonistico. Disputare, e finire una Dakar è un'esperienza di vita.

L'ultimo "strappo" cronometrato non dice nulla di nuovo, è una liberazione. E nonostante esista una tradizione di paura scaramantica nei confronti dell'ultima Prova, i Piloti non si risparmiano, scaricando l'adrenalina residua sulla pista dell'epilogo. Il migior tempo lo "stacca" Pal Anders Ullevalseter (la prima Speciale, in Argentina, due settimane fa, la vinse, passato remoto, Francisco Lopez), Marc Coma è immediatamente alle spalle del norvegese, e terzo è il sorprendente slovacco Stefan Svirko. Cyril Despres se l'è presa un po' più comoda, solo il decimo tempo finale, distratto dall'evento che va pian piano mettendosi a fuoco, e di cui è egli stesso il protagonista.

Dopo i successi del 2005, del 2007 e del 2010, Despres si aggiudica anche la trentatreesima edizione della Dakar. Cyril ha vinto tre tappe, è andato i testa alla corsa al temine della terza e ha ceduto la leadership in due sole occasioni, nella ottava e nella 12ma, riprendendo il comando delle operazioni immediatamente, il giorno successivo. Despres ha firmato una superlativa 13a tappa, ed ha congelato il risultato nella penultima giornata di gara, quando il suo vantaggio sull'avversario "storico" è salito a oltre undici minuti. Insieme a Despres ha vinto anche KTM. La Marca austriaca si è aggiudicata tutte le edizioni della Dakar a partire dal 2001, anno del primo successo di Fabrizio Meoni.

Il secondo posto va a Marc Coma, co-protagonista eccezionale di un'avventura agonistica impareggiabile, ed il terzo, così come era stato lo scorso anno, va al Campione del Mondo 2011 Cross Country Rally, il portoghese Helder Rodrigues. Alessandro Botturi, 5° all'ultimo traguardo e debuttante in questa edizione, è il migliore degli italiani. Ottavo assoluto, il bresciano "strappato" all'Enduro, è ormai una autentica promessa, ed il primo italiano a tornare nella top ten "dai tempi" di Giovanni Sala. Oltre il traguardo finale anche Paolo Ceci, Franco Picco, Filippo Ciotti, Claudio Paderzoli, Nicola Tonetti e GianEernesto Astori. Questi i magnifici sette italiani all'arrivo di Lima.

Alejandro Patronelli ha vinto il Rally dei Quad. L'argentino, Campione in carica, ha battuto il fratello Marcos, che si era aggiudicato l'edizione 2010, e Tomas Maffei, per un podio totalmente argentino, ma tra i non molti che sono riusciti ad avere ragione di questa difficilissima Dakar con l'impegnativo "4 ruote" ci sono anche Roberto "Checco" Tonetti e la Campionessa del Mondo Camelia Liparoti.

Un altro "motociclista", infine, ha vinto la Dakar: Stephane Peterhansel che, in coppia con Jean Paul Cottret, si è imposto nella gara delle auto, regalando così il primo successo alla Mini. Peterhansel ha infranto il proprio record assoluto di nove vittorie alla Dakar, aggiungendo il suo quarto successo in auto ai sei ottenuti in sella ad una Yamaha.

Classifica
Ullevalseter, NOR, KTM, 0h 22' 26"
Coma, ES, KTM, + 1' 08"
Svitko, SVK, KTM, + 1' 43"
Farres, ES, KTM, + 2' 01"
Botturi, ITA, KTM, + 2' 11"
Pain, FRA, Yamaha, + 2' 55"
Viladoms, ES, KTM, + 3' 35"
Rodrigues, PRT, Yamaha, + 3' 41"
Barreda, ES, Husqvarna, + 3' 44"
Despres, FR, KTM, + 3' 51"


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Re: La Dakar 2012

Messaggioda jenk » 15 gen 2012, 22:17

Dakar 2012 - Finale

La quarta volta di Despres


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Sul podio con il francese, il compagno di squadra Marc Coma e Helder Rodrigues, con la Yamaha
La Plaza de Armas di Lima addobbata a festa ha accolto i "superstiti" della Dakar per la meritata passerella dopo due massacranti settimane. Tre paesi attraversati, 8400 chilometri percorsi, soprattutto una Dakar durissima, come non si ricorda da anni. La maratona sudamericana ha confermato una volta di più di essere l'evento motoristico più duro al Mondo e le 100 moto al traguardo sulle 186 partite da Mar del Plata il 1° gennaio rinnovano ancora una volta il mito della Dakar. Nessuna sorpesa nell'ultima, brevissima, tappa. Più una passerella finale che una gara vera e propria. La vittoria di giornata è andata a Pal Anders Ullevalseter davanti ad un rassegnato Marc Coma. Despres ha controllato senza troppi problemi la tappa, chiudendo al decimo posto, e aggiudicandosi meritatamente la quarta vittoria del rally dopo un epico duello con il compagno di squadra Marc Coma.
Per i colori italiani resta il rammarico per l'incidente di Francisco Lopez. Fino a quel momento "Chaleco" e la sua Aprilia avevano dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, di essere forse gli unici in grado di contrastare il "duopolio" Coma/Despres. Pur non essendo in buone condizioni fisiche Chaleco ha comunque vinto una tappa, la sesta della sua carriera alla Dakar.
Ed in effetti,il terzo classificato, Helder Rodrigues, con la Yamaha è arrivato ad oltre un'ora e undici minuti, segno che nessuno è riuscito ad inserirsi davvero nella lotta per la vittoria tra i due piloti ufficiali KTM.
Tra gli azzurri, ottima prestazione di Botturi, che anche oggi ha chiuso al quinto posto e ha terminato la sua prima Dakar con una onorevolissima ottva piazza.

Results Stage 14
1, Pal Anders Ullevalseter, Norway, KTM 22 minutes 26
2, Marc Coma, Spain, KTM 23:34
3, Stefan Svitko, Slovakia, KTM 24:09
4, Gerard Farres Guell, Spain, KTM 24:27
5, Alessandro Botturi, Italy, KTM 24:37
...
16, Paolo Ceci, Italy, KTM 28:35

Overall Results after final Stage 14
1, Cyril Despres, France, KTM, 43 hours 28 minutes and 11 seconds
2, Marc Coma, Spain, KTM at 53:20
3, Helder Rodrigues, Portugal, Yamaha at 1:11:17
4, Jordi Viladoms, Spain, KTM at 1:40:56
5, Stefan Svitko, Slovakia, KTM 1:47:28
6, Pal Anders Ullevalseter, Norway, KTM at 2:11:56
7, Gerard Farres Guell, Spain, KTM at 2:14:22
8, Alessandro Botturi, Italy, KTM at 2:59:04

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Re: La Dakar 2012

Messaggioda Tomac » 16 gen 2012, 7:12

Coma ha quasi rischiato di perdere anche il 2° posto, prima dell'ultima tappa ha infatti dovuto cambiare il secondo motore prendendo altri 45' di penalità..... :shock: ......i motori KTM 450 (e non solo KTM) comunque hanno dimostrato buona affidabilità, addirittura Svitko è riuscito ad arrivare nelle prime posizioni senza doverlo mai cambiare....sostanzialmente quindi si è vista smentita la teoria di chi giudicava i motori "pompati" 450 troppo fragili per questo tipo di gare.
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Re: La Dakar 2012

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 16 gen 2012, 11:49

Tomac ha scritto:....sostanzialmente quindi si è vista smentita la teoria di chi giudicava i motori "pompati" 450 troppo fragili per questo tipo di gare.


Quindi se disfi il motore e' colpa tua e ti meriti di non vincere la Dakar :twisted:
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Re: La Dakar 2012

Messaggioda klw » 16 gen 2012, 13:02

Ha vinto la moto più bella, bene così!

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Re: La Dakar 2012

Messaggioda Tomac » 16 gen 2012, 14:39

klw ha scritto:Ha vinto la moto più bella, bene così!


Concordo.....però mi è piaciuta molto anche il progetto Yamaha-Elf di Casteau :wink:
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Re: La Dakar 2012

Messaggioda jenk » 16 gen 2012, 19:00

Bu-BU EL Franz ha scritto:
Tomac ha scritto:....sostanzialmente quindi si è vista smentita la teoria di chi giudicava i motori "pompati" 450 troppo fragili per questo tipo di gare.


Quindi se disfi il motore e' colpa tua e ti meriti di non vincere la Dakar :twisted:
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Vi annuncio che .... avremo un moderatore in meno :rotlf:
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Re: La Dakar 2012

Messaggioda jenk » 16 gen 2012, 19:24

Dakar 2012

Facce da Dakar
Vincitori e vinti, ma tutti contenti di avere raggiunto il traguardo di Lima


Quando si dice che la Dakar è la gara più dura del mondo, non si tratta di un eufemismo. Da Mar del Plata, in Argentina a Lima in Perù, passando attraverso il Cile. Quattordici tappe, un solo giorno di riposo, 8.400 chilometri percorsi e un solo vincitore: Cyril Despres.
Dedichiamo questa gallery alle facce dei piloti che hanno raggiunto, stremati ma felici, il traguardo di Lima.

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Re: La Dakar 2012

Messaggioda jenk » 16 gen 2012, 19:31

Dakar 2012: Le tante storie di questa fantastica edizione
Cyril Despres ha vinto la sua quarta Dakar. 2005, bruttissima edizione, 2007, 2010, ed ora 2012. Marc Coma ha perso la sua


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Lima, 15 gennaio 2012
Cyril Despres ha vinto la sua quarta Dakar. 2005, bruttissima edizione, 2007, 2010, ed ora 2012. Marc Coma ha perso la sua, combattuta contro più avversari, di natura diversa, e gli restano, per il momento quelle vinte nel 2006, 2009, e quella dello scorso anno. Ancora un bel duello. forte, tra i due migliori Piloti del Mondo. Rally perfettamente gestito dal francese, in salita per lo spagnolo sin dalla terza tappa, quando Coma ha sbagliato strada ed ha percorso dodici chilometri più del necessario. Poi c'è stata la storia dell'ottava tappa, dei minuti persi da Despres nel fango e restituiti dagli organizzatori, due tappe bellissime, la 11ma e la dodicesima, con un botta e risposta di grandissima classe, e la brutta tredicesima, viziata da un guaio di troppo, questa volta meccanico, che è costata a Coma la gara ed altri tre quarti d'ora per la nuova sostituzione del motore. Il problema del tempo restituito a Despres non è andato giù a nessuno, e più si raffredda l'emotività più la risoluzione dell'organizzazione appare debole. Questo non vuol dire che Despres non abbia meritato la vittoria. L'organizzazione, sì, non ha meritato Despres, e nemmeno Coma la sconfitta, se quella è la ragione. Ma quando la Dakar è chiusa l'archivio della sua storia fagocita voracemente le storie che hanno acceso gli animi durante i giorni della gara. La corsa va agli atti, giusta o no, e resta così. Fa parte della sua natura, a volte costruita su decisioni sbagliate, anche deliberatamente. Chi ne ha tratto vantaggio gode del risultato e finirà per non ricordarsi delle ragioni, e chi le ha subìte finirà per metterle in un file da lasciare alla polvere.

Robby Gordon in corsa sub judice
Robby Gordon, per esempio, squalificato, è rimasto in corsa sub judice. Il suo appello, e le sue eventuali ragioni, potranno richiedere anni di burocrazia. Tutti, l'americano compreso, alla fine si ricorderanno delle sue tappe vinte, dei suoi salti e dei suoi cappottoni. E per le stesse ragioni Robby tornerà alla Dakar prima di averle risolte. Anche per questo Cyril ha meritato pienamente la vittoria, e per l'inutilità di quella infinità di sé e di ma che è impossibile mettere in colonna per cercare un risultato matematico. Despres si è preparato meticolosamente per questa Dakar, anche cambiando metodo di preparazione; è andato meno in moto e ha fatto gare diverse, visto terre e terreni diversi per tutta la stagione. Poi è arrivato alla Dakar in forma olimpica, fisicamente e, soprattutto, di testa. Ha sbagliato pochissimo, probabilmente meno di tutti gli altri, ad ha amministrato ogni sua più piccola risorsa senza rinunciare ad una sola di esse.

Si può discutere sul fatto increscioso che è calato sulla Dakar come un bivio improvviso sul road book, e in questo caso bisogna chiamare in causa la saggezza degli organizzatori, ma non si può discutere il valore che un Campione come il francese ha dato alla sua performance globale. Le belle sorprese non sono mancate. Sono quelle che costituiscono, tutte insieme, la storia degli outsider. Bello vedere al traguardo "Checco" Tonetti, classe '55, sesto nei quad, o suo figlio Nicola, 22 anni, in moto. Bello ritrovare all'arrivo Camelia Liparoti o Claudio Pederzoli "inossidati" da una Dakar durissima, e bello contare fino a sette, tanti sono i magnifici magnifici italiani al traguardo, e ritrovare un mito senza età come Franco Picco o ossi davvero duri come Filippo Ciotti o Gianernesto Astori.

Alessandro Botturi, rookie of the year
Ma la più bella sorpresa, e soddisfazione, per noi, è incontestabilmente la "scoperta" di Alessandro Botturi, ottavo assoluto e rookie of the year. Botturi è arrivato al Rally partendo da lontano, da un desiderio passionale coltivato per anni, ma poi si è fiondato dentro la "materia" in pochi mesi, ed ha letteralmente bruciato le tappe. Ha dalla sua un fisico indistruttibile, ma alla fine ha lamentato una stanchezza crescente, segno che non è il fisico l'"arma" del Pilota di Lumezzane ex campione di Rugby. Buon segno, un fisico si può sempre mettere in ordine ed allineare anche alle esigenze di una corsa massacrante come la Dakar, la testa no: ce l'hai o non ce l'hai. Botturi la testa ce l'ha. Così come ha la forza di tenere duro, di non cosiderarsi mai arrivato, altro difetto di mille rampanti alla Dakar, arrivati, esplosi in un giorno e spariti, frantumati dall'insostenibile peso emotivo dell'evento. Essere nei primi dieci al debutto è un traguardo da sogno, la migliore promessa che un Pilota possa fare all'inizio della sua storia "dakariana".

Bordone-Ferrari, un team tutto italiano
La bella sorpresa Botturi è figlia dell'altra bella realtà scoperta alla Dakar di quest'anno: il suo Team, il Bordone-Ferrari, tutto italiano. La Squadra milanese è nata e cresciuta nello stesso, brevissimo tempo, ed ha centrato un obiettivo che, all'inizio, era qualcosa di più che ambizioso. Alla resa dei conti il Team ha "piazzato" tre piloti nei primi dieci, quattro nei venti, e portato al traguardo il 100% dei suoi Piloti. Nell'ordine Jordi Viladoms, Gerard Farres, Alessandro Botturi e Paolo Ceci. Insieme al rispetto sacro della promessa, proprio nei giorni della Dakar sono uscite clamorosamente allo scoperto le altre ambizioni, non meno grandi, nate dalla stessa costola dell'appassionato progetto: la costruzione di una moto da Rally, una moto intera, con la quale riuscire a competere ad armi pari con i "mostri" che dettano legge da dodici anni, e quella di una moto da enduro da mettere nella mani di Thomas Oldrati, Edoardo D'Ambrosio e Jonathan Manzi. Ma non basta, il Progetto contempla anche la realizzazione, questa volta su scala industriale, di una moto italiana, una "originale" che rappresenti l'eredità di passione di Nicolò Bordone, industriale milanese che costruì una gran bella moto prima della seconda guerra mondiale, rianimata nel sogno della nipote Nicoletta Altieri Bordone e di Renato Ferrari, ormai ex-architetto con un grande, non più contenibile amore per le moto. La moto Bordone-Ferrari sarà una moto con soluzioni costruttive e di design allo stato dell'arte, con interpretazioni tecniche ultra moderne ed una estetica evocativamente "vintage", impreziosita da particolari degni di una religiosa vocazione artigianale nell'uso dei materiali.

D'un tratto è finita...
Non è vero, non pare possibile. Il ritmo sostenuto per 14 giorni è "contagioso", "autoreggente". La Dakar è così, si parte stanchi, perchè le ultime settimane, gli ultimi giorni, fino alle ultimissime ore, sono senza tregua. Le cose da fare, invece di diminuire, sembrano aumentare, pare quasi che non ci sarà più il tempo di completarle tutte. Ma poi arriva il giorno, e si parte. La nave, l'aereo, le verifiche, il podio, la partenza. Partiti. Già stanchi morti. Non sembra possibile poter reggere al ritmo delle cose che succedono ogni giorno durante la gara. La sveglia antelucana, chiudere il sacco a pelo e gli occhi, spesso, pochi quarti d'ora prima. Dormire vigilanti, con il generatore a pochi passi dalle orecchie. Per molti, la Dakar vuol dire dormire un'ora per notte, anche meno, e tutti i cinque, dieci minuti della giornata che passano a tiro. Dipende dalle mansioni, dai ruoli. I Piloti ufficiali hanno le loro ore di sonno prescritte, sono abituati ad infilarsi nel sacco quando è il momento, ed a risvegliarsi quando è stato stabilito. Per tutti gli altri quelle ore di sonno sacro tendono ad assottigilarsi inesorabilmente. E la fatica ad accumularsi. Quelli destinati al maggior sacrificio di sonno sono i meccanici, ancor più se lavorano ai mezzi da gara e poi, prima dell'alba del giorno dopo, ripartono guidando il camion, il furgone, il pickup. Per loro la fortuna è arrivare al bivacco successivo ad un'ora decente, piantare l'accampamento e fiondarsi all'ombra di un differenziale, chiudere gli occhi e aspettare i propri assistiti.

La Dakar è interessante, curiosa, affascinante, e capita di rinunciare al proprio sonno per mille motivi. Perchè è una bella notte piena di stelle, perchè c'è da fare quattro chiacchiere, per dare una mano al meccanico amico sfortunatamente con più lavoro del normale (ma qual'è il carico di lavoro "normale", alla Dakar?), per un bicchierino quando tutto è finito ed il telo è andato sulla moto, per aspettare un concorrente che tarda, per sapere da lui come sta andando all'altro Pilota che è ancora più indietro, per andare a scoprire le Storie della Dakar che fioriscono di notte, quando solo apparentemente, per quel giorno, tutto è finito. Man mano che i giorni passano, ci si fa l'abitudine, ed è sorprendente scoprire come energie insospettabili vengono richiamate all'ordine. La mancanza di sonno diventa un'abitudine alla quale si sopperisce approfittamdo delle occasioni, anche quelle meno, normalmente, indicate. Una volta mi sono addormentato fuori dal portellone dell'elicottero, legato all'imbracatura mentre ci si accivinava in volo al concorrente da fotografare. Pochi attimi, un minuto, forse, ma è così. Un minuto, e via avanti per altre ore. Solo alla fine della Dakar, quando tutto è davvero finito, il sonno prende la sua rivincita, e può capitare di dormire 24 ore di fila, alzarsi per fare colazione e tornare in branda, per altre dodici ore. Quando tutto finisce, dopo il podio, lì ci si accorge che ci mancherà qualcosa, che le giornate sono lunghe e, in rapporto con quelle, vuote. Anche per questo si resta attaccati alla Dakar per una vita.

Piero Batini

fonte moto.it
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Re: La Dakar 2012

Messaggioda alp650 » 16 gen 2012, 20:01

jenk ha scritto:Dakar 2012

Facce da Dakar
Vincitori e vinti, ma tutti contenti di avere raggiunto il traguardo di Lima

caspità bellissime queste jenk complimenti bel post :up:
aprilia scarabeo 50 per le rapine,per fare lo scemo transalp 650

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Re: La Dakar 2012

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 16 gen 2012, 21:44

jenk ha scritto:
Bu-BU EL Franz ha scritto:
Quindi se disfi il motore e' colpa tua e ti meriti di non vincere la Dakar :twisted:
W CIRILLO!!! :mrgreen:

Vi annuncio che .... avremo un moderatore in meno :rotlf:


E una Dakar in piu :winner: :marameo:
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Re: La Dakar 2012

Messaggioda evektor » 17 gen 2012, 10:20

bellissimo. dalle loro facce è palese che hanno vinto tutti. :D :D

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Re: La Dakar 2012

Messaggioda alfaromeo_ » 17 gen 2012, 23:46

Che ne dite come copertina del DVD che sto facendo?

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Re: La Dakar 2012

Messaggioda Pennywise » 4 mag 2012, 14:49


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