L’Europa, il vecchio continente, è culturalmente e storicamente fondata su radici cristiane. Le prove sono molteplici: gli eventi del passato, l’arte, il Papa a Roma, ecc. Inconfutabile, lo ha scritto pure l’atea Oriana Fallaci nella Forza della Ragione.
Eppure la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, accogliendo il ricorso presentato da una cittadina italiana (per giunta), ha stabilito che la presenza del crocifisso nelle scuole costituisce “una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni” ed è una violazione “alla libertà di religione degli alunni“.
Insomma, trattasi di una sentenza laicista (e non laica), che calpesta il ruolo del Cristianesimo nella storia e nella cultura dell’Europa, che considera la libertà nella sua degenerazione di licenza. Il laicismo, infatti, è ormai metafora di aconfessionalismo, mentre uno Stato è laico quando non è subalterno rispetto ad altri poteri, che possono essere sia di stampo religioso sia di matrice ideologica, partitica, ecc. In questo caso, per di più, stiamo parlando di Unione Europea, che ha così accentuato la sua volontà di aprirsi al mondo arabo per questioni meramente economiche. Insomma, da un lato si tende a seppellire ogni radice cristiana, dall’altro si predica il rispetto assoluto per Allah.
Il concetto di libertà, per di più, è usato malamente, perché si sta correndo il rischio dell’instaurazione di una Europa senza zio, affermando implicitamente l’assolutismo dell’ateismo, negando il substrato del popolo e le radici storiche.
Il dialogo multiculturale, inoltre, non si risolve con l’annullamento dei contenuti, perché il punto di equilibrio tra due persone non coincide con il loro non credere a nulla.
L’Europa si sta svendendo, perdendo la propria indentità.
Postilla: Gesù Cristo, infine, durante la sua predicazione di 2000 anni fa, non faceva altro che parlare di Amore e dei suoi derivati (carità, perdono, rispetto, tolleranza, ecc.). È proprio così fastidioso tenerlo sul muro?