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Un pensiero a Carlo Talamo

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bradipo ita
 
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Un pensiero a Carlo Talamo

Messaggioda bradipo ita » 29 ott 2009, 16:40

Un personaggio che vale la pena ricordare.... :roll:



Immagine

Carlo Talamo amava le moto e amava le sfide difficili. Gia' importatore del marchio Bentley,ha preso l’Harley
per mano quando il marchio era poco più che al collasso e l’ha trasformato in un fenomeno commerciale,
ha praticamente creato la moda delle custom in Italia, poi ha dedicato le sue attenzioni alla Triumph "inventando" moto
speciali che il successo ha trasformato in moto di serie.
Divenuto popolare lui stesso per le sue pubblicita' e le sue poesie dedicate alla moto.
Nel mondo delle due ruote,in Italia e' stato sicuramente una delle menti piu' geniali degli ultimi anni.
Si dice che dopo Harley e Triumph volesse rilanciare anche la Guzzi ma Il 29 ottobre 2002 è morto in seguito ad un brutto
incidente mentre percorreva in moto l'autostrada A12 Livorno-Genova nei pressi di Viareggio. Era in sella alla RS arancio,
la moto nr. 100.000 prodotta da Tiriumph che gli era stata regalata dalla casa madre.

Personaggi un po' stravaganti ma imprenditori con la passione vera per la moto,ecco di queste persone abbiamo bisogno per
rilanciare i nostri marchi in difficolta' come Morini,MV,Cagiva e Guzzi... :D

ecco alcuni suoi scritti sulla moto:

Molto spazio.
Molto freddo.
Molto bello.
Forse perchè è inverno.
perchè in giro c'è nessuno.
perchè la luna non è mai stata così chiara.
E il freddo così pulito.
La strada che scavalca le montagne specchia in modo innaturale
il bianco della neve che mi tiene compagnia.
Vado.
Vado in giro di notte.
Scappo da una città che fa troppo rumore.
Posti affollati dove mi sento straniero.
Scappo solo.
Assieme agli scoppi del motore.
Che stanotte paiono più nitidi.
Ancora più dolci.
Nel ghiaccio di solitudine che circonda la valle stò al caldo.
E sereno.
Finalmente.
Le mani perdute nel profondo dei buffi coprimani pelosi.
La pancia coperta da cento chili di lana.
Penso che mi piace tanto.
Penso che vorrei avere più tempo.
E meno gente che spinge e grida.
La faccia brucia e gli occhi si difendono con qualche lacrima chiara.
che va a perdersi chissadove.
I tornanti della strada hanno il fondo di lucide pietre scivolose.
Lontano,lucine che brillano, indicano un posto piccolino
dove la gente stà dormendo.
Sogno che tutta l'aria del mondo sia così brillante.
Sogno che persone limpide e forti tornino a vivere
nella citta dalla quale sempre più spesso vado via.
Sogno di incontrare occhi scuri e amici.
Sogno di vivere un tempo tranquillo.
E il suono di questo vecchio motore.
Sogno una notte come stanotte.



C'e una linea precisa.
Cosi' netta.
Che divide la citta' dal Mondo.
Questa linea non ha un nome.
Nessuno l'ha disegnata mai.
Nessuno puo' vederla.
Chi sta dentro un'automobile non puo' conoscerla.
E io pero' la conosco bene.
E la riconosco.
Tutte le volte che vado piu' in la'.
Quando,con la moto,lascio la citta' di notte per andare a vedere cosa c'e' oltre.
E l'aria si fa piu' fredda.
Umida.
E appaiono i profumi.
Profumi che non so dire,che attraversano l'universo davanti al mio naso.
E mi avvolgono in un mondo piu' tranquillo.
Nel quale entro sereno,guidato dalla luce innocente del mio piccolo faro.
La linea adesso e' lontana.
I chilometri si arrotolano pigramente nell'orologione illuminato appena.
La lancetta si muove,oscilla ed indica una velocita' come indecisa.
Ma fuori dalla linea la velocita' non conta piu'.
Nessuno ha fretta.
Nessuno aspetta.
Con gli occhi,distrattamente,seguo un pensiero.


Ciao Carlo....
"Oggi é ricco chi é padrone del suo tempo. Buona vita.''

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ste7280
 
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Re: Un pensiero a Carlo Talamo

Messaggioda ste7280 » 29 ott 2009, 16:46

Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d’olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell’Italia.
Motociclette ce n’erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d’olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l’estate del ‘59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l’oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d’olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.
(Carlo Talamo )
Il diavolo è un ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini.

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excalibur90
 
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..in memoria

Messaggioda excalibur90 » 29 ott 2009, 18:06

Non desideravo molto, dalla vita.
Soltanto morire un pò meno scemo di come ero nato.
Un traguardo non troppo impegnativo.
Mi sono sforzato in questi ormai troppi anni.
Ho cercato di crescere.
Di sviluppare delle qualità minime.
Ho tentato tutto per evolvermi, modificarmi.
Ho letto libri ed ho viaggiato tanto.
Mi sono interrogato e ho interrogato gli altri.
Qualche volta, un pò di blu sull´orizzonte mi ha dato la speranza.
Ma poi, ma poi mi osservo meglio, guardo più profondamente in quel che sono e la verità torna a vincere sulla menzogna.
Non sono Cambiato.
Nulla è cambiato.
Morirò scemo così come sono nato.
Avevo due anni e correvo per la casa come una Formula Uno ubriaca urlando il rumore del motore e facendo il verso delle gomme che fischiavano quando giravo l´angolo del corridoio.
Avevo otto anni e dormivo con la bicicletta nel letto e la collezione di Dinky Toys sotto il cuscino.
A quattordici anni la scia d´olio che andava dalla porta di ingresso alla porta di camera mia faceva scoprire immediatamente a mia madre dove stava nascosto il motore dell´Italjet.
E adesso che a vele spiegate volo verso i miei quarant´anni, adesso capisco che nulla è cambiato.
Gioco come allora.
Con le stesse cose che mi appassionavano allora.
Ero più piccolo ed erano più piccoli i miei giochi.
Ecco, non sono cambiato.
Nè migliorato.
E forse è peggio di così: una volta per un compleanno, per Natale o per un dentino perso piovevano regali.
Adesso anche se appoggiassi tutta la dentiera sul balcone nessun topolino pagherebbe le rate dell´ultimo gioco.

Carlo T.



http://www.fedrotriple.it/carlotalamo_poesie.htm


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