Uniti per salvare il Motard
Come già accade in Formula Uno, i team del mondiale Supermoto si associano per risollevare la disciplina. La nostra intervista a Marco Rigo, presidente della nuova associazione Team Associati Supermoto
E' questo il nome della neonata associazione che riunisce le principali squadre che partecipano al Mondiale Supermoto e che rappresentano le case costruttrici e gli importatori. L'adesione è aperta anche ai team privati minori, forse quelli che maggiormente patiscono la crisi della disciplina. L'associazione ha il chiaro obiettivo di dare voce alle richieste di chi, sino ad oggi, ha tenuto in piedi la "giostra" del Supermotard a suon di investimenti. Investimenti che di rado hanno portato il giusto ritorno alle aziende impegnate e agli stessi piloti. La nuova associazione ha eletto i suoi rappresentanti: Marco Rigo (presidente), Giovanni Bussei (vice presidente) e Alfredo Bevilacqua (segretario).
Partiamo dai massimi sistemi. Il Supermotard è arrivato a un punto di non ritorno, c'è ancora il modo di raddrizzare questa situazione (assenza di pubblico, fuga degli sponsor, abbandono da parte di alcuni team)?M.R.: "Ci siamo organizzati in un'associazione proprio perché crediamo che la situazione sia risolvibile. Ma ci vuole l'impegno di tutti, a partire dalla Federazione Internazionale (FIM) e dall'organizzatore Youthstream nel Mondiale, per arrivare alla DBO e alla Federazione Motociclistica Italiana (FMI) nell'Italiano. Il Supermotard è il nostro lavoro, ma anche la nostra passione più grande, a cui dedichiamo tempo e denaro. Ma, come per ogni lavoro, ci deve essere un ritorno economico. Che oggi purtroppo non c'è più".
Eppure l'attività di base non va male. I campionati regionali riscuotono un grande successo.M.R.: "Appunto. Gli appassionati amano - e praticano - il Supermotard. E' ai piani alti, quelli del Mondiale e dell'Italiano, che la situazione va corretta. Manca il pubblico, non se ne parla, i costi sono diventati davvero troppo alti e le gare hanno perso la spettacolarità che aveva fatto la fortuna del Supermotard".
Questi i problemi. E la soluzione? Avete già in mente qualche proposta?M.R.: "Partiamo dal monogomma. O lo togliamo e si torna al passato o modifichiamo le condizioni di fornitura delle gomme. Oggi ci costano uno sproposito e le mescole morbide durano pochi giri, creando un pesante aggravio di costi ai team, ma anche ai semplici appassionati. E' diventato tutto eccessivo: a un pilota ufficiale un treno di gomme dura 20 minuti, mentre un pilota amatoriale arriva a girare per un'ora. Non si può andare avanti così. Proponiamo che le gomme ci siano fornite al prezzo di costo. Altrimenti andrebbe valutata seriamente la possibilità di eliminare il monogomma".
Il monogomma ha tolto spettacolarità?M.R.: "Dico di sì. Il grip elevatissimo costringe i piloti a percorrere traiettorie obbligate, i sorpassi sono più difficili e le derapate chilometriche appartengono all'amarcord. Con mescole più dure - e più durature - prenderemmo due piccioni con una fava: più spettacolo e sorpassi, meno soldi buttati in gomme. Se riusciamo ad abbattere la spesa per gli pneumatici, ne gioverà anche l'attività di base, vale a dire di tutti gli appassionati che corrono la domenica. E dobbiamo riconsiderare il tratto di fuoristrada. Negli ultimi anni è stato svilito ed è un gravissimo errore, perché il fuoristrada dovrebbe regalarci sorpassi, numeri e improvvisazione. Tutti ingredienti essenziali per creare lo spettacolo che il pubblico e gli sponsor ci chiedono. Abbiamo allo studio alcuni progetti per modificare radicalmente la parte off-road, li proporremo presto alle federazioni".
A proposito di spettacolo: manca il pubblico, eppure stiamo parlando di un Mondiale.M.R.: "Ti dico una cosa banale. Quando arriviamo in prossimità dei circuiti che ospitano le gare, non troviamo più le locandine, gli striscioni che annunciano l'evento. È un peccato, perché la comunicazione va fatta sul territorio; se vai in un tal posto a correre un Gran Premio del Campionato del Mondo, la gente del luogo in primis deve essere informata. Altrimenti ritroveremo alle gare solo gli addetti ai lavori".
Il prossimo passo del Team Associati Supermoto?M.R.: "Sarà quello di creare un tavolo di lavoro costruttivo con Youthstream, DBO e le federazioni per valutare insieme le proposte delle squadre impegnate nell'attività di vertice. I problemi oggi li conosciamo bene, è ora di metterci mano".
fonte moto.it