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Mitica Gemma ed il suo Morini

Tutto... proprio tutto quello che non ha sezioni dedicate.

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jacky72
 
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Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda jacky72 » 4 apr 2016, 19:47

La Adoro.... :kix:


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Bat21
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Re: Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda Bat21 » 4 apr 2016, 20:49

Mi ha toccato ...sono piombato in una sorta di serafica ammirazione ...per la signora ...il suo motorino che serba da anni malgrado sia divenuta vedova ...l'atmosfera di tempi sereni che solo persone così possono far rinverdire ...rivestirsi la sella da sola, il cavo del ferro da stiro aggiustato con lo scotch per pacchi ...il sorriso sempre sulle labbra ...le foto di famiglia sul settimino ...la pace di una periferia dove il tempo pare essersi fermato ...

GRAZIE Jacky :wink: :!:
My little orange mustang!!

Barcollo ma non mollo ...semplicemente, resisto(!)

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Misterkap
 
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Re: Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda Misterkap » 4 apr 2016, 21:39

Così antica, così moderna, così ammirevole questa donna! Se penso ad un certo argomentare tra di noi su questioni motoristiche, mi vergogno un poco. La serenità delle persone semplici, ma profondamente umane, scuote le coscienze .
Grazie a Jacky


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Re: Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda Gio76 » 5 apr 2016, 7:00

misterkap ha scritto:Così antica, così moderna, così ammirevole questa donna! Se penso ad un certo argomentare tra di noi su questioni motoristiche, mi vergogno un poco. La serenità delle persone semplici, ma profondamente umane, scuote le coscienze .
Grazie a Jacky


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Re: Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda 8nuvola6 » 5 apr 2016, 7:31

visto tempo fa. stupendo!

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Re: Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda elleR » 5 apr 2016, 22:31

:giorno:

...

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alfus2verdi
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Re: Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda alfus2verdi » 6 apr 2016, 11:31

:clap: :clap:
Vespa nel cuore e forever work in progress
la mia supermoto è proprio una supermoto
ma ora è proprio una super adventur

Raph69
 
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Re: Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda Raph69 » 6 apr 2016, 15:55

Bella storia, credo di storie così se ci si allontana dalle città ce ne siano ancora tante, dove conta ancora l'essere più che l'apparire; i giovani d'oggi avrebbero solo da imparare da persone così :giorno:
RAFFAELE - Cagliari

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Re: Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda Giolli Joker » 6 apr 2016, 20:55

:up: :up: :up:

Primo commento su Youtube:

Antonello Alosi - 2 years ago
stamattina insieme a degli amici le abbiamo sistemato il cambio, il sorriso che ci ha regalato dopo , sfrecciando con il motorino e indicandoci con la mano il numero della terza marcia inserita è stato emozionante.
una signora fantastica

:D

Tancrediprato
 
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Re: Mitica Gemma ed il suo Morini

Messaggioda Tancrediprato » 24 apr 2016, 10:04

Salve,

Non ho potuto resistere nello scrivere qualcosa in merito a quel video..associandomi ai vari commenti e aggiungendoci un punto di vista.

Come prima cosa, il regista e’ davvero bravo. Efficace e di mestiere. Forse alle volte calca la mano -aleggia un po di retorica -, ma in un corto ci sta tutto e l’effetto e’ spiazzante. Raccontare una storia con l’uso dell’immagini in questa maniera non e’ da tutti.

Andiamo pero’ al tema..perche innegabimente c’e’ qualcosa di potente, di importante che s’agita qua sotto e che bisognerebbe capire un pò meglio.

Perche la signora ci fa tanta tenerezza? Perche ci vien voglia di abbracciarla? Perche sentiamo struggerci dentro senza capirne il motivo? Non tutti sono amatori delle antichità, ma tutti ci sentiamo commuovere e siam presi da un vortice emozionale in questa narrazione.

Forse perché la storia parla di Noi. Di Noi come eravamo in stridente contrasto di come siamo.

Pero’ si potrebbe ben dire che siam adesso meglio, moderni, raffinati, precisi, razionali, esigenti.

Hum.. mi vien da pensare che forse non e’ cosi.

Detto brevemente penso che l’importanza che diamo alle “cose”, ai piu minuti dettagli degli oggetti di cui ci circondiamo (dal pc, al telefono o alla moto), alla ricerca spasmodica di ogni minimo particolare o prestazione (dalla velocita di scrittura\lettura di un hard disk o alla capacita calcolo di una scheda video , all’ideale viscosita’ dell’olio motore o della pressione dei pneumatici – la lista e’ infinita) , unita al tempo che dedichiamo a questo (sottratto quindi ad altre attività umane), prospetta un rapporto deformato, quasi patologico tra noi e il mondo oggettuale.
Una incapacita’ di prendere le cose alla leggera – per quello che sono - e un bisogno di un controllo totale di ogni singolo aspetto che mi fa pensare a qualcosa di distorto, di malato, di innaturale.
Detto in altri termini piu efficaci, un sintomo.
Questo comportamento, che riconosco anche in me stesso, e’ come un tunnel sempre piu stretto dove via via che avanzi gli spazi di manovra son sempre minori e l’unica via da percorrere e’ solo quella avanti poiche non puoi piu girarti e invertire la rotta.

Cosa e’ quindi che ci spinge in questa morbosa ossessione? A leggere e dissertare sulla velocita’ della ruota colori di un proiettore DLP o sui mm in piu o meno della posizione dell’ammortizatori?

Agli occhi della Signora le discussioni sulle specifiche \ prestazioni di un componente di una moto (ma pure di un telefono ecc ecc..ne son pieni il web e i forum) apparirebbero assurde e strampalate come a noi una tavola rotonda sull numero ideale di fori che una fetta di Emmental dovrebbe avere o sul numero di angeli che possono ballare su una capocchia di spillo!!

Difficile dare una risposta coincisa. Ma e’ mia coinvinzione, usando qualche termine tecnico, che il sovrainvestimento sul mondo oggettuale e’ un risultato di un sottoinvestimento di quello interpersonale.
Insomma ci fissiamo sulle cose perche incapaci di dare importanza – quella che spetterebbe loro – agli essere umani e alle loro relazioni, noi compresi. Sovrastimiamo gli oggetti perche sottostimiamo i soggetti.

E questo disinvestimento del mondo interpersonale e’ forse – azzardo un po’ – frutto di un regresso della ns. maturazione individuale, ma poi socialmente determinata, dovuta all’immagine disumanizzante che i moderni sistemi sociali e produttivi creano di noi. (ingranaggi importanti, ma sostitubili). Insomma, sentendoci noi stessi piu oggetti che esseri volitivi, sviluppiamo un affezione particolare e morbosa verso quest’ultimi.

Pero’ invito a pensare la cosa da questa prospettiva : non e’ la Signora che non si intende della tecnica e quindi si accontenta ed e’ felice con un ferro vecchio (pure da stiro).

Non si tratta di conoscenza o di capacita’. Si tratta di investimenti emotivi diretti verso oggetti diversi. (soggetti piu che oggetti)

E penso che siam noi in un rapporto distorto con questi, non Lei.

Basta mi fermo, si va sul complicato e annoio..pero c’e’ ancora un punto che dovrei chiarire, perche le cose forse sono ancora piu intrigate.

Ogni nonna, forse qualche mamma, e sicuro anche la Signora del video, ha degli oggetti che considera sacri, ben riposti da qualche parte, nascosti o in bella vista, ma intoccabili. A prima vista quindi questo sembra in contraddizione con tutto quanto detto finora ma basta aguzzare gli occhi per capire che non e’ cosi. Tra questi oggetti sacri si puo’ trovare la penna della laurea del figlio, il vestito messo per la cresima della figlia, il fiore raccolto in un gita particolare, una cravatta del marito quando quest’ultimo le chiese la mano, una poltrona dove e’ stata la gli ultimi anni la bisnonna, ma anche come per mia moglie per esempio, il ciao dei 16 anni (guai a chi glielo tocca!).
Tutti questi oggetti e molti altri rappresentano un valore e un investimento emotivo elevatissimo..ma attenti, qua sta la diversita’, NON per specifiche prestazioni, dettagli o carattaristiche degli oggetti stessi (che non sono nemmeno presi in considerazione) ma in quanto portatori di LEGAMI , di liason, con pezzi di vita, di esperienze che fanno parte della storia unica e irripetibile di ogniuno di noi. Gli oggetti non sono idolatrati in quanto tali, ma in quanto trade d’union con la VITA che alla fin fine parla di rapporti , e dell’evoluzione di questi, con gli altri nel tempo.
Insomma gli oggetti per i soggetti in questo caso.

Noialtri invece cerchiamo negli oggetti ,morbosamente aggiungo, carattesitiche e prestazioni inerenti al mondo degli oggetti e la si ferma la cosa. Ma forse, gli oggetti e le loro caratteristiche superiori (piu cavalli, piu velocita’, piu bit per second , ecc ecc), per noi sono un trade d’union non con la nostra storia, non con gli altri, ma con noi stessi. Cerchiamo di compensare un io traballante , fragile e insicuro con oggetti tronfi di potere e forza. Simboli quasi fallici di potere che sentiamo non avere.
Mentre la Signora e la nostra Nonna , non ne avevano bisogno in quanto nella quotidianeita il loro io si era rafforzato a sufficienza, estrisencandoci in un mondo che sentivano di poter controllare meglio di noi.
La corsa ai cavalli e alle prestazioni va di pari passo alla scarsa considerazione che abbiamo di noi stessi e che cerchiamo di tamponare in tale maniera.
Detto in due parole :
Per la generazione passata : Gli oggetti per i soggetti (gli altri) , per noi gli oggetti per il soggetto (noi). (Iphone, Ipad..ecc ecc.. sempre e solo l’Io in questi super gadget.)

Vi lascio con un racconto personale che non ho mai detto a nessuno..mi e’ tornato ora alla mente pensandoci su.

Anni fa..

Volevo un tv lcd moderno e come sempre mi leggo ore e ore di report, discussioni, analisi ecc ecc su tutti i televisori e sullle varie tecnologie (plasma o lcd) con i pro e i contro e i vari raffronti.
Studio per ore tabelle, grafici sulla profondita dei neri, sul contrasto ecc ecc . Mi informo sulle possibilita’ dello smart tv. Insomma al solito.

Vado a Mediaworld e visiono vari modelli a lungo.

Decido di cercare un commesso perche volevo chiedere una cosa precisa che pure sul manuale (scaricato da internet ) non avevo trovato.
Mi giro e dietro di me ne vedo uno.
E’ alto, biondo abbronzato. Sguardo deciso, mascella volitiva, sorriso trascinante. Somiglia al dott. Chase della serie House.

Gli chiedo :

- Mi scusi volevo sapere una cosa. Il browser integrato di questo tv supporta il Flash Player?

Inarca appena appena una sopracciglia, ma davvero un minimo, quasi impercettibilmente. Quindi sorride. Ma lo fa sul serio, non sforzato. Un sorriso compiacente comunque, non canzonatorio.

- Lo vede quanto e’ bello questo tv? Guardi che forme precise nette, ma pure sensuali. Che volumi classici: e’ bello pure da spento, no? Non le vien voglia di sfiorarlo come si fa con una statua e sentire il brivido della perfezione?

Ma se lo accende e sta sul divano con la sua donna e mette Casablanca, con un bicchiere di Cointreau o meglio di Pastiss 51 della Pernod, non si sente portato in un altro mondo e non le vien voglia di baciarla la sua donna ritrovando l’aroma cosi dell’anice, mescolato ai suoi umori in un proluvio di sensazioni? Che te ne importa del Flash??

Sorriso smagliante, occhi puntati interrogativi.

Mi sento speronato, colpito alle spalle, ridicolizzato. Tremo di rabbia e cercando di controllarla non faccio altro che aumentarla. Non mi toglie gli occhi di dosso, aspetta che dica qualcosa. Ma non ho nulla da dire, sto stringendo i pugni e cercando un tombino per buttarmici dentro e sparire.
Ho la bocca secca e piu volte cerco di aprirla e dire qualcosa ma so gia che sara’, a suoi e ai mei occhi, una sciocchezza , un pretesto, una scusa infantile. Sono ad un quadrivio di strade bloccate, e qualsiasi scelta faccia non mi porta da nessuna parte.

Abbasso glio occhi, non posso sostenere il suo sguardo. Mi sento ridicolo, un verme.
Giro i tacchi a me ne vado, mesto, senza dire nulla. Nemmeno un saluto o un ringraziamento formale. Sono ferito e voglio scappare a leccarmi le ferite al piu presto.

Esco dai varchi “uscita senza acquisti”, ma d’improvviso ho un presentimento. Una specie di intuizione, non chiara ma urgente, come un sasso in una scarpa che non sai bene dove sia ma punge.

Quel Pastiss 51, di cui qualche mese prima avevo letto la storia – interessante – mi mette in guardia e mi spinge a tornare, a cercare di capire. Ho una sensazione strana addosso che devo togliermi. Quell dott Chase mi suona familiare!

Vado al reparto ma non lo vedo. Lo devo cercare a parlargli, subito.

Chiedo ad un collega, poi ad un altro. Cerco di descriverlo dettagliatamente : un tipo cosi non passa inosservato.

Ma nulla: alla fine la mia paura si rivela fondata. Non esiste nessun commesso così da loro e nemmeno e’ mai esistito.

Mi sono immaginato tutto, ho sognato a occhi aperti. Per quanto? Dieci secondi o un milionesimo di secondo? Chi puo’ dirlo?

Il mio io interiore- quello vero - il bambino e il ragazzo giocoso e spensierato, cacciato e reso inerme nelle profondita cavernicole dell mio essere – bloccato ma non del tutto accoppato -, si e’ ribellato e si e’ manifestato per farmi vedere quanto sono ridicolo.
Mi ha parlato senza timore ne reverenza e mi ha mostrato il ciarpame razionale e raziomorfo che riveste, a mo di difesa, il mio agire nel mondo e il mio pensare di tutti giorni. Il mallo inutile attorno alla noce rinsecchita dagli anni che la protegge ma la rende inaccessibile.

Ha reso chiaro il mio girare a vuoto, come una vecchia giostra arrugginita in un parco abbandonato, mossa senza senso dal vento della vita che scorre inarrestabile.

Da allora cerco di resistere alla “tentazione degli oggetti” e riporre la mia attenzione altrove, entro mondi e conoscenze che rinvigoriscano la mia anima, ma non sempre ci riesco. Loro son li’ e mi seducono con la loro accessibilita’ e le loro promesse di forza e potenza, che so pero’ essere illusorie.

Ma tra sapere e sentire c’e’ un abisso, che sempre cerco di colmare.

E voi?

Saluti Tancredi


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