La Ducati annuncia la nuova generazione Superbike che sarà presentata al Salone di Milano in programma dal 10 al 13 novembre. Eccola nel video dei test di Troy Bayliss al Mugello. Debutto sportivo in due tempi: prima in SSTK poi in SBK (2013)
La Ducati annuncia la nuova generazione Superbike che sarà presentata al Salone del Motociclo di Milano (EICMA) in programma dal 10 al 13 novembre. Eccola nel video dei test di Troy Bayliss al Mugello.
Questo nuovo modello rompe anche gli schemi della nostra tradizione Superbike aggiungendo un nome, Panigale, accanto alla cilindrata di 1199 cc, a sottolineare il forte legame con il territorio. Per conoscere tutti i dettagli occorrerà aspettare ancora qualche settimana.
Il 2012 vedrà la 1199 Panigale impegnata nel Campionato FIM Superstock mentre, coerentemente col piano di sviluppo della 1199 Panigale in versione SBK, il debutto nel Campionato Mondiale Superbike avverrà nel 2013.
La scelta di programmare un debutto in due tempi, prima in SSTK e poi in SBK, è motivata dalla maggiore complessità dello sviluppo della versione SBK derivante dalla più ampia libertà di elaborazione consentita dal regolamento. Questa scelta consentirà inoltre ai team Ducati, che saranno in pista il prossimo anno con la versione 2012 della 1198, di contenere i costi di gestione pur avvalendosi del costante sviluppo e supporto dei tecnici e degli ingegneri Ducati.
Cosa si sa dei test della 1199
Che la Ducati Superbike 2012 stia girando da tempo, e a quanto pare anche con risultati molto soddisfacenti – “è una bestia!” ha esclamato il collaudatore extra-lusso Troy Bayiliss durante i recenti test svolti al Mugello assieme alla GP12 da 1000 cc - non è più una notizia.
Come non lo è il fatto che la nuova moto potrebbe chiamarsi “Extreme”, piuttosto che solamente 1199, con l’eventuale aggiunta di “SuperQuadra” o “SuperQuadrata” che sia, in relazione al rapporto piuttosto estremo tra l’alesaggio e la corsa suo nuovo motor a V.
La nuova superbike bolognese sfoggerà linee assolutamente inusuali per una Ducati, con soluzioni estetiche davvero tiratissime per compattezza e stile racing, vedi codino ridotto all’osso.
Dell’attesissima novità Ducati abbiamo parlato più volte, pubblicando anche i disegni dei brevetti – registrati negli Usa – della rivoluzionata ciclistica che, abbandonato il leggendario telaio a traliccio, vede il motore come elemento centrale stressato, al quale sono avvitate due strutture scatolate davanti e dietro.
Del motore stesso ripubblichiamo di seguito un articolo realizzato da Massimo Clarke, che ne spiega dettagliatamente le peculiarità tecniche.
La 1199 vista da Massimo Clarke
«Già da alcuni mesi nel reparto esperienze della Casa bolognese girano al banco diversi esemplari del nuovo motore a due cilindri, nato per contrastare l’offensiva dei quadricilindrici nel mondiale Superbike, ma non solo...
L’architettura è sempre a V di 90°, ma ora il cilindro anteriore è inclinato e non più orizzontale (e di conseguenza il posteriore non è più verticale). Questo, per limitare l’ingombro longitudinale del motore, non certo contenuto negli attuali bicilindrici Ducati.
L’alesaggio del nuovo motore è di ben 112 mm, ma pare che attualmente ne vengano provati altri ancora maggiori; sembra certo infatti che il motore sarà il capostipite di una nuova generazione di bicilindrici di differenti cilindrate: si tratta di un valore record, che consente l’adozione di valvole di maggiori dimensioni e di una corsa più contenuta, con grandi benefici ai fini delle prestazioni. Il motore può girare più in alto e “respirare” meglio.
Le misure caratteristiche del bicilindrico per le gare delle Superbike passerebbero dunque dagli attuali 106 x 67,9 mm a 112 x 60,9 mm. Tra le soluzioni tecniche adottate spiccano l’abbandono dei cuscinetti di banco a rotolamento in favore delle bronzine e quello dei cilindri amovibili, sostituiti da altri integrali con il basamento e muniti di canne riportate, del tipo “umido” (direttamente lambite dal liquido di raffreddamento) e con bordino d’appoggio superiore. Pure le cinghie dentate vengono abbandonate: i due alberi a camme alloggiati in ciascuna testata vengono azionati da una corta catena più ingranaggi. La distribuzione, come ovvio, rimane desmodromica. Il bicilindrico Ducati del futuro è già realtà.
fonte moto.it