Confronto fra due enduro stradali bicilindriche adatte a lunghi viaggi. La Ducati è tecnologica, affascinante e con un motore da 150 Cv. La Ktm ha un motore da 116 Cv ma è leggera e molto reattiva. Ma su strada le differenze si assottigliano
Un bel motorone a due cilindri, sospensioni “lunghe”, buona proiettività, spazio per passeggero e bagagli. È l’identikit delle grosse enduro stradali, le moto più apprezzate e richieste del momento, mezzi che fanno del turismo veloce a lungo raggio la propria ragion d’essere. Progetti che nascono da un concetto comune, ormai declinato in modi anche molto differenti dalle diverse case costruttrici.
C’è chi punta al comfort, chi alle doti di stradista, chi alla mobilità lontano dall’asfalto, chi alle prestazioni pure e al piacere di guida su asfalto, senza tralasciare la predilezione per i lunghi viaggi.
Proprio a quest’ultima categoria appartengono la Ktm 990 Smt Abs e la Ducati Multistrada 1200 Abs, due moto pensate per chi, nonostante la voglia di andare in capo al mondo, mai e poi mai rinuncerebbe alla sensazione di avere una cavalcatura potente, reattiva e guizzante sotto alle proprie terga.
Certo, nonostante l’identica destinazione d’uso e le caratteristiche tecniche in comune (motore bicilindrico a V raffreddato a liquido, telaio a traliccio, Abs), l’austriaca e l’italiana sulla carta non sono del tutto sovrapponibili: la prima costa 13 mila euro e ha 116 cavalli, la seconda chiede un esborso di 15 .900 euro e di cavalli ne ha addirittura 150.
Ma la verità è che su strada le differenze si assottigliano, le prestazioni risultano quanto mai vicine. E alla fine diventano una questione di sensazioni, di sfumature. E perché no, di aspettative.
Sali sulla Multistrada e la trovi come ti aspetti una Ducati: tecnologica, affascinante, piena di particolari che staresti a guardare per ore e che come pochi altri riescono a coniugare ricerca estetica e funzionalità. C’è anche qualche caduta di stile a livello di finiture. Che passa subito in secondo piano quando le ruote iniziano a girare.
La Multistrada è agile, ha un buon avantreno, un validissimo assetto e freni potenti e pastosi. Ma ha soprattutto un motore che è un vero bombardone, dotato di una gran coppia e di un allungo esagerato. Significa una riserva di potenza fin eccessiva su strada e velocità siderali raggiunte in un attimo.
Una vera forza della natura, che spesso induce a utilizzare volentieri (e con poche rinunce) la mappa Urban, che riduce la potenza a 100 cavalli. Anche per riuscire ad apprezzare con più tranquillità il comfort di questa Ducati, che è sicuramente comoda e ben protettiva.
Poi, con una piccola dose di scetticismo, sali sulla Ktm. E dopo poche centinaia di metri cominci a ritararti. La Mutistrada sembrava agile e stretta? Qui sembra che la moto sparisca tra le gambe. Ipercompatta, leggera e incredibilmente reattiva, la Smt già nel traffico tira fuori i peggiori istinti di ogni motociclista.
Ma è soprattutto in mezzo alle curve, quelle che girano sul serio, che questa bicilindrica austriaca dà qualche punto all’italiana in termini di maneggevolezza, di velocità di discesa in piega e di agilità nei cambi di direzione.
Tutto con un rigore ciclistico che non viene mai meno, anche grazie all’ottimo funzionamento dell’Abs, valido alleato quando le curve si avvicinano troppo in fretta. E con un motore che non segnerà un record di potenza, ma reagisce ai comandi del gas con grande efficacia e con una baldanza che a tratti inebria.
Intendiamoci, non che la Ducati sia un pachiderma, tutt’altro. È solo che al cospetto della Ktm diventa più fisica, più ingombrante, più orientata alla stabilità che alla reattività. Certo, è anche molto più adatta ai viaggi lunghi e seri. Ma se volete più che altro divertirvi, con la Ktm non resterete delusi. Andando davvero forte anche con tutti quei cavalli in meno.
fonte auto-moto.virgilio.it