La crisi economica fa sentire il suo peso anche sul mercato moto,si sa'.
Ma la prima vittima illustre in Italia potrebbe essere di nuovo la Moto Guzzi.
A Mandello tremano,sembrava che la struttura decollasse sotto le ali di Colanninno e invece
questo pezzo di storia d'Italia potrebbe cessare l'attivita' a breve come riporta in una nota
il sole 24 ore.Lo so che ai piu' la Guzzi rappresenta la moto di Sordi nel film "il vigile",
ma vorrei ricordare a tutti che la Moto Guzzi fino alla meta' degli anni '70 e' stata una delle piu' grandi case
motociclistiche del mondo,sempre all'avanguardia,con oltre 3000 vittorie in gare internazionali,inventori della moto
da turismo,del cavalletto centrale,della moto a marce automatiche,del primo scooter a ruote alte,
della sospensione posteriore,della moto a 8 cilindri e della prima galleria del vento della storia della moto.
La Guzzi dovrebbe essere un patrimonio di tutti noi e tutelata come un pezzo di storia del nostro paese,invece Guzzi
lentamente e' affondata e oggi vive all'ombra del suo immenso passato.Aprilia prima e Piaggio adesso hanno cercato
di sollevare economicamente una azienda che da 50.000 moto ne produceva meno del 10%.
Ora che sembrava che le cose potessero iniziare a girare ecco che la crisi globale di nero vestita come la morte ,ha bussato con
la sua falce alle porte dello stabilimento di Mandello.
Questa notizia mi rattrista molto.
Riporto la notizia da:"il sole 24 ore"
Il destino della Moto Guzzi sembra essere già segnato
di STEFANO CASSINELLI
— MANDELLO —
TANTA preoccupazione di fronte alla situazione in cui versa Moto Guzzi. Da una parte i lavoratori e la cittadinanza spaventati dal profilarsi di una chiusura, dall’altra l’azienda che dal quartier generale di Pontedera della Piaggio getta acqua sul fuoco sottolineando che «le parole del presidente Roberto Colaninno rappresentano una presa di coscienza di un momento difficile che l’azienda ha voluto far presente ai lavoratori».
NELL’INCONTRO con le parti sociali Colaninno «ha voluto sottolineare che la Guzzi per stare in piedi dovrebbe avere un mercato di circa 12mila moto all’anno contro le 7mila attuali. Non c’è stato nessun annuncio di chiusura, c’è stata semplicemente la condivisione del momento difficile».
Il presidente di Piaggio ha ricordato che «in Guzzi abbiamo investito molto, non ultimi i dodici milioni per gli stabilimenti, sono state presentate tre nuove moto, sono offerti incentivi e si porta avanti una seria campagna promozionale. Nei prossimi mesi vedremo se questo impegno può portare a superare la crisi».
SE L’AZIENDA cerca di tranquillizzare gli animi il clima in fabbrica è assai diverso e i lavoratori sono molto preoccupati. «Per tutti noi - afferma Giuseppe Francioso delle Rsu - è stato uno choc sentire Colaninno parlare di chiusura. Speravamo in notizie positive e invece è andato tutto male. Ancora è da definire tutto, ma sperare che in due o tre mesi, con la crisi in corso, si possa arrivare a un recupero significativo è difficile.
Ci è parso che la decisione sia già stata presa, anche perché ha parlato di una crisi che potrebbe trascinarsi per almeno due anni.
Siamo davvero preoccupati per il futuro, la situazione negli anni è stata difficile ma questo sembra essere il momento peggiore in assoluto». Dura la reazione di Fabrizio Zucchi che afferma: «Alla fine faranno quello che hanno deciso da fare da tempo e che per ora non erano riusciti a fare. Sentirci dire che in tre mesi bisogna recuperare le vendite è assurdo perchè non è una cosa possibile con la crisi in corso».
I NUMERI sono irraggiungibili secondo il rappresentante Rsu che spiega: «Parlano di vendere 12mila moto all’anno ma le loro strategie non hanno funzionato. La responsabilità è della dirigenza, di Colaninno e di chi ha mandato a dirigere la Guzzi. Di questa fabbrica non gli è mai interessato nulla, gli serviva solo per sfruttare il marchio storico». Il destino della Moto Guzzi sembra ormai tracciato per Stucchi che afferma: «Siamo ormai rimasti in 150 e dicono che siamo ancora in troppi. Alla fine fanno quello che volevano fare dall’inizio quindi portare via la produzione come avevano già fatto con la progettazione.
LORO HANNO fallito con strategie sbagliate e noi ne subiremo in pieno le conseguenze perché resteremo senza lavoro. Dei lavoratori non gli è mai importato gran che e così in qualche mese chiuderanno senza farsi troppi problemi».
Ieri dalle 17 si è svolta un’assemlea dei lavoratori in cui i rappresentanti sindacali hanno illustrato la situazione. Tante preoccupazioni e in molti c’è la certezza che le prossime moto con l’Aquila saranno fabbricate a Scorzè dove si trovano gli stabilimenti dell’Aprilia, azienda del gruppo Piaggio, dove sta per scattare una nuova cassa integrazione.