Il futuro dell'azienda è "ufficialmente a rischio". L'UE riflette sugli aiuti.
General Motors potrebbe non farcela.
General Motors e' crollata alla borsa di New York: le azioni della casa automobilistica hanno ceduto il 23% a 1,54 dollari, ai minimi di 71 anni.
Il Colosso di Detroit, se ancora così si può definire, ha perso nel quarto trimestre del 2008 9,6 miliardi di dollari e le vendite sono crollate del 52%.
Il Gruppo americano ha inoltre reso noto di aver già bruciato 6,2 miliardi di dollari dei 13,4 ricevuti dal governo.
La General Motors taglia il suo celebre reparto High Performance Vehicle Operations (HPVO), quello dove sono nate le più celebri e veloci vetture del gruppo, ultime tra tutte la Corvette ZR1
"Se non si riesce ad applicare con successo il piano di rilancio - si legge in una nota ufficiale indirizzata alla Sec, la Consob americana - potremmo non essere in grado di garantire la continuità aziendale e potremmo essere costretti a chiedere la protezione dai creditori in base al codice fallimentare americano". Il colosso dell’auto di Detroit ha dunque ammesso ufficialmente che potrebbe ricorrere al Capitolo 11 cioe' per la corte federale americana l'impresa cessa la sua attività e un trustee vende tutti i suoi beni e distribuisce il ricavato ai creditori. È equivalente alla normale procedura fallimentare della normativa italiana.
La Deloitte & Touche LLP, la società indipendente di revisione contabile che lavora per General Motors, ha diffuso oggi il suo rapporto annuale adducendo un parere sui bilanci consolidati molto negativo. "Le continue perdite operative, il depauperamento del capitale e l’incapacità di generare sufficiente flusso di cassa per far fronte agli obblighi - si legge nel rapporto dei revisori - sollevano dubbi sostanziali sulla capacità di garantire la continuità aziendale". Quella stessa "continuità aziendale" che è stata utilizzata come base per la preparazione dei bilanci e che ora potrebbe crollare trascinando con sé 300.000 posti di lavoro tra dipendenti e indotto.
L'appello rivolto ai Paesi Europei più o meno coinvolti nel suo tracollo è servito a poco. La Svezia si è detta pronta a garantire solo per Volvo, la controllata di Ford, ma non per Saab, la controllata di GM,che lotta per la sopravvivenza.La casa svedese, che produce automobili dal 1949, prevede di chiudere il 2008 e il 2009 con i conti in rosso per tre miliardi di corone svedesi (circa 272 milioni di euro), ma di tornare in utile nel 2011 grazie all'introduzione di nuovi modelli, e' quanto emerso dai documenti presentati oggi da Saab al tribunale distrettuale di Vanersborg, nel Sud Est del Paese scandinavo.
Ed oggi il ministro delle finanze tedesco Peer Steinbrueck ha annunciato che il governo non può prendere una decisione sul futuro di Opel basandosi sui piani forniti da GM. "Non possiamo prendere decisioni irresponsabili su basi inadeguate", ha detto Steinbrueck. Il Cancelliere Angela Merkel, come riportato da Automotive News Europe, ha tuttavia lasciato aperta la possibilità di garantire per Opel, che versa in condizioni gravissime ed ha già annunciato 7.600 esuberi (gli impiegati Opel in Germania sono 26.000).
Proprio per trovare risolvere questa delicata questione, il vicepresidente della Commissione UE, Gunther Verheugen, ha proposto una riunione speciale dei Paesi europei coinvolti dalla crisi della Opel. "Riflettere insieme sul modo in cui reagire alla crisi" sarebbe la migliore risposta europea alle gravi difficoltà di GM che vi si stanno abbattendo sopra. Intanto, General Motors ha annunciato di voler chiedere al governo inglese 440 milioni di sterline in cambio di una partecipazione nel suo capitale azionario (ricordiamo che in Gran Bretagna GM controlla Vauxhall). Come riportato dal canale Skynews, una proposta formale verrà presentata all'inizio della prossima settimana.
Beh...a mio avviso se questa sequoia cade giu' il suo tonfo lo sentiranno tutti... :shock: