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Dakar & Mondiale CCR. Difficile geografia di una rivoluzione

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jenk
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Dakar & Mondiale CCR. Difficile geografia di una rivoluzione

Messaggioda jenk » 13 mar 2013, 18:53

“Divorzio” KTM-Despres, e “ipotesi” Honda per il francese. Husqvarna a Stefan Pierer e “separazione consensuale” Speedbrain-BMW. Lopez KTM Factory Supported. Il migliore dei nostri, Botturi, è alla ricerca di un “manubrio”, ma...

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È strano. Incredibile come possano cambiare le cose, generare confutazioni o addirittura rivoluzionare posizioni che sembravano, fino a un attimo prima, solide e inamovibili come la roccia piantata nella storia. Due mesi dalla fine della Dakar. Meno di sessanta giorni fa l’epilogo di Santiago dava il via ai buoni propositi per l’anno in corso e per la prossima Dakar, propositi quasi tutti incentrati sul “miglioramento”. Invece è la rivoluzione.

Il sasso nello stagno l’ha lanciato per primo KTM, con un comunicato per certi versi anomalo e all’apparenza quasi “ingannevole”. Ecco la nuova struttura KTM Rally, per il Mondiale 2013 e la Dakar 2014, cita in sintesi il comunicato ufficiale del 12 Marzo. Già è strano il tenore, “pacifico” e illustrativo come il verbale di una riunione di condominio, e ancora più strano il dire e non dire sull’argomento clou lanciato dal testo, e cioè la separazione tra KTM e Cyril Despres. Solo i soliti ringraziamenti, le solite nuove sfide alla base del cambiamento di stato, un po’ di numeri, di record e di storia, grazie e arrivederci.

Della Squadra Rally KTM Factory per il 2013 (e Dakar ’14) faranno parte Marc Coma, Ruben Faria e Kurt Caselli. Confermato lo spagnolo (e vorrei vedere!), “acquistato” il portoghese, secondo alla Dakar 2013 e ormai ex portatore d’acqua di Despres, e confermato anche Caselli che, chiamato all’ultimo momento proprio per sostituire l’ancora indisponibile Coma, ha disputato un’ottima Dakar debuttando con due vittorie di tappa.

Di rimando la conferma di Cyril Despres, anch’essa ufficiale e “reticente”. Il comunicato è breve e contiene, ancora, ringraziamenti, un piccolo excursus della storia di dodici anni di successi, la manifesta eccitazione per la nuova sfida all’orizzonte e… la richiesta di un po’ di pazienza in attesa della rivelazione, della definizione cioè dei contorni di questa nuova sfida.

Un passo indietro
Un passo indietro, anzi due, meglio tre. Iniziamo con l’acquisizione di Husqvarna da parte del Signor Stefan Pierer, che non significa esattamente che Husqvarna entra nel Gruppo austriaco. Significa piuttosto una nuova sfida personale di Pierer che, non dimentichiamolo, è prima di tutto un professionista di talento, specializzato nel recupero e nel rilancio di Aziende. Alla KTM era arrivato così, tirato dentro da Heinz Kinigadner, e solo in un secondo tempo, quando l’operazione aveva dato i frutti che sono sotto gli occhi di tutti, era subentrato l’amore per le moto, per lo sport e per il Marchio. Adesso tocca a Husqvarna.

Secondo passo indietro. La “separazione consensuale” tra BMW e Speedbrain, che ne è stata l’emanazione nell’enduro, prima, e nei Rally, dopo. Wolfgang Fischer, promotore di Speedbrain, aveva un accordo diretto con BMW, e la prima moto da Rally del team tedesco era una BMW estrapolata dalla 450 da Enduro e poi avviata su un progetto di diversificazione. Il logo Husqvarna era arrivato sulle carenature della moto da Rally solo lo scorso anno, e solo la Dakar 2013 aveva sancito in modo completo e strutturato il passaggio. Via Husqvarna da BMW, e via Speedbrain, Fischer adesso ha una struttura collaudata, due Piloti sotto contratto, Joan Barreda e Paulo Gonçalves, e lo sviluppo della propria moto. Per il momento è il passo, da considerarsi decisivo, verso la nascita di una nuova Marca, che potrebbe avere lo stesso nome del Team.

Terzo passo indietro, da associare al comunicato “tsunami” di KTM. È la conferma dell’ufficializzazione del rapporto tra la Casa austriaca e Francisco Lopez. Il cileno si lega ufficialmente al Marchio, e ottiene in cambio l’indispensabile garanzia di poter contare sul materiale ufficiale per disputare la stagione e la Dakar. “Chaleco” ha i suoi sponsor e la sua struttura personale, e il passo definito nei giorni scorsi è solo il primo, ma anche il più importante, di un viaggio che riserverà ancora belle sorprese.

E Despres?
E torniamo a Despres. E diamo tempo al Campione, che merita senz’altro tutto il rispetto di privacy che richiede la delicatezza del momento. Manteniamo le distanze dai falsi scoop e limitiamoci a una piccola, verosimilmente eloquente, rassegna di considerazioni “inevitabili”.

La sua Squadra, che ha ottenuto i primi due posti del podio di Santiago, è smantellata, ed il passaggio di Ruben Faria al Red Bull KTM Factory Rally Team lo conferma. Despres, “rallisticamente” parlando, è nato Honda. Con Honda “ha parlato” tutte le volte che la Casa giapponese si è affacciata, anche solo per curiosità, alla finestra su un mondo che è stato eccezionalmente prodigo di soddisfazioni. Senz’altro le parti si sono parlate alla vigilia del grande rientro. Come è facile immaginare, nessuna porta sbattuta in faccia, al contrario. Ma le circostanze e le ambizioni esigono tempo per maturare frutti eccezionali, che sia Despres che Honda sanno attendere. Cyril ha, infatti, vinto ancora una Dakar con KTM, e Honda ha pagato gli errori di gioventù di una moto forse troppo presto presentata come una risposta all’altezza delle aspettative. Despres non può immaginare di andare oltre e fare meglio di quanto abbia fatto quest’anno, a parte aspirare ad eguagliare il record di 6 vittorie di Stephane Peterhansel, e Honda non può più eludere l’esigenza di avere tra le proprie file un Pilota vincente, se vuole davvero vincere la Dakar in tempi logici.

Alessandro Botturi
Che altro viene da pensare? A Ducati, a Yamaha, a un granchio (sempre possibile)?
No, viene da pensare che Alessandro Botturi, il migliore dei nostri Piloti, è nel frattempo vittima di questa valanga di cambiamenti e, dopo la parentesi Speedbrain, non ha un “posto fisso”. Ma se diamo un’occhiata alla geografia “tattica” della stagione alle porte, è abbastanza chiaro che gli eserciti sono schierati a ranghi incompleti, e che altre mosse sono da considerare indispensabili per completare il quadro di una situazione globale tutt’altro che definita. Sistemati i generali, insomma, mancano ancora tutti i “soldati”, i portatori d’acqua. Stay tuned!

fonte moto.it
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Re: Dakar & Mondiale CCR. Difficile geografia di una rivoluz

Messaggioda jenk » 13 mar 2013, 18:54

Bella analisi della situazione attuale.

Complimenti a Piero Batini (moto.it) che l'ha fatta.
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