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Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Tutto... proprio tutto quello che non ha sezioni dedicate.

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Tancrediprato
 
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Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Tancrediprato » 24 lug 2020, 13:42

Recentemente ho letto “la guerra dei mondi” di H.G. Wells. Ma non voglio parlare di questo, bensì di un particolare che ha pungolato la mia immaginazione partorendo una serie di pensieri che qui riporto.

Volutamente non sono andato a cercare qualche scritto tecnico e\o formale, qualche intelligente trattato, qualche dissertazione scrupolosa (sicuro ce ne sono a iosa), per non influenzare il mio pensiero e poterlo fissare cosi al naturale senza condizionamenti. Pensiero che non e’ quindi scientifico ma emotivo e vorrei avere qualche riscontro, altrettanto emotivo. Anche se sbagliati entrambi, mi interessa la genuinita’ perche in essa ci sono i pensieri che assomigliano a noi.

Detto questo, eccomi al dunque.

Per vari giorni, il protagonista e’ bloccato all’interno di una casa crollata nelle quale si puo’ muovere in un paio di stanze. E’ bloccato perche di fronte c’e’ un accampamento di marziani che lo ammazzerebbero subito se venisse scorto.
Durante questi giorni si trova nella privilegiata posizione di poter spiare a pochi passi i marziani, da una fenditura, senza essere visto. Nessun altro lo potra’ fare.
I marziani sono assai piu progrediti di noi, una cultura avanti di migliaia (o milioni?) di anni che ha sviluppato tecniche inimmaginabili. Ma questo non mi turba ed e’ un leitmotiv.

Poi pero’ arriva una sferzata nei miei lobi prefrotali, cosi che miliardi di connessioni iniziano ad accendersi e a lampeggiare furiosamente :

I marziani in se sono goffi, brutti, si muovono con affanno, hanno il corpo pressoche inesistente perchè atrofizzato. In pratica sono una grande testa (1,5m) con un immenso cervello dentro e qualche protuberanza a mò di mano. Del tutto inadatti ad un qualsiasi movimento e incapaci di porre in atto una qualsiasi opera e o lavoro.

All’opposto le macchine da loro create sono meravigliose! Anzi di piu’, sono quasi umane! Le piccole (poco piu di un uomo) si muovono su due “zampe”, agili veloci e sicure, alzando pesi , assemblando altre macchine, e forgiando alluminio, facendo molte altre cose. Il tutto con incredible naturalezza e velocita’, e in quasi autonomia dei marziani, esseri viventi. Pure le strutture per il movimento delle macchine somigliano a fibre organiche muscolari azionate da correnti elettriche, che rivestono le articolazioni. E le macchine gigantesche da guerra alte 30 m, muovendosi su tre piedi, sono molto piu antropomorfe dei marziani.

Detto in poche parole, ma dense, le macchine – prodotte dai marziani - assomigliano e molto agli esseri umani – agili, eleganti, aggraziate, decise- mentre gli essere viventi – i marziani stessi – sono all’opposto essere inetti, goffi, ripugnanti e deformi, inadatti a qualsiasi azione.

Questo mi ha insieme sorpreso e turbato, in quanto i marziani – e’ logico - potremmo essere noi tra due mila o due milioni di anni. Che significa ?
Forse Wells ha intuito qualcosa che ne un moderno scienziato, un filosofo, ne un pensatore hanno visto e analizzato con cura? Ha visto non con la mente ma con la pancia una tendenza, un movimento, una direzione che era’ gia in atto ai suoi tempi e che e’ tuttora in azione ma nascosta agli occhi della ragione?

E cosa e’ questa cosa?

Questa e’ il mio, (sicuramente fallace, contributo) :

Per prima cosa, a scanso di equivoci, per macchina intendo qualsiasi dispositivo creato dall’uomo, includendo computer e quanto altro.
Puo’ essere – a titolo di ipotesi - che in noi alberghi una forza costante non cosciente che ci spinge ad un uso eccessivo di “macchine”, a dispetto del dispiego di capacita’ che invece avremmo. Puo’ essere – sempre a titolo di ipotesi – che questo sia dovuto in fase evolutiva dove il rapporto con la natura e la competizione con le altre specie sia fin dall’inizio mediata da “utensili” e simili e mai esclusivamente diretta con zanne e artigli che non disponevamo. Posto nella savana, l’uomo ha usato quello che aveva – un cervello simbolico – e ha vinto la battaglia usando questo per la creazione di un sistema (sia tecnologico che sociale) che media il ns. rapporto con il mondo. In altre parole, piu’ che irrobustendo la gambe per scappare o le braccia per colpire o allungando i denti per mordere, l’evoluzione ha favorito la tendenza a usare mezzi esterni e artificiali per i nostri scopi unita al medium sociale dove eravamo inseriti.

Questo, forse, e’ il motivo che ci sentiamo appagati nell’usare per esempio un utensile – specie se elettrico e quindi dotato di forza propria – al posto delle mani che sarebbero piu’ che adatte e bastanti.

In linea generale, prediligiamo sempre e comunque una modalita’ di approccio con il mondo mediata dalle nostre creazioni piuttosto che diretta, facente affidamento direttamente sulle ns. forze.

Forse, nell’utensile sono come engrammate , incorporate le forze culturali di tutta la societa’ umana che lo ha inventato prodotto e l’uso di questi ci fa oltrepassare il confine privato tragettandoci in quello sociale per il quale siamo naturalmente portati. La tecnologia e la civilta’ e’ li, al suo interno, e noi possedendolo e usandolo non siamo soli. Non e’ appagante?

Al di la di queste ipotesi, che magari trovano il tempo che trovano, mi sembra pero’ assodato che e’ in atto una certa trasmigrazione delle nostre potenzialita’ entro macchine e accessori che ne amplificano a dismisura la forza, la portata, la condivisione. Queste nostre enormi potenzialita’ vengono estroflesse, immagazzinate e portate a livelli mostruosamente superiore nei disposistivi che inventiamo e che usiamo ogni giorno. Dispositivi che accrescono a velocita’ impressionante le loro funzioni con continue migliorie in una costante evoluzione di tipo Lamarkiano dove i caratteri acquisiti vengono trasmessi, tramite la cultura, alla generazione successiva che a sua volta apportera’ miglioramenti che verranno poi tramandati.

Velocita’ a parte, la cosa che a me sembra evidente e’ questa :
in questa estrusione e infusione delle nostre capacita entro mezzi esterni (da un telefono, ad un auto, al computer) unita allo smodato bisogno di utilizzo di questi mezzi esterni a discapito di quelli interni, vi e’ insito un lento ma progressivo deteriorarsi per atrofia di questi ultimi. Cosi, nel delocalizzare efficacemente funzioni verso macchine che sono in grado di compierle anche molto meglio di noi, ne perdiamo progressivamente la proprieta’ e la capacita’ d’uso. Ed il nostro cervello dimentica funzioni che conoscevamo perchè non vengono utilizzate.

E quindi se vi chiedete dove stanno andando le macchine la risposta e’ : verso una somiglianza all’uomo (che fu). O meglio, verso la ns. proiezione di come l’uomo dovrebbe essere.

E se vi chiedete dove stiamo andando noi, la risposta e’ penosa. Penso verso una somiglianza ai marziani, tutti testa e cervello, quasi privi di corpo o con un corpo inutile, del tutto dipendenti dalle macchine che hanno costruito e dai quali hanno assorbito forza e capacita’ vitale.

Penso che a questa tendenza non ci sia ne fine ne rimedio e nel momento in cui le rette parallele si incontreranno e saremmo capaci di fornire alle macchine emozioni, pensieri e coscienza, avremmo perso il nostro status e saremmo spazzati via dal nostro clone meccanico.

Ma c’e’ tempo, prima dovremmo passare dalla fase “marziana”.

Saluti Tancredi

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Re: uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Giax » 24 lug 2020, 14:39

Tancrediprato ha scritto:e’ in atto una certa trasmigrazione delle nostre potenzialita’ entro macchine e accessori che ne amplificano a dismisura la forza, la portata, la condivisione. Queste nostre enormi potenzialita’ vengono estroflesse, immagazzinate e portate a livelli mostruosamente superiore nei disposistivi che inventiamo e che usiamo ogni giorno. Dispositivi che accrescono a velocita’ impressionante le loro funzioni con continue migliorie in una costante evoluzione di tipo Lamarkiano dove i caratteri acquisiti vengono trasmessi, tramite la cultura, alla generazione successiva che a sua volta apportera’ miglioramenti che verranno poi tramandati. Velocita’ a parte, la cosa che a me sembra evidente e’ questa :
in questa estrusione e infusione delle nostre capacita entro mezzi esterni (da un telefono, ad un auto, al computer) unita allo smodato bisogno di utilizzo di questi mezzi esterni a discapito di quelli interni, vi e’ insito un lento ma progressivo deteriorarsi per atrofia di questi ultimi. Cosi, nel delocalizzare efficacemente funzioni verso macchine che sono in grado di compierle anche molto meglio di noi, ne perdiamo progressivamente la proprieta’ e la capacita’ d’uso. Ed il nostro cervello dimentica funzioni che conoscevamo perchè non vengono utilizzate. E quindi se vi chiedete dove stanno andando le macchine la risposta e’ : verso una somiglianza all’uomo (che fu). O meglio, verso la ns. proiezione di come l’uomo dovrebbe essere.

Invece io ho finito di recente "Player Piano", di Kurt Vonnegut.
Te ne consiglio la lettura.

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Re: uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Kinobi » 24 lug 2020, 15:59

Se siete dai 45 ai 55 anni, in particolare veneti, vi consiglio il libro di Ivano Beggio "La mia Aprilia".
A parte la storia motociclista, è la descrizioni accurata del modo tipico del nord est di fare business il vero fulcro del libro.
Orgogliosamente da veneto dico che continuiamo a fare così.
Lamps.

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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Bat21 » 25 lug 2020, 9:11

Premettendo il dato di fatto che questo pianeta non possa disporre di milioni d'anni di vita, restando piedi a terra e senza visitors di sorta ...il cammino verso un'integrazione sempre più massiccia di macchine, atte a sostituir l'operato umano in qualsivoglia frangente, è ormai inesorabilmente tracciato.

Tornando indietro di soli 20 anni ...nessuno di noi (credo) si sarebbe immaginato poter interloquire a distanza per mezzo di un pc o esser in contatto con lo scibile grazie ad un "telefono evoluto" ...eppure, dove si guardi-guardi, si notano sempre più persone che camminano con il capo reclino verso la mano che brandisce tale (ormai) indispensbile ausilio tecnologico ...ignare di poter andar a sbattere contro il primo palo della luce o terzi che si possa incontrare passeggiando (e mi fermo all'utilizzo pedonale ...!)

...se poi torniamo indietro di 40 anni, ecco riaffiorar ricordi d'una moneta di color rame > a doppio intaglio su una faccia e singolo sull'altra > che si teneva nel portamonete per "improvvise esigenze di contatto" (previa ricerca della cabina telefonica) ...per tutto il resto si cogitava maggiormente, industriandosi nel solver cose ora "impossibili" senza lo smartphone(!).

Ma cosa sono 20/30/40 anni nel perpetuarsi dell'universo :?: Forse un battito d'ali di farfalla :?: ...Molto meno.

La domanda di fondo presumo sia diverremo succubi della tecnologia applicata? ...Lo siamo già :!:

V'è da domandarsi per quanto (ancora) non saremo sostituiti in toto dalla cd. I.A. (intelligenza artificiale), sempre più inconsapevoli che ulteriori evoluzioni delle "macchine" (legate ai cd. servizi) vadano di pari passo con un involuzione umana (avente le forme di uno scivoloso imbuto).

Da ragazzo leggevo le visioni di Isaac Asimov, scrittore di fantascienza ...ora è GIA' attuale.

n.d.r.

O.T.

Mi sarebbe piaciuto legger news sulla tua (eventuale) decisione in ordine all'SM990 ...della cui sorte avevi aperto un topic, rimasto in sospeso :roll:

Fine O.T.
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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Breve58 » 25 lug 2020, 9:25

Ma a me sorge una domanda che sta a monte di tutto ciò. L'uomo per milioni di anni era più o meno una scimmia. Poi negli ultimi 200k si è progressivamente evoluto. Questo non sarebbe dovuto accadere. Come se i cani iniziassero a parlare. Le spiegazioni teologiche sino un po fantasiose (non me ne vogliano i credenti) anche le teorie di Mauro Biglino lo sono altrettanto. Lui dice che forse sino arrivati gli alieni e ci hanno innestato un po del loro DNA.

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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Bat21 » 25 lug 2020, 9:30

Alt ...allora mi siedo ... :popcorn:
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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Giax » 25 lug 2020, 10:03

Bat21 ha scritto:Premettendo il dato di fatto che questo pianeta non possa disporre di milioni d'anni di vita

Già che ci siamo… ultimamente ho anche letto un libro interessante (saggio, a differenza del citato [primo] romanzo di Vonnegut): Henri Pier Castel, “Il male che viene”.

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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Bat21 » 25 lug 2020, 10:09

Ma ...stiamo disquisendo su trattati e libri letti :roll: :?:

Perchè altrimenti mi chiamo fuori ...è ormai "una vita" che non riesco a legger più un libro dall'inizio alla fine :lol: :shifty:
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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Giax » 25 lug 2020, 10:16

No, è che sono tra quelli che, prima di scrivere, preferisce leggere ;)

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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Bat21 » 25 lug 2020, 10:26

Ah ...allora mi sa che io debba passare su buona parte dei topic ad indirizzo intellettuale :lol:

:roll: ...avevo inteso si dovesse riportare la propria visione, su quanto esposto in apertura da Tancredi ...non riferimenti di letture ...ma chiedo ugualmente venia :oops:

Tancrediprato ha scritto:Volutamente non sono andato a cercare qualche scritto tecnico e\o formale, qualche intelligente trattato, qualche dissertazione scrupolosa (sicuro ce ne sono a iosa), per non influenzare il mio pensiero e poterlo fissare cosi al naturale senza condizionamenti. Pensiero che non e’ quindi scientifico ma emotivo e vorrei avere qualche riscontro, altrettanto emotivo. Anche se sbagliati entrambi, mi interessa la genuinita’ perche in essa ci sono i pensieri che assomigliano a noi.


Quindi ...non potendo competere in termini di letture librarie, potrò solo che leggervi :) :!:
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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda stereoby » 27 lug 2020, 7:36

Prima di pensare a cosa diventeremo tra qualche migliaio di anni, bisogna capire cosa succederà tra due o tre secoli quando avremo finito il petrolio.
La nostra società attuale si è evoluta sulla plastica e sull'energia ottenuta bruciando petrolio.
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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Bat21 » 27 lug 2020, 8:48

@stereoby

Siamo in O.T. ...ma per risponderti ...

2 o 3 secoli ...azz, sei MOLTO più ottimista di me ...perchè per tale data, non immagino pensare a come saranno ridotti ghiacciai e calotte polari (se esisteranno ancora), con ciò che ne conseguirà :| :!:

Fine O.T. ...dell'anno che verrà (L. Dalla docet) :roll:
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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda stereoby » 27 lug 2020, 11:19

Non è proprio OT.
Premesso che più si va avanti e più si trovano giacimenti di petrolio che prima erano considerati "irraggiungibili", comunque l'oro nero prima o poi finirà e se non superiamo questo "scoglio" ci toccherà fare un passo indietro e tornare a zappare la terra, scongiurando lo scenario proposto da Tancrediprato in cui siamo destinati a diventare testoni con gli arti atrofizzati :fonz:
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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Bat21 » 27 lug 2020, 11:40

Mah ...secondo quanto si sente, in relazione allo sproporzionato aumento delle temperature/effetto serra/abbassamento del permafrost/innalzamento dei mari ... :roll:

oserei dire che la mancanza dell'oro nero sarà un mero "problema residuale" ...ma per buttarla sul musicale, lo scopriremo solo vivendo :)

Ora attendiamo risposta da Tancrediprato ...perchè stiamo sporgendo come un poggiolo :lol:

:wink:
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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Tancrediprato » 27 lug 2020, 23:06

Salve,
Provo a scrivere con tablet dal letto, chissà che ne viene fuori.
Giax, grazie delle indicazioni. Vedrò di leggere quello che suggerisci.
Bat, hai colto nel segno. Mi interessano le impressioni nascoste , le sensazioni non chiare, i presagi serpeggianti sottopelle piu che dei dotti resoconti.
Per assurdo in certi campi del sapere , meno si razionalizza e piu si scava nei profondi meandri del nostro buio, piu si trovano collegamenti,idee,soluzioni che non si palesano alla mente fredda e calcolatrice . Più si illumina con la fredda luce della ragione ,piu si confondono i contorni e si sfoca la vista. Talvolta meglio il brulicare del crepuscolo che l abbaglio del mezzo di.
Quindi ogni libero pensiero è ben accolto.
Per l altro post hai ragione. Provvedo presto.

Breve, la tua domanda è molto più profonda di quanto tu immagini ed un tentativo di risposta richiederebbe lo spazio di un libro almeno, forse più. Esula dalle ns forze.

Stereoby, può essere che saremo al tramonto ben prima di esserci atrofizzati, anzi è probabile.
Ma io non volevo parlare di questo ma di una tendenza in atto gia adesso ma pure 100 e mille anni fa in rapida progressione. La tendenza è quella di alienare da se specificità umane e infonderle nelle macchine per potenziarne l l'efficacia. Così facendo perdiamo via via, progressivamente caratteristiche e infine sembianze umane. Le macchine dal canto loro ci assomiglieranno sempre di più, ben al di là del test di Turing , ma la loro assoluta superiore efficienza e perfezione contro l apparente fallacità umana , investirà anzi ha già investito la nostra visione del mondo e della nostra società. Dove le istituzioni, scuola, fabbrica, ospedali tanto sono migliori tanto assomigliano ad una macchina, al di la di come ci si trova chi ne da la ragion d'essere ,: studenti, lavoratori, pazienti. Sono sentiti gia oggi come scocciature, pastoie che limitano il favoloso procedere del meccanismo, invece che attori primari dove tutto attorno dovrebbe ruotare.

Insomma per assurdo le macchine ci assomiglieranno in quanto destinatari di qualità umane e le nostre società assomiglieranno alle macchine rincorrendo il mito dell efficienza e diventando via via sempre più disumane. Per molti versi lo sono già.

Come gia detto, il limite e lo scontro avverrà quando alle macchine sarà data una coscienza , una capacità di provare emozioni ed il libero arbitrio.

Agli enti sociali la legittimazione ed il potere di decidere per noi e di stritolarci come in un tritacarne.

Quanto siamo lontani?

Forse che finisca prima il petrolio è un buon auspicio piuttosto che un timore.

Saluti Tancredi

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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Giax » 28 lug 2020, 7:33

Di distopie centrate sulle macchine sono piene le fosse.

Provo a cogliere lo spunto e virarlo su qualcosa di prossimo a passione e tematica di questo Forum.
Nel processo di delega delle funzioni antropologiche alla macchina, c’è anche quello della guida.
Già solo gli “auto piloti” attuali (da cruise control all’active cruise, con rilevazione radar, del quale si è scritto nel subforum del 1290SA) tolgono al pilota e affidano alla macchina. Non diversamente traction control e mappature del ride by wire.
Ma ancora di più con la guida autonoma, quando la delegazione della attività di guida sarà globale. Affideremo ad un algoritmo di un consorzio industriale, battezzato da qualche comitato ministeriale o sovranazionale, la scelta se battere contro un muro o investire una persona.
E, siccome ho la modestia di pensare invece che tanto sia già stato studiato e ragionato da individui e collettivi più versati di me e che se ne possa ben giovare il curioso e l’interessato, consiglio un altro titolo letto un paio di anni fa: “Would You Kill the Fat Man?” di David Edmonds; in esso si indagano i meccanismi razionali ed emotivi di dover compiere scelte morali di vita o morte partendo dal celebre paradosso dell’uomo obeso sulle rotaie.

Devolvere sistematicamente alla macchina operazioni manuali (prima rivoluzione industriale), operazioni [concettuali] routinarie (seconda rivoluzione industriale) e attività decisionali (rivoluzione in corso) ha sempre comportato un inevitabile cambiamento (impoverimento?) del profilo antropologico e delle capacità in termini, se non individuali, di specie. Che sia il cosiddetto “extended mind” di smartphone e dispositivi simili, cui affidiamo quote parti della nostra memoria o del nostro processo cognitivo, o che sia l’IA che effettua lo screening automatico nella diagnostica clinica per immagini, si tratta di una notevole propulsione verso il progresso e con evidenti benefici - ma anche con indubbi impatti permanenti o durevoli nel profilo umano.

Vorremmo una 1290 con 200CV guidata autonomamente?

Ci avviciniamo al tema Tancredi?

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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Breve58 » 28 lug 2020, 7:44

Facciamola semplice semplice: nel 1972 ero al primo anno di ragioneria e una delle materie era dattilografia con le allora avveniristiche Olivetti Editor 4 elettriche. Questa materia innovativa aveva da 2 anni sostituito un altra materia: calligrafia. Bene, a distanza di 50 anni mi sono accorto "grazie" alla tecnologia che non sono quasi più capace di scrivere in corsivo!

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Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Giax » 28 lug 2020, 7:49

Facciamola semplice semplice semplice: sostituisci “scrivere in corsivo” con “decidere” o “pensare”.

Quando deleghi alle macchine il pensiero… be’… forse il processo è irreversibile.

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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Matteo_Harlock » 28 lug 2020, 14:07

Fortuna che esiste ancora il buon vecchio 990 a stimolarmi le facoltà cerebrali.

Ogni volta che ha un rumorino, una goccetta d'olio, un gemito, stimola le mie capacità di risoluzione dei problemi (problem solving mi fa ca.are)
:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Scherzi a parte.
Pensateci. Nel forum cugino ci si lamentava spesso delle finiture meccaniche, di quella filettatura che bisognava ripassare con l'helicoil, di quella vitina che non si riusciva a raggiungere.
Adesso se faccio un giro sulle sezioni dei nuovi modelli ci trovo "non riesco a connettere lo smartphone al cruscotto per sentire la musica".

L'altro giorno ho installato sul PC della mia ragazza (Windows10) il driver dell'interfaccia seriale per rimappare il kappa.
Avevo bisogno della "gestione dispositivi", per visualizzare e impostare manualmente le periferiche.
C'è ancora quella finestra. Ma è sepolta sotto ennemila sottofinestre. Una volta il "pannello di controllo" era di facile accesso.
Ora è nascosto. E, a leggere in giro, credo che siamo in 5, compreso io, a lamentarsene.

E questo perchè? Perchè l'utente medio di fronte a processi mentali che richiedano più di 2-3 desiste. Si annoia, si spaventa, sbuffa.
Quindi a che pro lasciare bella disponibile una risorsa di diagnostica e personalizzazione?
Nascondiamola. Al più gli venderemo l'app per fare un'operazione che potrebbe fare da solo leggendo un manuale e impegnandosi per 41secondi.

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Re: Uomini e macchine. (le moto non centrano)

Messaggioda Kinobi » 28 lug 2020, 14:21

Breve58 ha scritto:non sono più capace di scrivere in corsivo!

Quoto
A scrivere come avrei dovuto alle medie ed elementari, non sono più capace. Ovvero tutto "collegato".
Scrivo a stento in corsivo. (ovvero come vedi scritto ora, ovvero ogni lettera staccata)

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