da Tancrediprato » 10 lug 2020, 15:30
In questi giorni sono stato incredibilmente risucchiato dal lavoro e non ho avuto nemmeno un secondo per pensare a questo. Ho letto la sera i vari commenti, ma mi mancava la forza di rispondere. Il giorno dopo, riparte sempre il turbine dal quale non riesco a vedere oltre.
Oggi mi prendo un attimo e rispondo.
Voglio mettere qua in fila le varie idee e dare qualche commento. Ognuna ha ragione d’essere perché riflette una personalità e una visione del mondo.
1) Pragmatica.
Non la usi? Vendila.
Sembra corretta, ma elude di analizzare le sottili tematiche che scorrono nell’ombra e che mi son sforzato fare presente. Così com’è, la scarto.
2) Realista.
Non sei capace di usarla? Fai un down grade ma rimani in moto.
La commento dopo.
3) Nostalgica.
Ci sono dei ricordi, dei pensieri connaturati nella moto. Non te ne separare perché ti separeresti da una parte di te.
La commento dopo.
4) Riduzionista.
Che palle che fai, ci sono altri problemi ben più importanti che pensare a questo. Si è vero, ma il guardarsi dentro anche e soprattutto nelle micro dinamiche delle piccole cose non è un gioco futile. Ma ti fornisce utili informazioni su te stesso , l’analisi delle quali potrebbe tornarti utile pure nelle problematiche più pesanti e impegnative. Nel piccolo ci sta il grande, riassumo.
5) Negazionista.
La moto è un pezzo di ferro e plastica, non altro. Vendila che ci stai a pensare. (è molto diversa dalla 1. La 1 non affronta il problema ci passa sopra. La 5 ne nega l’esistenza).
Su questa avrei molto da dire. A me ricorda un certo modo di agire del Io che a seguito di una ambivalenza dolorosa che provoca ansia, nega uno dei due termini. Ma cosi facendo innesca altri problemi e si aliena dalla realtà.
Un esempio = Eccolo . Siete innamorati della moglie di vostro fratello e siete persone corrette. Quindi siete in una ambivalenza dolorosa.
La soluzione patologica A è di negare la realtà esterna : tuo fratello non è sposato con quella donna, oppure : quello non è tuo fratello. Potreste quindi non riconoscerlo più oppure scordare un pezzo di vita. E questa rimozione dalla coscienza costa fatica e provoca sintomi.
L’altra soluzione è negare che siete innamorati. Potreste provare indifferenza ma pure odio, ma anche paura nell’avvicinarsi alla zona in cui vive..o forse scordarvi la strada. Molto altro potrebbe succedervi, a vs. insaputa.
La soluzione corretta che però necessita di un io forte, è di non negare la realtà esterna ne quella interna e assumere la contraddizione su di se. Non per questo però dare corso al desiderio scorretto, ma negargli l’accesso alla realtà. Il risultato è quello di rimanere puri, pur sapendo di essere marci. Ma è l’unica cosa da fare. (no no, non è autobiografica.. in me c’è pure di peggio!)
Chiusa la digressione, ritorno alle idee 2-3.
Nostalgia viene dal greco nostos (ritorno al paese, ritorno a casa) e algia (dolore).
A mio avviso manca un termine collegato al piacere.
Infatti nella accezione di nostalgia c’è un piacere nell’evocare ricordi passati e forse pure un dolore nel constatare di non poterli rivivere . E’ quindi un piacere doloroso. Ma sempre piacere è.
Detto questo, mi vien da pensare che la due non differisca dalla tre se non nell’operatività : I ricordi non sono più collegati ad una cosa ma una azione, ad un modus vivendi che quindi possono essere rivitalizzati in un perpetuarsi dell’azione stessa, pur con diverse modalità.
Entrambe sono quindi soluzioni nostalgiche, che mi sento di irrazionalmente abbracciare!
Non so quale delle due porrò in essere, ma sicuro per ora la tre e poi la due si vedrà.
Saluti Tancredi.
Il sogno? Non mi ha aiutato, benché parlasse della moto.
In pratica era venuto il “compratore” . Era un ragazzo giovane, un po’ sprovveduto ma tutto sommato simpatico. Io gli dico : Senti facciamoci un giro invece di tante spiegazioni. Io guido, te dietro. Allora giro la chiave e dopo 6 anni parte in un lampo. Andiamo e io impenno come una matto e lui ulula di gioia. Poi mi ingarello con dei ragazzetti e li umilio. Alla fine torniamo a casa e ci si saluta.
Il sogno mi ha fatto pensare ma poi ho capito. Il ragazzotto sono io da giovane (molto giovane) che incontra l’io vecchio e ne rimane entusiasta. Non solo, l’io vecchio e’ pure capace di impennare vigorosamente (come non ricordare una erezione?) e di umiliare altri ragazzotti. Quindi questo sogno e’ di quelli “consolatori\adulatori” che ti liscia l’io facendoti sentire forte, importante e sicuro.
Perche’ e’ venuto mi sono chiesto?
Facile : Avevo il giorno dopo un appuntamento importante, molto importante, con una multinazionale ed ero solo. Ovviamente un po’ impaurito.
L’inconscio mi manda questo sogno per dirmi : tranquillo sei forte, piu di quando eri giovane.
La moto non centra nulla.
Ps. Ho scritto tutto ad una velocita’ esagerata e sicuro ci saranno un mare di errori. Chiedo venia.