Guidare sulla neve può essere un’esperienza molto divertente o al contrario estenuante, tutto dipende da come la si affronta. Certo la latitudine può aiutare: dove la neve è una consuetudine non è un problema affrontare una tappa del mondiale enduro, ma per chi considera l’andare in moto sulla neve un’avventura quasi esotica, serve un minimo di adattamento.
Innanzitutto una precisazione: nella neve alta e fresca è un delirio andare in moto, anche in discesa. Per neve qui si intende quella compattata dal gatto, come sulle piste da sci, meglio ancora se “glassata” dal freddo. Su questa neve si guida un po’ come sulla sabbia: bisogna mantenere la velocità. La guida brusca non paga: è inutile staccare con cattiveria poiché le ruote, una volta bloccate, affondano; così si perde velocità e diminuiscono di pari passo direzionalità e controllo.
Al primo passaggio, con fondo vergine e senza segni, la tenuta è notevole e si curva col gas, disegnando traversi da paura. Si guida quasi come sulla sabbia umida. Quando si passa più volte e si formano i canali, la storia si complica. Essi, infatti, sono diversi da quelli che si formano su un fondo sabbioso, poiché sono difficili da sfondare. Sembrano canali di terra viscida, coi bordi netti e resistenti. Bisogna cercare di tagliarli, anticipando e cercando di non finirci dentro con l’anteriore “passivo”.
Altro problema: in corrispondenza dell’atterraggio dei salti o nelle compressioni la neve si sfonda: si formano buche di neve soffice che ti bloccano come sabbie mobili. Anche queste vanno anticipate, facendo attenzione a non saltarci dentro di punta.
Se la neve non è ben battuta, l’imperativo è galleggiare, non mollare mai completamente il gas, ma non tenerlo neanche a manetta. Si guida come sulla sabbia soffice. Quando ci si pianta, uscire è un lavoro mica da ridere. La neve soffice, poi, può nascondere grosse e spiacevoli sorprese, come sassi o blocchi di ghiaccio, soprattutto vicino alle sponde delle strade lamate.
Oltre alla neve, bisogna anche fare attenzione alla moto, alla frizione e a non tenere inutilmente a manetta il motore, altrimenti si rischia di affaticarli per nulla. Dappertutto occhio ai freni: un colpo di sicurezza ogni tanto per tenerli caldi non guasta, per evitare che si gelino e non funzionino. Se succede, è sufficiente tenere frenato per un po’ e tornano a posto, basta avere lo spazio per farlo.
I pneumatici migliori in questi casi sono quelli da cross sabbioso. Nella sola neve il chiodo non serve a nulla. Serve moltissimo, invece, se lo strato di neve è basso e si tocca il terreno gelato. Sul ghiaccio e sulle strade “glassate” i chiodi sono fondamentali: si guida quasi come sul terreno duro col brecciolino. Bisogna fare attenzione, però, all’asfalto: l’effetto dei chiodi è opposto e in un attimo sei col sedere per terra. In pratica: il chiodo deve piantarsi per essere efficace, d’altra parte è pensato per il ghiaccio.
Di tutti i mezzi e le coperture provate, il massimo per divertirsi è la moto “classica”, meglio se 4T di grossa cilindrata e corsa lunga, con copertoni da cross chiodati. Motoslitta a parte, è il miglior compromesso: sul ghiaccio come sulla neve battuta ci si diverte come matti.
Da non sottovalutare: nella neve la moto è più pulita quando arrivi che quando parti, le gomme sembrano appena uscite dallo stampo.
fonte motociclismo