visto che questo è un forum di discussione e cambiare idea è lecito, dopo vari dubbi ed elucubrazioni aggiorno la mia posizione. sono arrivato alla conclusione, o comunque il dubbio, sul fatto che abbandonare il nucleare sia stato un errore. ho maturato questo pensiero con calma, prima su esperienze personali, poi su ragionamenti, solo ragionamenti e poi cercando dati. non posso riportare qui tutto il mio percorso, ma proverò a riassumerlo.
esperienza personale. ero tra quelli che dopo il referendum si sentivano più "leggeri", contenti per il no, anche se con qualche dubbio di populismo e demagogia (infatti non ho votato), però colpevolmente non avevo approfondito l'argomento più di tanto, pensando che, comunque, in ItaGlia non riusciamo a fare un ponte figuriamoci una centrale. due settimane dopo il referendum ero per lavoro in slovenia, a cena al tavolo con uno svizzero, un tedesco e uno sloveno. sembra una barzelletta, ma non lo è. tutti basiti, che mi chiedevano.."ma..avete detto no!?!? ma non avete capito... ora come farete..siete un paese manifatturiero, industriale, come farete con le fabbriche che chiuderanno per il costo dell'energia?" io, sicuro e sfrontato, ho fatto il giullare, battute e risposte sagaci, spesso prese dagli antinuclearisti referendari. alla fine, lo sloveno (un viceministro, non l'ultimo arrivato), un po' dubbioso mi ha detto. "...sarà...comunque dopo il vostro voto,noi abbiamo deliberato la costruzione di due centrali, una per la nostra crescita economica, l'altra per fornire energia a voi; sai quale è la parte interessante? le pagate entrambi voi: costruzione, manutenzione e smaltimento". posso dirvi che mi è passata la voglia di ridere? da li in poi ho iniziato a ragionare, intenzionalmente senza dati, ragionare e poi a reperire informazioni. devo dire che il bilancio è a dir poco assurdo. e ancora più assurda è l'assenza di informazioni sui pro e contro che abbiamo in italia.
prima domanda: quanti di voi per il referendum, sanno esattamente cosa hanno votato? beh chi pensa di aver votato contro il nucleare sbaglia, perchè un referendum contro il nucleare è anticostituzionale. infatti nè il referendum dell'87 men che meno l'ultimo poteva votare contro il nucleare (questo risponde a quanti si chiedevano, come il sottoscritto, ma se ho già votato nell'87 perchè me lo richiedi? mica è scaduto etc). la costituzione italiana (la più bella del mondo) non consente i referendum su due cose: le tasse e gli accordi internazionali. l'italia fa parte del trattato euratom, dove si impegna a promuovere e sviluppare l'energia pulita del nucleare, per questo motivo nessun referendum può essere esplicitamente contro il nucleare. infatti per assurdo, se andiamo a leggerci il referendum (quanti di voi si ricordano di cosa parlasse?) indicava l'abrogazione del decreto legge che rinviava la decisione di dove costruire le centrali di un anno, proprio per evitare l'influenza emotiva di fukushima come per cernobyl, quindi abrogando quel dgls, si è di fatto dato il permesso di costruire SUBITO le centrali in italia. se poi volessimo ragionare sul trattato euratom e i suoi scopi, ci sarebbe molto da capire.
ma a parte questi dettagli di legge, ho cercato di ragionare con un po' di metodo e comunque molti dubbi. 1) conviene/non conviene 2) costi/benefici sul pericolo
conviene: ma avete dato un'occhiata alla mappa di centrali in europa? la svezia ha una crescita economica spaventosa dichiaratamente attribuibile all'abbandono dei combustibili fossili.
l'italia è l'unico paese dell'EU 15 che paga multe per il superamento delle emissioni fossili proprio a causa dell'assenza di produzione nucleare.
in cina ne costruiscono una al mese.
avete provato a chiedere quanto paga di bolletta un francese, un belga uno svizzero? e a livello industriale?
il giappone ha rilanciato un programma nucleare proprio per rilanciare l'economia.
qualcuno ha dato un'occhiata al documento di valutazione economica dell'alcoa? dice in estrama sintesi che l'energia elettrica costa troppo per essere in attivo. e se lo stato la compera a 10 e la rivende a 6 per tenere aperta l'azienda, oltre a rimetterci, non può perchè è un aiuto di stato. si chiamano industrie "energy sensitive" ovvero necessitano di una quantità e qualità di energia molto elevate e noi, l'energia, la paghiamo a carissimo prezzo.
mi rendo conto che sono ragionamenti semplicizzati e che non rendono l'idea di un discorso così complesso come questo, ma potrà venirmi il dubbio che se pagassimo l'energia elettrica di meno, diverse industrie di quella categoria "starebbero in piedi"?
non mi dilungo qui sui conti e numeri: ma se guardiamo l'eolico e il fotovoltaico, i costi, la quantità/qualità produttiva, davvero basterebbe il ragionier ugo fantozzi per capire molte cose. senza dare dati, ma sempre rimanendo sul ragionamento: l'italia è passata dal 2% al 26% di produzione (non fabbisogno) energia di fotovoltaico. le bollette sono diminuite grazie a questo balzo? lasciamo stare gli aumenti per finanziare la costruzione degli impianti, ma anche al netto i conti non tornano. nessun altro paese ha una produzione così alta, e di questo ne vado fiero, ma allora come mai gli altri pagano le bollette un terzo per uso civile e fino ad un quinto per uso industriale?
pericolo. questo è un ragionamento banale, ma...quanti di voi hanno rinunciato ad andare in provenza, in svizzera, in germania, in svezia per un pericolo nucleare?
quanti di voi hanno esitato a comperare frutta, verdura, vini, formaggi francesi, perchè prodotti in territori "altamente" nuclearizzati? (oltre l'80% del fabbisogno elettrico è nucleare).
io personalmente mai. e quando qualcuno mi dice:" tu ci vivresti vicino ad una centrale?" beh io già ci vivo. oltre il confine c'è una vecchissima centrale termonucleare francese di prima generazione che avrebbero già chiuso se non servisse a vendere l'energia elettrica a noi (soprattutto per alimentare le nostre centrali idroelettriche: altra sorpresa che confesso ignoravo totalmente). comunque preferirei avere una centrale nucleare di terza generazione al di qua del confine, con tutti i vantaggi per il territorio, piuttosto che quegli assurdi scavi per la ricerca di petrolio e metano che stanno facendo in diverse parti di italia: quelle si che rendono invivibile e impraticabile il territorio (chi comprerebbe frutta/formaggi/carne di quelle zone?)
boh non so, il discorso è lungo e non so manco perchè l'ho iniziato. però vi posso dire che ho la sensazione che un po' per il culo siamo stati presi? un vecchio metodo di ragionamento latino, utilissimo, cui prodest? a chi conviene? beh la conlusione è che avere l'italia senza nucleare conviene a molti, moltissimi (la lista è lunga, dalla russia a diversi altri paesi) tranne che all'italia.
nell'87 l'italia era il terzo produttore di energia nucleare al mondo e la nostra tecnologia era la migliore in assoluto. come mai la germania sta cercando di comperare, a prezzi di svendita, i brevetti dell'ansaldo nucleare?
sull'informazione: in italia ogni informazione che sembra dare contro al nucleare ha un risalto enorme, mentre è quasi assente il discorso opposto. in piccolo, mi ricorda 20 anni fa le bombole gpl sulle auto: in caso di incidente, titoloni "esplode a causa della macchina a gas". salvo poi avere un trafiletto di due righe in ultima pagina smentendone la causa.
l'italia va a rotoli e questo dipende da moltissimi motivi, però credo che aver abbandonato il nucleare sia da annoverare tra le cause.
ad esempio, l'approvvigionamento di energia dall'estero consente una corruzione di gran lunga più elevata rispetto a quanto si possa fare per il nucleare.
l'italia la si può comperare a prezzi di saldo per i russi (proprio quelli di cernobyl, che ora vendono petrolio e metano al prezzo che vogliono).
boh non lo so, non sono un nuclearista convinto, però più mi documento, con un minimo di metodo ed oggettività, più dubbi mi vengono...
poi per carità, cercare di documentarsi con oggettività su questo argomento è difficilissimo, per non dire quasi impossibile. demagogia, toni altissimi, urlati, violenti...non si riesce a trovare un dibattito, in italia, che si possa definire ragionato ed oggettivo. sentenze, sarcasmi, toni alti, possono portare voti, persuadere folle, ma non aiutano a far luce su un argometno complesso...
una cosa però pare certa: gli italiani non riflettono, o non sono portati a riflettere sulle conseguenze dei propri voti. in giappone, dopo la decisione di sospendere per un anno la produzione nucleare, attingendo alle ingenti riserve di cui dispongono, da un giorno all'altro hanno vietato l'uso di condizionatori, luci etc proprio per ridimensionare il consumo di energia elettrica (e nonostante questo son ritornati al nucleare in quanto unica possibiltà di rilancio economico). noi, il giorno dopo il referendum, non abbiamo registrato nessuna variazione nel consumo di energia. nessuno ha pensato di porsi il problema che senza il nucleare avremmo pagato l'energia molto di più, avremmo avuto una dipendenza totale dall'estero.
boh, non lo so, se i numeri che sto guardando e i documenti che sto reperendo hanno un minimo di attendibiltà, sembra che abbiamo fatto un favore enorme a tanta gente, ma non di certo al nostro povero vecchio stivale...