Nell’ antichità per assicurarsi che una persona fosse effettivamente deceduta, l’usanza voleva che la persona
incaricata di questa verifica, il “beccamorto” appunto, mordesse violentemente una delle dita dei piedi del
presunto cadavere, se alcuna reazione si registrava, la valutazione era definitiva e la sepoltura inevitabile.
Questa funzione di beccamorto che di fatto era un vero e proprio incarico, si trasmetteva di padre in figlio fin
dalla notte dei tempi.
A un certo punto accadde una prima catastrofe : l’ultimo beccamorto benché avesse avuto molte figlie, non
ebbe alcun maschio.
Sua figlia maggiore prese dunque il suo incarico, previa riunione e parere del Consiglio dei saggi preposti a
questo tipo di materia.
Seconda catastrofe: il primo soggetto che ella si trovò ad esaminare aveva contratto una grave malattia che
l’aveva condotto ad essere amputato ad entrambi i piedi……………
Peggio ancora, la cancrena l’aveva in parte divorato, al punto che era stato necessario tagliargli le gambe fino
all’altezza delle cosce.
La ragazza valutò la situazione e morse dunque con precauzione la prima “ estremità” inferiore che potè
trovare…………………………..
Fu in quest’ epoca e in tali circostanze che si passò dall’ espressione “ beccamorto “ a “pompe funebri”.