Per quanto mi riguarda, non c'entra il perché sì o il perché no.
C'entra con altro.
Pensavo ad Alice nel paese delle meraviglie e al dialogo fra la ragazzina e uno strambo personaggio: Coccobello che parla del "non-compleanno".
...
"E un giorno solo, nel quale puoi ricevere regali per compleanno, capito? È una gloria per te!"
"Non capisco cosa voglia dire lei con "gloria" " disse Alice.
"Naturale che non puoi capirlo finché non te lo spiego. Volevo dire; ecco un argomento che taglia la testa al toro."
"Ma "gloria" non significa "un argomento che taglia la testa al tori"! fece osservare AliceE avanti di questo passo fino a quando si è portati a chiedersi chi sia il "padrone" della lingua. Ebbene, i linguisti sono unanimi nel sostenere che il farsi e disfarsi di una lingua non è dovuto alle grammatiche o alle grandi opere letterarie, bensì ai parlanti: ai membri di questo forum, ai miei vicini di casa, ahimé ai miei alunni
I parlanti la lingua italiana, a un certo momento hanno deciso che "moto" andava bene quanto "motocicletta" e moto è stata. Il mondo motociclistico, sull'onda del successo di Easy rider, hanno adottato allo stesso modo Born to be wild.
A mio parere, poi, se è vero che la traversata degli Stati Uniti poteva essere fatta in automobile (come Kerouac) o a piedi (come Chatwin in Patagonia), è anche vero che il film ha promosso l'immagine della moto come strumento di libertà, più di quanto sia successo con la Bonneville di Marlon Brando nel "Selvaggio" o in altri film in cui appaiono delle moto.
ciao!
ale