Giax ha scritto:Le alternative sono:
- non fare nulla, e va come va;
- fare cose, poco difficili e poco dolorose, e va comunque come va, ma magari con qualche anno di differenza (forse) e mentre “gli altri” banchettano sugli asseviti;
- fare cose difficili e dolorose, ma che magari hanno un impatto significativo = che serve effettivamente a qualcosa.
Tu sei per la seconda, e lo rispetto.
Io sono per le terza. E, se non si può o non si vuole, piuttosto la prima.
Veramente per carattere io sono per la terza. Negli anni ho dovuto violentare il mio istinto perché se si vuol vivere in questo mondo occorre interagire con gli altri e trovare mediazioni su un miliardo di cose. Sono diventato diplomatico mio malgrado, per necessità.
La terza alternativa per me andrebbe anche bene ma solo se fosse una scelta pienamente consapevole. Spieghiamo alle persone che torniamo alla vita di 200 anni fa perché le materie prime per fare le cose che usiamo oggi non le avremo più o saranno a disposizione solo dei ricchi. Che la nostra economia tornerà all'età della pietra mentre altre continueranno a correrre e che quel gap non lo copriremo più. Se alla gente va bene io ci sto. Ho una vita semplice, sono stato tra gli ultimi a comprare un cellulare (e solo perché cominciando a viaggiare in moto mi sembrava uno strumento di sicurezza), non sono su nessun social network, insomma mi adatterei senza grossi problemi.
Mi andrebbe bene anche la prima alternativa. Non ho moglie e figli, posso anche dire "dopo di me il diluvio" e per quanto possiamo inquinare gli effetti peggiori non li vedrò io.
L'alternativa di mezzo è quella che va un po' incontro alla sensibilità di tutti e che probabilmente non soddisfa nessuno. E' il dramma delle mediazioni, però alla fine questa è la politica, almeno in democrazia.
Un embargo alla Cina, così come dazi più alti non sono possibili nelle attuali condizioni. L'unica cosa che si può (e si dovrebbe) fare è diversificare i fornitori di materie prime sapendo che è un percorso lungo e costoso. Non serviva aspettare la guerra dei russi per cercare gas da altre parti. E lo stesso vale per le altre materie prime. Questo implica aiutare lo sviluppo di Paesi poveri, rivedere la politica estera facendo amicizia con Paesi che oggi trascuriamo, sapere che non compreremo roba allo stesso prezzo della Cina ma altre soluzioni non le vedo.