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Intervista ad Antonio Cairoli

MessaggioInviato: 29 set 2009, 0:45
da jenk
Il siciliano si è aggiudicato il titolo della classe del Motocross al primo colpo, lo abbiamo intervistato in esclusiva alla vigilia del Motocross delle Nazioni. VIDEO.

Si è appena concluso il mondiale 2009 e ti sei preso un po' di giorni di vacanza in Brasile, che dici, te li sei meritati?
Mah, pensandoci bene, penso proprio di si! (e ride). Dopo una stagione come questa, questi quattro giorni ci volevano proprio ed ho approfittato per prendere un po' di sole in Brasile in compagnia di qualche amico e della mia fidanzata ma è gia ora di pensare al futuro.

In Brasile sei andato "in vacanza" anche in pista?
Purtroppo, durante il GP, sono stato costretto a non poter dare il massimo a causa dell'operazione che ho sostenuto immediatamente dopo la gara di Lierop dove ho corso con un menisco lesionato. Inoltre, dopo le tante piogge della settimana precedente il GP la pista si era scavata moltissimo e praticamente era un continuo dover appoggiare i piedi a terra per poter essere veloci e con il ginocchio in quelle condizioni non potevo di certo pretendere di più.

Magari era anche scesa la tensione ed è stato normale tirare un po' "i remi in barca".
Assolutamente no. Il circuito brasiliano mi è piaciuto tantissimo ed avrei voluto, in tutti i modi, ripagare il tanto pubblico intervenuto con una prestazione degna del titolo appena conquistato. Purtroppo non ho potuto forzare più di tanto e con la tanta umidità di quel giorno ho accusato parecchio il fatto di essere stato fermo per due settimane prima dell'ultimo GP.

Un passo indietro, ritorniamo all'inizio di questa stagione: Cairoli che alle prime gare internazionali sembrava soffrire oltremodo il "quattroemmezzo" oppure una sorta di pretattica atta a "nasconderti" per non svelare il tuo reale potenziale? Ora puoi dire la verità.
La verità è che all'inizio della stagione facevo proprio una gran fatica a reggere il 450. Mi mancava l'allenamento ed il feeling e dopo uno stop di oltre quattro mesi, dovuto all'infortunio in Sud Africa del 2008, ho fatto un po' fatica a riprendere il giusto ritmo. Dall'inizio della mia carriera, era la prima volta che mi capitava di dover star fermo a lungo tempo e quando, a Febbraio, sono iniziate le gare effettivamente questa situazione si è fatta sentire, ed anche tanto e ci ho messo un po' per recuperare.

Allora, qualche "brutto pensiero" in vista della stagione iridata ti sarà saltato in testa.
Di pensieri ne avevo parecchi ed in me cresceva la convinzione che sarebbe stato difficile poter essere competitivo al massimo al primo anno di MX1 ma per fortuna, mi sono sbagliato, ed ammetto con soddisfazione questo errore di valutazione.

Pensavi "male" ma ad un certo punto hai capito che invece la missione poteva essere portata a compimento nel migliore dei modi: quando?
Non c'è stato un momento preciso durante il quale mi sono reso conto di poter vincere. È stata una progressione di situazioni che mi ha portato a prendere fiducia durante tutto l'arco della stagione fino alla vittoria.

Nonostante le difficoltà iniziali era comunque partito per vincere?
Dopo gli internazionali d'Italia e visti i risultati speravo di poter finire il campionato nelle prime cinque posizioni, di certo non pensavo alla vittoria.

Allora, durante le nostre interviste pre campionato, quando ci dicevi che il tuo obiettivo era la vittoria, ci dicevi le "bugie"?
No, nessuna bugia. Durante la preparazione invernale la vittoria era il mio obiettivo, come sempre e durante le prime gare è normale pensare al massimo risultato. Poi c'è anche da considerare che le piste italiane dove si disputano di solito gli internazioni non sono propriamente uguali a quelle del mondiale, sono più facili e meno selettive ed è difficile fare la differenza e quindi ero comunque fiducioso di poter fare bene, in cuor mio la vittoria è sempre al primo posto.

Un inizio difficile quindi ma una progressione di risultati disarmante per i tuoi avversari. Qual è stato il picco massimo della stagione di Antonio Cairoli.
Siamo partiti con il mondiale proprio in Italia ma su una pista che era ridotta ad un pantano e più che una gara è stata una lotteria ma da li in poi ho iniziato a prendere sempre di più le "misure". Poi in Bulgaria, ed anche li è stato difficile perché la pista era facile e poco selettiva. Diciamo che dalla Turchia, ho iniziato a carburare bene. Poi, dopo Valkenswaard, siamo andati in Portogallo dove di solito mi sono sempre comportato bene. Sono riuscito a vincere le due manche dimostrando di essere più veloce dei miei avversari.

Agueda, tre vittorie in quattro anni, la tua pista preferita?
Non proprio, non è un tracciato di quelli che preferisco anche se laggiù ho vinto molto.

E queste vittorie come ce le spieghi?
Forse sono gli altri che su quel circuito vanno più piano (e gli scappa un sorriso..).

Sei delle nove manche vinte le hai conquistate tra il GP di Turchia e quello di Spagna (dalla terza alla sesta prova) poi, è iniziata la fase di "ragionamento"?
Non direi. Dopo la Spagna, il sabato in Inghilterra sono incappato nella caduta in partenza che poteva costarmi cara ed in gara ho dovuto accontentarmi di due risultati così-così poi, dal GP di Francia in avanti ho ripreso a "tirare" fino a Lommel, dove effettivamente abbiamo iniziato a fare un po' di calcoli dato che mancavano quattro GP alla fine e che ero in testa con un buon vantaggio.

In questo hai dimostrato anche una certa maturità agonistica, forse in passato invece avresti continuato ad attaccare fino in fondo?
Mah, non penso. Quando sei vicino ad un traguardo del genere, bisogna essere anche ragionevoli ed avrei di certo fatto lo stesso anche nell'anno del mio primo titolo. La mia maturità sarà anche cresciuta ma era facile capire di dover amministrare il vantaggio accumulato, non potevo fare diversamente.

Chi ti ha dato più "fastidio" dei tuoi avversari?
Ad inizio stagione la lista dei pretendenti alle singole vittorie era lunghissima e molti potevano vincere le gare anche se penso che per il titolo iridato potevamo giocarcela al massimo in quattro o cinque. Chi più mi ha impressionato è stato Maximilian Nagl che ha sfruttato al meglio le sue doti in partenza ed ha corso un campionato di alto livello concludendo alle mie spalle poi, al temine della stagione mi ha veramente sorpreso Clement Desalle che non faceva parte di quel lotto di pretendenti, ma che a fine stagione ha dimostrato di essere pronto per puntare in alto.

Dicono che hai corso con il 350, si è parlato addirittura di una moto depotenziata, ma cosa c'è di vero?
Nulla di vero! Ho fatto tutto il campionato con il "quattroemmezzo" normale, ovviamente messo a punto per le mie caratteristiche di guida, tutto qui!

Nel momento cruciale del campionato, con il titolo ancora in palio, è arrivata la doccia fredda della Yamaha che ti ha lasciato "libero", come l'hai presa?
Non bene. Penso che negli ultimi anni la Yamaha abbia ricevuto parecchie soddisfazione sia da me che dal Team De Carli ma questo sembra che non sia servito a tanto e hanno deciso di lasciarci a piedi. È stata una loro scelta che ci ha imposto di cambiare e penso che anche la nostra scelta sia stata quella migliore. Dal prossimo anno vedremo.

Nel momento che dovevi concentrarti sulla parte agonistica ti sei ritrovato a gestire una situazione extra sportiva. Ti ha implicato un calo di concentrazione verso l'obiettivo finale?
È stato un bell'impegno ma abbiamo fatto anche presto. La Yamaha non ci ha dato possibilità di trattativa dandoci l'out-out definitivo senza possibilità di trattativa ed a quel punto si trattava di cercare la migliore sistemazione per il futuro e, ti ripeto, secondo me l'abbiamo trovata.

Cambio di casacca: Uno stimolo ancora maggiore o un dubbio sul prossimo futuro?
Nessun dubbio, assolutamente. Si tratta di un ulteriore e grande stimolo per poterci confermare al vertice.

Siamo a pochi giorni dal Motocross delle Nazioni, l'evento dell'anno e questa volta si corre "in casa"; il tuo approccio e cosa ti aspetti?
Prima di tutto mi aspetto un gran tifo da parte di tutti gli appassionati italiani. Di certo abbiamo una squadra forte che potrà puntare molto in alto e cercheremo di raggiungere il podio che nelle ultime edizioni ci è sempre sfuggito. Un pensierino alla vittoria è ovvio che dobbiamo farlo ma ci sono tante squadre con un elevato potenziale e dovremo giocarci tutto sul campo.

Le tue condizioni attuali?
Sto recuperando al meglio la migliore condizione. Il ginocchio è ok, manca soltanto un po' di tenuta fisica ma mi allenerò in Belgio in questi ultimi giorni per presentarmi in gara al meglio delle mie possibilità.

La pista?
Mi piace. È uno tipo di tracciato che si addice alle mie caratteristiche inoltre è molto larga ed i sorpassi saranno agevolati, spero di sfruttarlo al meglio. Mancano pochi giorni al verdetto finale non ci resta che aspettare per vedere cosa succederà, io ce la metterò tutta, come sempre!

E noi ci crediamo.

Antonio Cairoli in moto coi suoi fan dal centro di Milano alla pista del Motocross delle Nazioni. Il VIDEO:



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Antonio Cairoli, sulle gobbe del tracciato di Franciacorta che, durante il prossimo fine settimana, ospiterà il Motocross delle Nazioni


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il neo campione del mondo MX1 in azione sul tracciato di Canelinha, in Brasile, nell'ultimo GP della stagione

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Cairoli, gomito a gomito con Desalle (25), la vera sorpresa di questa stagione.

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In lotta con David Philippaerts campione uscente della MX1

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La tabella "oro" di campione del mondo MX1 - 2009, è saldamente nelle mani di Antonio Cairoli

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Arrivo a Milano: ovviamente dalla fermata della metro "Cairoli"

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A spasso di fronte il Castello Sforzesco di Milano...abbigliamento insolito ma grande calore per il campione del mondo da parte dei milanesi

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Sotto stretta sorveglianza, prima di partire per Frnaciacorta

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Antonio Cairoli alla consolle: speriamo che al Nazioni, le "suoni" a tutti!
Arthur e jenk controllano :twisted:

fonte moto.it