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Dakar 2013

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Bu-BU EL Franz
 
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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 13 gen 2013, 0:31

Da automoto.it


Dakar 2013, Tappa 8. Vincono Barreda (Husqvarna) e Chicherit (SMG) in una giornata rocambolesca
Dakar 2013. Ottava tappa. Caos prima, durante e alla fine. Le vittorie di Joan Barreda e Guerlain Chicherit arrivano al termine di una serie impressionante di colpi di scena e rovesciamenti di fronte | P.




Dakar 2013, tappa 7. Prima vittoria di Kurt Caselli (KTM) e “tris” di Peterhansel

San Miguel de Tucuman, 12 gennaio. Passate le Ande e arrivederci al Cile, qualcosa è cambiato. A parte gli scenari agonistici, influenzati da piccoli e grandi colpi di scena (ma è niente in confronto con quello che sta per succedere), l’Argentina subentra al Cile, e la Cordillera al deserto di Atacama nella gallery stratosferica di scenari tra i più belli del pianeta. La temperatura scende (per poco) e… piove. Fortissimo nella provincia di Salta, dove ha reso impraticabili piste solitamente asciutte e polverose.

La tappa marathon, ovvero senza possibilità di intervento delle assistenze, assume una nuova fisionomia. Nella notte gli organizzatori hanno deciso di “tagliare” la prima parte della Speciale Salta-San Miguel de Tucuman, spostando la partenza a Punta de Balastro e riducendola drasticamente per moto e auto dagli iniziali 491 chilometri ad un veloce sprint di meno della metà, e di annullare quella dei camion che vanno dritti al bivacco della giornata di riposo. Raddoppiato il trasferimento iniziale, 300 chilometri, e mantenuto quello finale di oltre 200.

Cyril Despres, fortunosamente al bivacco per i problemi al cambio della sua KTM, ha effettuato lo "swap" del suo motore con quello del polacco Marek Dabrowski, Franco Picco ha deciso di ritirarsi per sorvegliare e gestire meglio l’assistenza del suo Team, che resta in gara con il tostissimo Fabio Mauri, e Jordi Viladoms è riuscito a raggiungere il bivacco a notte fonda e sotto la pioggia, a riparare e a rimanere in gara. Autentico Iron Man e grande professionista! A fatica, i ranghi sono compattati. A San Miguel de Tucuman, dove si consumerà la fatidica e caotica, brevissima giornata di riposo, i concorrenti potranno tirare un bel sospiro di sollievo.
Kurt Caselli parte in testa ma sbaglia subito strada
Kurt Caselli, vincitore della settima tappa, parte per primo e apre la pista. Al primo esame di navigazione in solitario l’americano sbaglia dopo appena 30 chilometri, si allontana dalla pista corretta e perde venti posizioni. Cose che capitano. L’errore fa parte del gioco, ed è un rischio cui si sottopongono i più veloci, Joan Barreda, Francisco Lopez, Olivier Pain e… Cyril Despres, che non si può permettere il lusso di rimandare e attacca continuando a forzare. Olivier Pain, veloce e “sicuro” davanti al plotone, resiste e concede pochissimo del suo patrimonio di leader.

La rocambolesca tappa di oggi ha provocato numerosi stravolgimenti in classifica

I distacchi restano contenuti, e sembrano relegare quella che era in origine una tappa chiave al ruolo di un ininfluente passaggio interlocutorio. Ma questa è la storia della prima parte della Speciale. Poi arriva l’imprevisto, il colpo di scena. Intorno al KM 120 la “muta” in fuga sbaglia, e questa volta tocca anche ai “professori”. Fantastico! Un solo aggettivo polivalente per indicare stupore, incredulità, ironia, irrealtà. In sostanza un disastro. Cambia quasi tutto, leader di ieri che si ritrovano alle spalle di outsider, classifiche stravolte, distacchi abissali. È come se la Dakar iniziasse oggi, con handicap casuali distribuiti a caso. La dinamica è “classica”.

Cala la concentrazione per un attimo, uno davanti si infila in un corridoio e tutti dietro. Come deficienti. Quando poi il gregge si accorge che qualcosa che non va e fa dietro front, sono quelli più indietro che, avendo percorso meno strada, si trovano avvantaggiati, e ancor di più lo sono quelli partiti con maggiori ritardi al mattino. Ci vuole un ragioniere per stilare una classifica inimmaginabile solo 24 ore prima. Sfogliamo dai suoi confusi appunti.
Una classifica inaspettata
Joan Barreda, remi in barca fino a ieri, vince a mani basse con un vantaggio considerevole. Alle sue spalle Johnny Campbell e figure di secondo piano come lo slovacco Jakes, il portoghese Bianchi Prata, il francese Guindani, e sulla sua testa, come su quella di altri Piloti, il dubbio che abbia saltato un way point, al momento per fortuna fugato. Il primo nome noto, un quarto d’ora dopo Barreda, è quello di David Casteu, che diventa interessantissimo nella proiezione della classifica generale. Il Pilota Yamaha, terzo al termine della settima tappa, balza al comando della Dakar, provvisoriamente davanti a Despres, che è partito oltre la ventesima posizione per attaccare e ha pescato un altro jolly partecipando solo in parte al “tour” degli sventurati apripista. Despres è a 9 minuti da Casteu, ma deve ancora pagare i 15 del cambio di motore e scendere in classifica, giusto e ancora dietro a Olivier Pain, “ultrasettantesimo” con oltre mezz’ora di ritardo che crolla dalla prima alla quarta posizione.

Il Buggy Qatar Red Bull si riconferma ancora una volta competitivo ma la tappa se l'aggiudica il francese Chicherit

La nuova, incredibile classifica che i Piloti allibiti si gireranno tra le mani per tutta la giornata di riposo è questa: primo David Casteu, secondo Ruben Faria, il portatore d’acqua di Despres, a 11 minuti, e terzo è Francisco “Chaleco” Lopez, un altro minuto di ritardo. Alessandro Botturi lascia la top ten (ci auguriamo provvisoriamente) e vi entrano Jakes, Svitko, Pizzolito, Przygonski.

Credo proprio che su questa tappa così rocambolesca si dovrà tornare a ragionare. Roba da non credere, mi ricorda quando durante la Dakar del 1988, il giorno del mio compleanno, fecero sparire la Peugeot di Ari Vatanen al bivacco di Bamako. E a proposito di auto e di colpi di scena, analogamente non si può dire che la gara delle quattro ruote sia filata liscia come l’olio e senza spunti interessanti, alcuni dei quali al limite del colpo di scena.
Nelle auto vince Chicherit
Il primo di questi è, naturalmente, la confermata competitività di Al-Attiya e del suo Buggy, pronti-via in testa alla tappa. Il Principe del Qatar mantiene la testa della corsa fino a metà della Speciale, poi la gara cambia, e a condurre passa il francese Guerlain Chcherit al volante della SMG. Al-Attiya scende in quinta posizione, ma Peterhansel è ancora più indietro e in ritardo, tanto che da qual momento deve virtualmente abdicare e lasciare lo scettro provvisorio della Dakar nelle mani dell’avversario diretto.

Dalla speciale escono nell’ordine Chicherit, Orlando Terranova (BMW) e Robby Gordon (Hummer), con Peterhansel poco più indietro. Al-Attiya non è ancora arrivato, e intanto esce il comunicato laconico con il quale l’organizzazione comunica di aver deciso di tagliare via dalla speciale anche gli ultimi 30 chilometri della Speciale, disastrata dalle piogge e definita “dantesca”. Dantesca la Tappa o machiavellica l’Organizzazione?



Da worldrarryraid.com


JORDI VILADOMS RALLENTATO DALLA NEVE

12/01/2013 09:00
La storia di ieri di Jordi Viladoms va assoutamente raccontata. Il pilota della Husqvarna clienti supportato dal team Tamarugal aveva avuto un problema ieri alla frontiera con la sua moto che si era spenta ed era rimasto lì a lavorare per risolvere il tutto. Ci era riuscito ma quando è partito per la speciale era già molto tardi. E' entrato in prova e dopo 40 chilometri la moto si è spenta.

La prova di 218 chilometri era piuttosto noiosa e veloce nel primo tratto, e Jordi è rimasto lì sperando nell'aiuto di qualcuno, magari un altro concorrente, che però non c'è stato. Le ha provate tutte e davvero era ormai disperato e non sapeva cosa fare. A quel punto lo ha chiamato il suo team manager, Jordi Arcarons che stava ragionando sulla rottura e sulla sua soluzione. Gli ha detto di provare a fare un certo lavoro, con un fil di ferro e magia !!! La moto è ripartita. Così Jordi è risalito in sella ed è ripartito ma quando è arrivato a fine speciale stava praticamente facendo buio. E' partito per il trasferimento, di 167 chilometri che lo doveva portare al bivacco delle sole moto, a Cachi, ma l'organizzazione lo ha rincorso e fermato.

Sul trasferimento, che saliva oltre i 3000 metri, stava nevicando e mai e poi mai avrebbero lasciato che Jordi lo affrontasse, da solo e per di più al buio. Così lo hanno accompagnato - nel senso di scorta in macchina - fino al bivacco delle auto, che non passava in altitudine e che misurava 116 chilometri. Bagnato - perchè comunque nella speciale aveva preso un sacco di pioggia - si è visto consegnare un poncho di quelli verdoni impermeabili e con quello è partito dietro le auto dell'organizzazione che lo hanno portato a Salta. Lì è stato praticamente blindato, la moto è stata messa in parco chiuso e lui ha dormito separato dal suo team. Stamattina lo hanno ripreso e inviato sul trasferimento verso la seconda speciale, circa 287 chilometri dal bivacco di Salta dove è entrato in prova speciale con la 21. posizione.



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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 13 gen 2013, 0:59

Results Stage Eight
Calama to Tucuman (first half stage canceled because of heavy rain)

1 BARREDA BORT (ESP) HUSQVARNA 02:07:26
2 CAMPBELL (USA) HONDA 02:14:30
3 JAKES (SVK) KTM 02:15:23
4 BIANCHI PRATA (PRT) HUSQVARNA 02:18:36
5 GUINDANI (FRA) YAMAHA 02:20:33
6 CASTEU (FRA) YAMAHA 02:21:39
7 PROHENS (CHL) HONDA 02:22:01
8 VAN PELT (NLD) HONDA 02:22:34
9 POSKITT (GBR) KTM 02:23:14
10 RODRIGUES (PRT) HONDA 02:23:23

Classifica generale
1 CASTEU (FRA) YAMAHA 19:56:33
2 DESPRES (FRA) KTM 20:05:59
3 FARIA (PRT) KTM 20:07:49
4 LOPEZ (CHL) KTM 20:08:33
5 PAIN (FRA) YAMAHA 20:12:43
6 JAKES (SVK) KTM 20:22:55
7 ISRAEL ESQUERRE (CHL) HONDA 20:23:40
8 PRZYGONSKI (POL) KTM 20:28:05
9 SVITKO (SVK) KTM 20:30:23
10 PIZZOLITO (ARG) HONDA 20:31:28
13 BOTTURI (ITA) HUSQVARNA 20:33:



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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 13 gen 2013, 1:28




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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 14 gen 2013, 22:54

Dakar 2013 tappa 9. 2a vittoria di Cyril Despres (KTM). 3° Botturi. Faria nuovo leader. Peterhansel (Mini) allunga in testa
Dopo la giornata di riposo la tappa con la Speciale più lunga. Grande prova d’attacco di Despres, che vince e si rimette in gioco. Ruben Faria, nuovo leader. Stupendo Botturi, 3° oggi e proiettato al 5° posto della generale| P. Batini

Cordoba, 14 gennaio. Da San Miguel de Tucuman a Cordoba. Dopo la giornata di riposo la Dakar riparte con la tappa più lunga della 34ma edizione, e con la più lunga Prova Speciale. In totale 852 chilometri, di cui 593 cronometrati per auto e moto. A sua volta la Speciale è suddivisa in tre parti, la prima e l’ultima, rispettivamente di 226 e 245 chilometri, determinante per il responso cronometrico, ed una neutralizzazione centrale di 120KM con i due rifornimenti previsti in entrata e in uscita del tratto raccordo.

Dai contrafforti della Cordillera la corsa scende vertiginosamente fino ai 200 metri slm delle Salinas Grandes, per risalire e concludersi, infine, nella Capitale della provincia di Cordoba, seconda città per estensione e popolazione dell’Argentina. La tappa dei Camion è diversa e tracciata più a Est, con una sola prova speciale non-stop più corta rispetto a moto, quad e auto, di 293 chilometri. Tappa lunga, molto varia e tortuosa.
Countdown
La clessidra della Dakar è stata girata, e la sabbia scorre riempiendo la semisfera della seconda parte del Rally. Faticaccia per gli apripista, Barreda, Campbell e Jakes, che hanno davanti una lunghissima giornata di incognite, e subiscono l’enorme pressione degli inseguitori lanciati nella forse unica possibilità di recupero. David Casteu si estranea quasi subito dalla mischia e fa quello che la posizione leader sembra consentirgli, cioè controllare riducendo al minimo i rischi. La lezione della ottava tappa è ancora vivida nella mente di tutti, e il must è non commettere di nuovo errori del genere. Le strategie si affinano, ma per taluni diminuiscono le opzioni.

Per Cyril Despres non c’è nessuna alternativa, non oggi, è in ritardo nella generale. Il francese schiaccia il pulsante e attiva la modalità attacco. Davanti vanno forte, ma il “franco-andorrano” di più. Non ricordo di averlo mai visto all’assalto così. Ha sempre corso in curva di sicurezza, di misura sugli avversari, per questo non è quasi mai caduto o ha avuto incidenti di rilievo, ma non è mai stato uno showman. Oggi, volando, Cyril ha fatto un’eccezione. Partito indietro, dalla 11ma posizione, Despres ha guadagnato un minuto ogni 50 KM a Barreda, che si è dovuto inchinare.
“La clessidra della Dakar è stata girata, e la sabbia scorre riempiendo la semisfera della seconda parte del Rally. Faticaccia per gli apripista, Barreda, Campbell e Jakes, che hanno davanti una lunghissima giornata di incognite, e subiscono l’enorme pressione degli inseguitori lanciati nella forse unica possibilità di recupero”
La Dakar non perdona nemmeno i motori più affidabili
Casteu e Pain non hanno cambiato il motore, hanno deciso di andare avanti contando sull’affidabilità della loro Yamaha, e di risparmiare i 15 minuti di penalità. Un errore. L’affidabilità è una cosa, l’affidabilità alla Dakar un’altra. Difatti Pain si ferma due volte nella prima parte della Speciale, quanto basta per lasciare sulla pista le ultime speranze di essere competitivo alla lunga distanza. Si ferma anche Casteu, ma per un’altra ragione, lo scontro con una vacca. Despres è largamente primo davanti a Barreda, Casteu ha perso tutto il suo vantaggio.

Vanno forte l’americano Campbell con la nuova Honda, poi in ritardo, lo slovacco Jakes e il cileno Jeremias Israel, e va forte soprattutto Alessandro Botturi che torna nel “pack” dei leader. Diversa la posizione di Francisco Lopez, pure indietro di una diecina di minuti, sulla cui strategia pesa il ritorno dell’Asso cileno sulle piste di casa sua, sempre più imminente.
Leader provvisorio
L’esito della nona Speciale è amplificato dalla lunghezza della tappa, e travolge con una nuova ondata la classifica generale. Vince Despres davanti a Barreda. Alessandro Botturi riscatta la sfortunata ottava tappa con un risultato eccezionale e conclude il terzo posto. Francisco Lopez è più indietro, ma ha sfruttato l’ordine di partenza per garantirsi una tappa tranquilla e redditizia. La generale provvisoria cambia ancora e propone un nuovo leader. È Ruben Faria, portatore d’acqua di Despres che è ora al secondo posto. Terzo è Lopez a dieci minuti. Classifica virtuale, che non tiene ancora conto del cambio di motore di Faria e di Lopez e proietta di fatto Cyril Despres sul tetto della corsa.

Una bella giornata per le Husqvarna, due Piloti sul podio di giornata e tre nei primi sette posti, magnifica per KTM prima in Speciale e in testa alla Corsa, e disastrosa per le Yamaha di David Casteu e Olivier Pain, letteralmente dall’altare alla polvere. Giornata sfortunata per le ragazze in gara. La cilena Josefina Gardulski, vittima di un problema meccanico, è costretta al ritiro per l’incendio della moto, e Laia Sanz 30° assoluta alla vigilia, si ferma nel tratto neutralizzato. Per contro Camelia Liparoti prosegue, molto provata dalla durezza della tappa ma apparentemente inossidabile.



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Re: Dakar 2013

Messaggioda klw » 15 gen 2013, 0:15

... insomma all'inizio la solita girandola di nomi in alta classifica ma poi alla fine 4 KTM ai primi 4 posti :mrgreen:

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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 16 gen 2013, 0:45

Da automoto.it



Dakar 2013, tappa 10. Despres (KTM) nuovo leader. Barreda vince la tappa, Botturi si avvicina al podio
Dakar 2013. Decima tappa. Stupenda performance del duo protagonista delle ultime due tappe. Joan Barreda vince per la quarta volta, Cyril Despres conquista il primato | P. Batini





Dakar 2013 tappa 9. Vince Joan Roma, stop di Al-Attiya. Stephane Peterhansel (Mini) ormai solo e irraggiungibile al comando

La Rioja, 14 gennaio - Un’altra tappa tutta argentina della Dakar, un altro “classico” della sua Storia. Come abbiamo accennato all’inizio, molto tempo fa… i primi di gennaio, la Dakar di quest’anno ha una configurazione antologica, basata su alcuni hilights degli anni scorsi. Anche La Rioja è una mèta non sconosciuta ai fedelissimi della Dakar sudamericana, ma anche la piccola città dell’Ovest argentino è raggiunta da una tappa “niente male”. Ancora due percorsi diversi per auto e moto. 350 chilometri di Prova Speciale, su due tracciati distinti per auto/camion e moto/quad, e un trasferimento finale in comune di poco meno di 300 chilometri. Piste ancora molto guidate, ma ridotto carosello di “trappole”. Via lisci e che vinca il migliore.
Una tappa delicata
E così è. La tappa si annuncia subito delicata, perché lo spauracchio dell’errore, del guasto, della caduta o solo dell’imprevisto condiziona le performance più ancora dell’evoluzione agonistica della Speciale. Ne sa qualcosa David Casteu, che aveva fatto una gara perfetta fino a Salta, scalando con successo e raggiungendo la vetta della classifica generale, e che il giorno dopo il riposo ha vanificato tutto per un colpo di pura sfortuna, e ferito ad una spalla esce di scena dopo lo scontro con una… mucca.

Per fortuna la decima tappa non è così micidiale come le precedenti, e risulta anche più scorrevole, seppure sufficientemente guidata da tenere tutti, noi compresi, con il fiato leggermente sospeso. Come se fosse l’ideale prosecuzione della tappa di ieri, Cyril Despres affronta aggressivamente anche la decima tappa. Con una grande differenza a suo favore, però, quella di poter adesso gestire anche l’aspetto tattico facendolo collimare con il gioco di Squadra. La sua. Il suo portatore d’acqua, Ruben Faria, è da ieri il leader della corsa. Forum e social network si sono scatenati romanzando sulla possibilità che Despres lasci libero Faria, a questo punto o a partire da questa situazione, di fare la sua gara. Potete scordarvelo. Faria tutt'al più può rivelarsi un affare ancora migliore, ma è e resta un “funzionario” della Squadra con un compito preciso, quello di favorire il successo finale di Despres.
“Come se fosse l’ideale prosecuzione della tappa di ieri, Cyril Despres affronta aggressivamente anche la decima tappa. Con una grande differenza a suo favore, però, quella di poter adesso gestire anche l’aspetto tattico facendolo collimare con il gioco di squadra”

Questo è l’accordo iniziale, e questa è la logica per cui, quando arriverà il momento opportuno, Faria si farà da parte e lascerà passare il suo “padrone”. Il problema comunque non si pone, almeno per il momento, perché Despres è partito “a fuoco” e continua, sull’onda del successo ottenuto il giorno precedente, a imprimere alla corsa il suo ritmo, questa volta “infernale”. Fotocopia della nona Speciale i più veloci sono Despres e Barreda, quest’oggi a ruoli invertiti cosicché a due terzi del percorso è Barreda che, potendo contare sulla sicurezza dell’apripista di lusso, passa in testa. Outsider del giorno diventa Paulo Gonçalves, che raddoppia così la marcatura Husqvarna alle KTM, e Alessandro Botturi paga inevitabilmente il terzo posto del giorno precedente con una posizione più “ragionata”.
Una Dakar davvero bella
Immutata anche la strategia attendista di Francisco Lopez, che consente al cileno di occupare una posizione discreta sul proscenio e di aprire un’altra finestrella nel suo calendario dell’avvento, ovvero del ritorno in Cile. Una bella freddezza, bisogna riconoscere. Per ora il cileno è impegnato nella lotta per il terzo gradino del podio, che mantiene anche oggi, con Ivan Jakes, lo slovacco rivelazione di questa edizione, più vanti si vedrà. E più avanti contiamo di seguire in questi ambiti anche Botturi. Bella gara, bella Dakar.

Un altro quarto di speciale e Despres e Barreda sono perfettamente affiancati, rinforzando la trincea che li separa dai concorrenti alle loro spalle, un altro quarto e non basta più un solo cronometro. Barreda accelera e Despres, fatti i suoi conti, inizia a togliere motore. E i conti sono facili, perché Faria si allontana progressivamente dalla testa del plotone e apre la porta al suo Caposquadra. La fine della Speciale è un’equa suddivisione dei pani. Joan Barreda, che sfortunatamente non ha niente da perdere e poco da guadagnare, sprigiona tutto il potenziale del Pilota e della “Maquina”, l’Husqvarna del Team SpeedBrain, e firma il quarto capolavoro personale vincendo la Speciale con quasi due minuti di distacco.
“Piccolo brivido per Alessandro Botturi, che cade al KM 140 della Speciale. Si rialza, appena dolorante”
Despres è in testa alla classifica, piccolo brivido per Botturi
Cyril Despres, dal canto suo, porta a conclusione le due tappe probabilmente chiave della sua corsa. Un primo ed un secondo posto in rapida successione, una doppia, straordinaria performance tatticamente ineccepibile, la giornata di oggi sovracaricata di responsabilità e del dovere di aprire la pista e, finalmente, la conquista del primo posto. In testa alla generale, per Despres, si apre un altro capitolo, che si chiuderà forse solo a Santiago. Ma chi ha già vinto quattro volte l’Everest dei Rally-Raid ne sa abbastanza per immaginare quello che deve fare nei prossimi giorni. Intanto, “Rumpiendo el orizonte”, Despres arriva a La Rioja da leader.

Piccolo brivido per Alessandro Botturi, che cade al KM 140 della Speciale. Si rialza, appena dolorante. La moto è a posto e porta solo piccoli segni dell’errore, ma il Gigante di Lumezzane raccoglie il segnale e abbassa alza una tacca al metronomo e rallenta un poco il ritmo. Chiude al settimo posto, e davanti a lui fa la sua comparsa anche l’americano Caselli. A Botturi, il quinto posto sembra proprio cominciare a stare stretto!



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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 16 gen 2013, 7:43

Da xoffroad.it


Decima tappa della Dakar 2013, da Cordoba a La Rioja di 636 km di cui 357 km di prova speciale e quarta vittoria per "Bang Bang" Barreda che ha preceduto nello sprint finale Cyril Despres di 1:15 e Paulo Goncalves di 2:44. Sfortunato Alessandro Botturi, terzo per buona parte della tappa e poi solo settimo sul traguardo a causa di uan caduta a 8:05 minuti dal vincitore.
In classifica Despres è passato in testa con 1:37 su Faria e 13:41 su Lopez. Botturi è sempre quinto a 24.25.
Domani, undicesima tappa da La Rioja a Fiambalà con 483 km di special test e temperature torride in arrivo.

Results Stage Ten
Cordoba to La Rioja: total distance 636 km – timed special 357 km
1, Joan Barreda, Spain Husqvarna 4 hours 43.14
2, Cyril Despres, France, KTM, at 1.15
3, Paolo Goncalves, Portugal, Husqvarna at 2.44
4, Joan Pedrero, Spain, KTM at 4.27
5, Kurt Caselli, USA, KTM at 6.56
6, Ivan Jakes, Slovakia, KTM at 8.03
7, Alessandro Botturi, Italy, Husqvarna, at 8.05
8, Ruben Faria, Portugal, KTM at 8.15

Overall after Stage 10
1, Despres, KTM, 30 hours 47.04
2, Faria, KTM at 1.37
3, Lopez, KTM at 13.41
4, Jakes, KTM at 18.41
5, Botturi Husqvarna at 24.25
6, Rodrigues, Honda at 34.19
7, Svitko, KTM at 39.22
8, Pedrero, KTM at 40.18



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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 17 gen 2013, 23:31

Da moto.it




Dakar 2013, tappa 11. 2a vittoria di Caselli (KTM). Despres (KTM) consolida la leadership. Annullata per maltempo la gara auto
“Niente di fatto” nella temuta tappa dell’Inferno di Fiambalà. Le condizioni meteo favoriscono Caselli nelle moto, ma poi degenerano e gli organizzatori sono costretti ad annullare la tappa delle auto e dei camion| P.Batini




Fiambalà, 15 gennaio. È la volta della La Rioja-Fiambala, undicesima delle quattordici tappe della Dakar 1013. Il teatro della prova speciale è un anello che si addentra tra le dune bianche del deserto argentino ai piedi della Cordillera. Non è una via naturale, bensì un tracciato “inventato”, che quindi gli organizzatori possono modificare di anno in anno, spingendosi più o meno tra i cordoni di dune in modo da renderlo più o meno difficile. La sabbia bianca diventa inconsistente sotto l’azione implacabile del sole e le temperature possono raggiungere limiti insopportabili. Allora è l’”Inferno di Fiambala”! Al contrario, se il meteo si deteriora, le condizioni del passaggio migliorano.
Condizioni difficili
Barometro in discesa, la pioggia bagna il deserto e spegne le fiamme dell’’Inferno di Fiambalà”. 250 chilomtri di tasferimento da La Rioja per raggiungere il punto di partenza della Speciale, che gli organizzatori spostano più avanti, in corrispondenza con il primo way point del tracciato di origine tagliando circa trenta chilometri. L’Inferno diventa un parco giochi delle dune, 180 chilometri di montagne russe sulla sabbia con rapidi toboga tra le dune, navigazione non difficile per gli apripista e tracce ben visibili per quelli che seguono. Tutto il contrario di quello che ci si poteva aspettare e che, sulla carta, doveva essere una delle tappe chiave della 34ma edizione della Dakar.

Ad aprire la pista sono Joan Barreda e, ben presto, Cyril Despres, che aggancia lo spagnolo e trova nell’”ex” avversario un valido alleato per sbrigare la pratica della tappa. Procedendo praticamente affiancati, i due Piloti si rassicurano a vicenda, controllando alternativamente le note del road book ed evitano di sbagliare. Per la verità in pochi commettono errori di un certo peso. Sbagliano pista gli slovacchi Jakes e Svitko, ma entrambi rientrano presto sulla pista giusta e proseguono, senza troppi brividi. Il gruppo di testa si infoltisce, e arrivano anche Paulo Gonçalves, Joan Pedrero e, soprattutto, Kurt Caselli. L’americano, debuttante al posto dell’assente Marc Coma, partito dalla quinta posizione, ottiene il miglior responso cronometro e si installa al comando della Speciale.
“Ad aprire la pista sono Joan Barreda e, ben presto, Cyril Despres, che aggancia lo spagnolo e trova nell’”ex” avversario un valido alleato per sbrigare la pratica della tappa”

Il gruppo di testa costituisce quello che nel gergo dei Rally è chiamato il “trenino”, un piccolo “convoglio” di Piloti che, navigando praticamente a vista, inibisce alla classifica di muoversi, portando tutti i “vagoni” al traguardo con tempi molto ravvicinati. Una tappa, insomma, che diventa interlocutoria, e rimanda a quella successiva tutti le eventuali strategie studiate per oggi.
Vittoria di tappa a Caselli
Vince dunque Kurt Caselli, trentenne californiano di origini italiane, che aveva già rotto il ghiaccio vincendo l’altra tappa veloce di questa Dakar, la settima che si concludeva a Salta. Alle spalle di Caselli il portoghese Paulo Gonçalves, e terzo è Cyril Despres che consolida ancora un poco la propria posizione in testa alla classifica generale. Sono in leggero ritardo, infatti, Francisco “Chaleco” Lopez, l’unico che può a ragione rammaricarsi della “semplificazione” della tappa, e Ruben Faria, il portatore d’acqua di Despres e ex leader della corsa fino a due giorni fa. In leggero ritardo Lopez, quinto, e Barreda, sesto, che ha rallentato nel finale.
“Faria, Lopez e Jakes si allontanano dalla testa della Dakar, e per Despres il vantaggio inizia ad essere importante, soprattutto perché concede al francese un margine, pur sempre delicato, di errore nelle due prossime tappe”

Faria, Lopez e Jakes si allontanano dalla testa della Dakar, e per Despres il vantaggio inizia ad essere importante, soprattutto perché concede al francese un margine, pur sempre delicato, di errore nelle due prossime tappe. La Dakar tornerà infatti in Cile con due tappe lunghe e complicate, dove Francisco Lopez è atteso con impazienza e con una “Missione” che diventa peraltro più difficile di giorno in giorno.

Nel “gruppo B” della tappa di Fiambala, Alessandro Botturi si è preoccupato soltanto di mantenere la posizione. Compito non difficile viste le condizioni delle piste. Il bresciano chiude al settimo posto, che continua a valere al Gigante di Lumezzane la quinta posizione della generale, con la prospettiva sempre più realistica di essere migliorata dal gioco dei cambi di motore, che i suoi avversari adesso sul podio non hanno ancora effettuato.

Nella Speciale di Fiambalà trova un’altra giornata insoddisfacente l’ex Campione del Mondo Helder Rodrigues, alla guida di una delle nuove Honda. Il portoghese, che aveva condotto in testa la prima parte della PS, resta fermo al chilometro 195 e perde altri tre quarti d’ora, scendendo dal sesto posto faticosamente conquistato fino al nono. Anche per Lopez non è una bella giornata, e nel momento in cui appare un po’ più chiaro quello che doveva essere il suo piano di attacco, arriva invece il ridimensionamento delle sue ambizioni. Il cileno voleva attaccare e vincere una Speciale che tutti ritenevano importante, controllare la tappa del ritorno in Cile, e “scatenarsi” sulle dune di Copiapò.




Invece, Fiambalà ha perso tutto il suo “coefficiente” e “Chaleco”, innervosito e frustrato, ha commesso due errori di navigazione nel fuoripista. È verosimile, a questo punto, che il fortissimo Pilota cileno decida di accontentarsi di uno dei due gradini più bassi, pur onorevolissimi, del podio. Beh, è andata peggio allo slovacco Stefan Svitko, in panne per oltre due ore in Speciale e passato dal 7° al 22° posto, e potrebbe andare ancora peggio a Barreda, che all’arrivo accusa un forte dolore alla spalla per la caduta che è stata all’origine del suo rallentamento, se è vero che lo spagnolo potrebbe anche essere costretto a dare forfait.
I Quad
Le condizioni meteo volgono decisamente al peggio, ma lasciano ancora socchiusa una finestra favorevole allo svolgimento della gara dei quad. Numerosi concorrenti, però, e le ultime moto nelle retrovie, vengono deviati su piste alternative per bypassare il “rio” in piena. La Speciale dei Quad, è per 4/5 del suo sviluppo nelle mani di Sebastian Husseini. Ma l’arabo “unito” sbaglia nel finale e favorisce l’inserimento in testa dell’Australiano Paul Smith (Honda), che va a vincere la sua prima speciale davanti all’argentino Gaston Gonzales. Marcos Patronelli (Yamaha Raptor), terzo al termine della frazione di Fiambalà davanti al connazionale Bonetti, è sempre più saldamente al comando, un’ora e cinquanta minuti di vantaggio sul cileno Nicolas Casale.
“L’”Inferno di Fiambalà” mette in mostra un altro girone della sua diabolica “architettura”, e agli organizzatori non resta altro da fare che fermare la prova speciale delle auto e dei camion”

Camelia Liparoti è, invece, tra i concorrenti “deviati” sulla pista alternativa per aggirare il fiume non più guadabile. L’italiana conclude un po’ in ritardo, ma guadagna una posizione e sale al 13° posto della generale.
Gara auto e camion interrotta
Le condizioni meteo degenerano. In queste zone generalmente aride la pioggia è devastante, e i torrenti generalmente in secca si gonfiano, acquistano velocità e la massa d’acqua travolge ed esce dal proprio letto. Per i concorrenti non è più questione di passare più o meno agevolmente, ma di farcela o rimanere intrappolati, o addirittura essere trascinati via dalle corrente impetuosa. L’”Inferno di Fiambalà” mette in mostra un altro girone della sua diabolica “architettura”, e agli organizzatori non resta altro da fare che fermare la prova speciale delle auto e dei camion.

La decisione, presa rapidamente, è quella di interrompere la gara al chilometro 84 e cancellare la Speciale. In quel momento una parte delle auto aveva oltrepassato il primo CP, e in testa figuravano Robby Gordon (Hummer), Ronan Chabot (SMG) e Lucio Alvarez (Toyota). Giniel De Villiers (Toyota) ed il leader della corsa Stephane Peterhansel (Mini All4 Racing) erano appena più indietro, quinto e sesto. Annullata di conseguenza anche la Speciale dei Camion, al momento dell’interruzione da poco entrati in Speciale, e con l’IVECO di Gerard De Rooy in testa.
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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 17 gen 2013, 23:33

Da moto.it



Dakar 2013, tappa 12. Exploit di Verhoeven (Yamaha) e Gordon (Hummer). Leaders indisturbati. Grande tappa di Biasion (IVECO)
L’olandese Frans Verhoeven sorprende tutti e vince a Copiapò. Errore di Alessandro Botturi. L’Urlo di Robby Gordon non disturba Stephane Peterhansel. Miki Biasion è in testa per buona parte della tappa, poi cede il passo a Karginov | P. Batini


Copiapò, 16 gennaio - Tre tappe alla fine. Tre tappe chiave, questo è chiaro. Ecco la prima. Da Fiambalà a Copiapò. La Dakar valica ancora le Ande e torna in Cile attraverso il Paso San Francisco. Lo scorso anno l’esodo fu difficile, e l’intera sesta tappa fu annullata a causa della neve che bloccava il passo. La carovana attraversò la Cordillera in convoglio, spazzaneve e militari in testa, e raggiunse Copiapò a tarda sera. Quest’anno non c’è emergenza meteo, ma alzarsi alle tre affrontare un trasferimento di 400 chilometri che porta fino a 4.800 metri slm, e quindi scendere nel deserto più arido del Mondo, non è una passeggiata.

Tre le consolazioni: fa molto meno freddo rispetto allo scorso anno, lo spettacolo dal passo è da capogiro (e non solo per la rarefazione dell’aria), e oltre le Ande inizia la terz’ultima Speciale della Dakar 2013. Il lungo settore cronometrato, 319 chilometri, è vario e difficile, con tutte le difficoltà di una tappa “dakariana”. Nel menù piste dure e disseminate di sassi in quota, un primo “assaggio” delle ormai famose dune di Copiapò e lunghi, velocissimi strappi nelle depressioni livellate ma insidiose. Indispensabile avere riflessi fulminei e colpo d’occhio, e prestare la massima attenzione alla navigazione. Il totale dell’impegno sale a più di 700 chilometri… ma sono 700 di meno.
Apripista americano
Kurt Caselli ha vinto l’undicesima Speciale. A lui, dunque, l’onore e l’onere di partire per primo, navigare per tutti e rischiare di più. È la regola. L’americano non si sottrae all’impegno, anzi, nella parte iniziale lancia il suo personale attacco e mantiene a gli inseguitori. Proposito apprezzabile, ma con scarse possibilità di successo. Caselli continua da solo per circa un terzo di prova, poi viene “riassorbito” da Barreda, Despres, Gonçalves, Pedrero e Lopez, tutti in gruppo a pochi secondi l’uno dall’altro. E l’americano si accoda. Miglior tempo per Barreda e Lopez, e il cileno Daniel Gouet tra le star, ma Faria e Despres sono di poco indietro, e la classifica generale non si muove troppo. Prova a perdersi Botturi, che nel tentativo di congiungersi con il plotone di testa sbaglia pista e perde il contatto, lasciando sulla pista almeno una decina di minuti.
“Succede in quasi tutte le Dakar. Davanti cominciano ad essere un po’ tesi, il traguardo si avvicina e sbagliare mentre a Santiago già si preparano a battere le mani sarebbe troppo frustrante”

Poi tocca anche a Barreda, poco più avanti, dopo il rifornimento. Lo spagnolo perde il controllo della testa della corsa, che passa nelle mani prima di Lopez, poi di Faria. Ma il ritmo è calato notevolmente, per due motivi. Il primo è che tutti i “top” rider sono compatti, uno controlla l’altro e nessuno ha la benché minima possibilità di tentare una fuga. L’altro motivo è che la tappa è lunga, ma non difficile come ci si aspettava. Le dune si passano abbastanza agevolmente, la sabbia “tiene”. In queste condizioni solo un colpo di scena può cambiare lo stato delle cose, e l’unico modo per limitare il rischio di innescarne uno è… calmarsi.
La tensione dei piloti in testa
Succede in quasi tutte le Dakar. Davanti cominciano ad essere un po’ tesi, il traguardo si avvicina e sbagliare mentre a Santiago già si preparano a battere le mani sarebbe troppo frustrante. Dietro c’è gente che scalpita perché vorrebbe tornare a casa con qualcosa di bello da raccontare, e rompe gli indugi. È il caso del franco-maliano Alain Duclos, che provenendo dalle retrovie si installa momentaneamente al comando al penultimo way point della speciale, e soprattutto di Frans Verhoeven, un habitué dei rush finali. Con la consueta dose di spettacolo che ne contraddistingue la guida, l’olandese spinge forte, e taglia per primo il traguardo “surfando” tra le onde di spettatori urlanti del mare di folla riunita a Copiapò, la città che è diventata una delle capitali della Dakar Sudamericana.

Ovazioni, quindi, anche per Ruben Faria e Joan Barreda, che ha recuperato nel finale il piccolo errore di metà gara. Quinto alle spalle di Duclos, Helder Rodrigues ottiene un risultato “decente”. Troppo lenti nel finale, Lopez e Despres non vanno oltre il settimo e, addirittura il 14° posto, quest’ultimo a nove minuti dal vincitore di giornata ma molto utile, si invertono le parti, alla rimonta di Faria.
“Arriva, invece, la mazzata alla gara di Alessandro Botturi, cui il cronometro aveva assegnato la ventesima posizione, ancora coerente con l’errore di navigazione e che gli consentiva di “salvare” il quinto posto, con Ivan Jakes è un po’ più lontano davanti e Joan Pedrero un po' più vicino alle sue spalle”

La classifica generale è immutata per quanto riguarda le posizioni interessate al podio, e si compattano appena gli intervalli tra i “papabili”. Faria si avvicina un poco a Despres, e Lopez a Faria, tutti in un range di 13 minuti. Arriva, invece, la mazzata alla gara di Alessandro Botturi, cui il cronometro aveva assegnato la ventesima posizione, ancora coerente con l’errore di navigazione e che gli consentiva di “salvare” il quinto posto, con Ivan Jakes è un po’ più lontano davanti e Joan Pedrero un po’ più vicino alle sue spalle. Purtroppo, però, innervosito per aver momentaneamente perso la bussola, Botturi ha “saltato” un way point. La giuria è stata in questo caso inflessibile e il “Bottu”, vistasi assegnare la penalità di un’ora, scende al 74° posto della speciale e, ancora più sconcertante, al 12° assoluto nella generale provvisoria. Una vera disdetta, che il Gigante di Lumezzane certamente non meritava.
Robby Gordon è velocissimo, Peterhansel ha la gara in pugno
La dodicesima tappa della Dakar delle auto inizia… ieri. L’hanno rifatto, gli organizzatori si sono ripetuti scivolando ancora sulla stessa buccia di banana. Prima hanno annunciato l’annullamento dell’undicesima tappa, poi sono tornati sui loro passi e hanno rispolverato la formula salvagente. Hanno, sì, fermato la gara al primo CP, ma poi classificato tutti quelli che erano passati ed attribuito lo stesso tempo a tutti gli altri. Una ventina di classificati, dunque, e un nulla di fatto per tutti gli altri. Ci guadagnano, per esempio, quelli che si sono fermati e che non sarebbero stati in grado di concludere la tappa. Da un punto di vista sportivo tutto questo è poco interessante, perché sconfina in altri ambiti.

Ma che può succedere, allora, ad una Dakar ormai segnata, e consegnata nelle mani di Peterhansel dal talento del Campione francese ma anche dalla “pochezza” degli avversari? Poco o niente di davvero importante, salvo che la Dakar di oggi si divide in due parti. Un lato è soggetto al forte controllo della situazione da parte dei leader, ma sarebbe meglio dire “del” leader, e l’altro si apre agli episodi di giornata.

La temuta prova speciale tra Fiambalà e Copiapò presenta entrambi gli aspetti. Il più veloce su tutto l’arco della tappa è Robby Gordon, che conduce dall’inizio alla fine e va a vincere la sua seconda tappa in questa Dakar. Non è esattamente quello che il combattivo statunitense aveva annunciato alla vigilia della Dakar, che considerava già vinta, ma senz’altro un contributo utile a questa fase della Dakar, cui fa comodo spettacolo che Gordon è in grado di offrire. Peterhansel non si scompone. Mantiene il ritmo a un livello sufficiente a salvaguardare la concentrazione, può contare sull’appoggio del compagno di squadra Joan Roma, bravissimo, e lascia che i vari Terranova, Alvarez, Chabot si affaccino sulla ribalta temporanea di una tappa o di una speciale, e controlla la situazione. Impeccabile come sempre, il Francese corre veloce verso l’undicesimo successo personale.
“Assai più interessante la gara dei Camion, caratterizzata dalla riscossa degli IVECO. Gerard De Rooy lo aveva annunciato alla vigilia, ed era chiaro che l’olandese avrebbe cercato di raddrizzare la gara compromessa all’indomani della nona tappa”
La riscossa degli IVECO
Assai più interessante la gara dei Camion, caratterizzata dalla riscossa degli IVECO. Gerard De Rooy lo aveva annunciato alla vigilia, ed era chiaro che l’olandese avrebbe cercato di raddrizzare la gara compromessa all’indomani della nona tappa. Il quinto posto e l’ora di ritardo non erano un motivo sufficiente per arrendersi. In questi casi “saltano” le strategie e i giochi di Squadra, e all’ordine del giorno passa l’imperativo di attaccare. Ne può approfittare Miki Biasion per fare la “sua” tappa.

L’equipaggio italo-olandese dell’IVECO Trakker 2 lancia la sfida, e passa immediatamente al comando della Speciale, prima controllando il Tatra del Ceko Kolomy, quindi superando il Kamaz di Karginov, ed infine passando in testa a spese del Tatra di Ales Loprais. Nel finale Karginov si rifà sotto e va a vincere la Speciale, De Rooy è terzo e Miki, che lasciato passare il compagno di Team, è quarto e risale in ottava posizione assoluta.



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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 18 gen 2013, 0:06

Il Bottu ha fatto la cacata. Ha saltato un WP e si è beccato 1 ora di penalità.
Tutta esperienza, ma peccato :(



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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 18 gen 2013, 23:13

Da moto.it



Dakar 2013, tappa 13. Vince Lopez (KTM), Despres è più vicino. Botturi costretto al ritiro
Nuovo colpo di scena al KM 140, Botturi è fermo nel deserto. Un Lopez “furioso” e spettacolare vince la tappa e scavalca Ruben Faria nella generale. Ma Despres è ancora a 8 minuti| P. Batini


La Serena, 18 gennaio. La tappa si conclude a La Serena, ma prima di raggiungere il Pacifico, i concorrenti hanno davanti a loro oltre 700 chilometri, e di questi 441 sono di Prova Speciale. Poco conta che la prima parte sia molto veloce e che un tratto centrale di una cinquantina di chilometri sia su asfalto e neutralizzato, l’impegno è comunque gravoso. Per un motivo sufficientemente “inquietante”. Al centro della penultima sfida dell’edizione 2013 è previsto quello che i locali chiamano il Gran Premio di Copiapò, un inferno di 120 KM di sabbia e di navigazione fuoripista sulle famigerate dune che portano il nome della città. Da Vellemar a La Serena, poi, è tutta strada fino all’Oceano più grande del Pianeta.

Penultima tappa, ultima occasione “concreta”. Forse soltanto per Francisco Lopez, atteso dai tifosi nella tappa che è senz’altro la più importante del passaggio finale della Dakar in Cile. L’inizio, però, è “standard”. Verhoeven apre la pista, è ben presto affiancato da Ruben Faria, e Joan Barreda prende il comando delle operazioni nel tratto più veloce di inizio Speciale. I primi tre vanno forte. Cyril Despres parte indietro, sfrutta la scia di tracce che gli “ouvreurs” hanno lasciato davanti alle sue ruote, e ottiene il miglior intertempo prima che i concorrenti entrino nel tratto di dune e di navigazione. Faria rallenta vistosamente, evidentemente affronta una situazione difficile.
Lo show del "Piloto Nacional"
Ha deciso di aspettare Despres, è il suo compito, dimenticandosi del secondo posto in classifica? Un problema alla moto? Niente di tutto questo, “solo” un errore di navigazione, così è Lopez che rompe gli indugi e si lancia all’inseguimento dei battistrada, Barreda e ora anche Rodrigues. Lopez aveva lasciato intendere all’arrivo a Copiapò che era meglio accontentarsi e garantire il secondo posto, ma ci deve aver ripensato. Il suo nuovo obiettivo, non più “conservativo”, è l’assalto alla seconda posizione. Al termine della prima parte della PS sbuca Caselli, ancora lui, con il miglior tempo.
“Ha deciso di aspettare Despres, è il suo compito, dimenticandosi del secondo posto in classifica? Un problema alla moto? Niente di tutto questo, “solo” un errore di navigazione, così è Lopez che rompe gli indugi e si lancia all’inseguimento dei battistrada, Barreda e ora anche Rodrigues”

Dopo la neutralizzazione la tappa sale di tono, trascinata da Lopez che manda in delirio gli appassionati del suo Paese. A loro volta i tifosi sospingono “Chaleco” incitandolo al “sueno”, e il sogno è il trionfo a Santiago, naturalmente. Caselli si ferma con un problema di motore a cinquanta chilometri dall’arrivo, ma a quel punto Lopez è già avanti e, minuto dopo minuto ha annullato, e poi convertito a suo favore, il distacco che lo sperava da Ruben Faria nella generale.

Lopez vince la sua quarta tappa di questa Dakar e scavalca Faria. Despres è secondo e limita i danni, poco più di cinque minuti, e Paulo Gonçalves è terzo, giusto alle spalle del francese. Due episodi curiosi. Al traguardo Despres se la prende con Joan Pedrero, accusandolo di averlo tenuto nella polvere e ricordandogli che è lui il Pilota di punta della Squadra. Una radio locale, non vedendo arrivare il leader al traguardo e ipotizzando una panne, chiede al suo inviato di andare da Lopez per dargli la “noticia maravillosa”.

Naturalmente non è così. Lopez si è sbarazzato di Faria, ma Despres è ancora davanti. “Chaleco” spiega che oggi è riuscito a dare dieci minuti all’avversario diretto, domani dovrebbe darne otto, e almeno sedici secondi, al numero 1. Il giornalista urla: “Allora il nome della tappa di domani è: El Ataque Final”. Sì, perché adesso manca una sola tappa al traguardo finale di Santiago, con l’ultima prova speciale di 350 chilometri anch’essa, però, con un lungo intermezzo neutralizzato.
Botturi. Piove sul bagnato
Dalle retrovie, nel deserto di dune, arriva la frustrazione di Alessandro Botturi. È fermo, con il motore rotto, al KM 140. Ironia della sorte, è un motore nuovo, cambiato alla vigilia per sostituire il “vecchio”, un po’ fiacco, e consentire ad Alessandro di completare al meglio le ultime due tappe. 8° assoluto lo scorso anno, miglior Rookie al debutto con il Team Bordone-Ferrari, Botturi cominciava ad accarezzare il sogno concreto di un risultato eccezionale. Il sogno è diventato evanescente prima di Copiapò, a causa della penalità di un’ora per il salto di un way point, e si infrange definitivamente ancora lontano da La Serena. Ad oggi, Botturi è l’ultimo grande attore di questa Dakar costretto al ritiro. Il penultimo era stato lo Slovacco Stefan Svitko. Anche lui una magnifica Dakar 2012, anche lui nei primi dieci. Ma non era l’anno, per nessuno dei due.



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Re: Dakar 2013

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 18 gen 2013, 23:15




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Re: Dakar 2013

Messaggioda jenk » 18 gen 2013, 23:25

Che "sfiga" il Bottu.
Ieri una penalità evitabile per eccesso di foga (wp saltato che con 1h di penalità aveva compromesso l'ottima classifica), oggi rottura di un motore montato ieri.
Pensare che senza grandi pretese lo inserivo sul podio (nei miei pronostici).

Comunque per essere alla seconda Dakar (finta) promette bene e qualche soddisfazione "pesante" la prenderà in futuro (cosa che gli consigliava il buon Fabrizio "passa ai rally" quando collaudavano la 950 Rally in Tunisia).
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Re: Dakar 2013

Messaggioda jenk » 19 gen 2013, 17:19

CHALECO CAMBIA IL MOTORE, E PERDE IL SECONDO POSTO

La notizia arriva a metà pomeriggio ed è una mazzata. Per tutto il team. Il cambio della Ktm di Chaleco sta cedendo. Ha rotto la quarta marcia nell'ultima speciale e bisogna decidere cosa fare. Aggiustare non si può, l'unica è sostituirlo il che equivale a cambiare il motore ed incorrere così nella penalità di 15 minuti che lo retrocedono di nuovo in terza posizione, dopo la faticata e la vittoria di giornata.

La decisione è sofferta e non invidio chi ha dovuto prenderla. Non cambiare il motore si può, certo, ma che accade se poi l'ingranaggio si sgretola, va nel cambio e spacca tutto? Meglio prendere 15 minuti di penalità oppure rischiare e correre così? Si riuniscono i capi del team, con Chaleco, con Roberto Boasso il suo meccanico, con Jordi Arcarons, il responsabile e Carlos, il team manager del cileno....Nessuno se la sente di prendere la decisione. Chaleco dice non cambiamolo, gli altri tentennano. Già l'estate scorsa al Desafio una scelta del genere si risolse con la rottura totale della moto e il ritiro di Chaleco dalla gara...Oggi non vogliono ripetere l'esperienza. E' il momento in cui i SE prevalgono...e se cambio il motore e prendo i 15 minuti di penalità? e se non lo cambio e poi rompo la moto? e se lo cambio e poi magari era un danno piccolo? Impossibile saperlo ora però, bisogna aprire il cambio e guardarci dentro...ma questo non si può fare ora.

Così alle fine si prende la decisione e si cambia il motore. Roberto Boasso ha quasi le lacrime agli occhi mentre aspetta i commissari per far vedere loro il nuovo motore e confermare il cambiamento. Non lo sa nessuno, non si vuole dare agli altri piloti il vantaggio di sapere che Chaleco non è più secondo, bensì terzo.

Lo sapranno domani mattina e c'è da giurarci che anche se la speciale è davvero corta, Chaleco farà di tutto per riprendersi quel posto sul podio. La tappa, l'ultima, lascia La Serena alle 5,45 per la prima moto. Un trasferimento di 122 km ed ecco alle 7,35 il via alla speciale: 346 chilometri divisi in due parti, e la seconda è brevissima, più che altro uno spettacolo.Il fine gara è a Limache, poi si raggiunge Santiago, con un ultimo trasferimento di 158 km e i mezzi vanno a riposare dopo questa lunga fatica in parco chiuso al Parque O'Higgins.

fonte worldrallyraid.com
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Re: Dakar 2013

Messaggioda klw » 19 gen 2013, 18:56

Despres ancora vincitore!!

E sono 5, come le KTM alle prime 5 posizioni :twisted: :twisted: :twisted:

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Re: Dakar 2013

Messaggioda jenk » 19 gen 2013, 19:15

Piccole considerazioni personali.

Indiscutibile il dominio di Despres che ha fatto quello che ha voluto.
Spero venga fugato il mio dubbio (leggendo il regolamento) sul cambio di motore non punzonato a lui.

Faria ha portato a termine il suo compito, non sò quanti l'avrebbero fatto trovandosi nelle condizioni di essere primo (da due giorni aspetta il compagno che oggi gli ha dato l'OK per tentare di vincere una tappa).

Lopez l'ultimo dei delusi per il secondo posto mancato all'ultimo (cambio motore).

Ho già scritto ieri per Botturi, inutile riscrivere le stesse cose.

Rivelazione di quest' anno Pain a lungo in testa e Svitko che ha disputato prima del ritiro un'ottima gara.

Una cosa vorrei capire, come farà la Honda a giudicare il risultato?
Hanno spaccato i maroni con propositi di vittoria e troviamo la prima settima a oltre 1h con Rodrigues.
Al confronto ha fatto una figura migliore Husquarna, che almeno sono stati più contenuti nelle dichiarazioni pregara.
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Re: Dakar 2013

Messaggioda klw » 19 gen 2013, 19:31

Recuperare il gap da KTM non sarà facile per nessuno perché oltre ad avere moto molto ben collaudate hanno pure i piloti migliori.

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Re: Dakar 2013

Messaggioda corry » 19 gen 2013, 19:34

jenk ha scritto:Piccole considerazioni personali. ...


Anch'io.

Despres: ha vinto, onore a lui.
Anche se resta " l'ombra " del 2° motore cambiato nella tappa marathon. Chissà se l'organizzazione non fosse francese come sarebbe stato " interpretato " il regolamento ... :roll:

La Honda : maluccio sicuramente, anche se non dimentichiamoci era praticamente " al debutto " nella Dakar ( moderna ).

Yamaha : per un pò ci hanno fatto illudere che fosse uscita finalmente " l'anti-ktm ". Motori cambiati nessuno.

Botturi : spero non prenda più il n.17 in gara ... :?

Cambpell : un grande, alla faccia di chi lo vedeva spatellato contro la prima duna il 5 gennaio !

Zanotti : l'anno scorso ritirato alle prime tappe, quest'anno il motore " friggeva " la benzina ... l'anno prossimo ???

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Re: Dakar 2013

Messaggioda jenk » 19 gen 2013, 19:51

klw ha scritto:Recuperare il gap da KTM non sarà facile per nessuno perché oltre ad avere moto molto ben collaudate hanno pure i piloti migliori.

Anche KTM non deve "dormire", anzi deve rimboccarsi le maniche alla svelta.
Lo scorso anno solo Coma al penultimo giorno, quest'anno Despres a nemmeno metà gara e Lopez alla penultima con noie al cambio.
Evidentemente si sono spinti un pelo troppo avanti con lo step.
Non è casuale (per me) che tutti e tre hanno avuto il problema quando "dovevano spingere veramente" :roll:
Coma lo scorso anno per recuperare su Despres, idem Lopez quest'anno, mentre Despres nella tappa che in condizioni normali era decisiva per questa Dakar e voleva dare il "colpo di grazia" alla classifica (condizionata e accorciata la seconda parte per le bizze del meteo).
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Re: Dakar 2013

Messaggioda jenk » 19 gen 2013, 19:58

corry ha scritto:Botturi : spero non prenda più il n.17 in gara ... :?

Botturi con quel numero ha vinto molto nell'enduro.
Dico che ha avuto solo sfiga (la posizione era già compromessa dall'errore del wp mancato).
Cambiare il motore per stare "tranquilli" e questo si rompe prima di fare 150km (100 di trasferimento) non saprei come giudicarlo in altro modo.
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