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Sardegna Rally Race 2011

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jenk
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Re: Sardegna Rally Race 2011

Messaggioda jenk » 29 giu 2011, 12:41

RALLY & PROIETTILI

pierobatini@motocrossrivista.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot, abilitare Javascript per vederlo - Qui c’è una parte importante della verità. Quella che attiene ai fatti incresciosi e dal profilo drammatico che hanno avviluppato il Sardegna Rally Race ad una settimana dal via. I fatti visti e vissuti dalle “vittime”. Una storia che è rimasta nell’ombra, come un’ombra sul Sardegna Rally Race, fino alla fine del Rally, e che ha dell’incredibile se non fosse reale, e preoccupante, ed alberghi un angolo di sottocultura che ancora sopravvive nell’uomo che rifiuta evoluzione e civiltà, ma che soprattutto ha deciso di fare a meno dell’intelligenza.

Manca una settimana alla partenza, da Porto Cervo, della quarta edizione del Mondiale in Sardegna organizzato da Bike Village. Tutto è pronto, e tutto non è ancora pronto. La realizzazione di un Rally è un’operazione infinitamente complessa, e l’infinità dei dettagli attinenti alla buona riuscita di un evento di simile portata si prende fino all’ultimo minuto prima del primo conteggio alla rovescia. Valter Pinna, il tracciatore storico, Gianrenzo Bazzu, presidente di Bike Village, ed Antonello Chiara, deus ex machina del Rally, sono convocati dalle questure di Cagliari e Nuoro. Tutti e tre vengono messi al corrente del fatto che li accomuna tristemente: la Polizia Postale ha intercettato una busta loro indirizzata, contenente una lettera ed un proiettile. Il contenuto della lettera è agghiacciante, un messaggio di morte. Un invito a non andare avanti con il Rally con una minaccia esplicita alla vita, il messaggio di morte esteso ai familiari dei destinatari. Il messaggio intimidatorio non porta firma, naturalmente, è anonimo. Nella busta, a titolo evidentemente di rinforzo del messaggio, un proiettile calibro 7,62.

In un primo momento Pinna, Bazzu e Chiara reagiscono senza indugio, riponendo la missiva nel limbo delle scelleratezze senza conseguenze a cui non dare peso. In Sardegna, a quanto pare, le “lettere” di questo genere non si contano. Ma il tarlo del dubbio, ed il senso si responsabilità per il coinvolgimento dei familiari, scava nell’anima. A due giorni dalla partenza la risoluzione cambia direzione. Non ci si può permettere di lasciare andare avanti il Rally se questo può, in un qualsiasi modo, nuocere a madri, mogli, figli. Non è più una questione personale, né di orgoglio, ed in questo caso non resta che una scelta: annullare il Rally. I primi concorrenti, intanto, stanno arrivando a Porto Cervo, la macchina è in moto, e la cancellazione dell’evento un disastro per tutti quelli che, spinti dalla passione per uno sport, non meritano certo un epilogo di questo genere.

Sono ore concitate, drammatiche, nervose. La Polizia ha aperto un’indagine, e si lavora alacremente per dare ai fatti una misura il più possibile coerente con la realtà. Resta il tormento, il tarlo non della paura ma della preoccupazione e dell’intolleranza per un atto di follia incontrollabile che si è spinto fino ad associare sport e criminalità.

Si pensa anche ad una soluzione tangente, che sposti la mira della minaccia dalle persone alle istituzioni, annullandone efficacia e movente. Gli organizzatori e la Federazione Motociclistica Italiana si parlano, e Paolo Sesti si rende disponibile a prendere eventualmente in carico l’ufficialità dell’organizzazione del Rally. Non sarà così, ma il passo è importante perché, se il Co.Re. Sardo si farà sentire solo molto più tardi, a cose fatte e risapute, con una lettera formale di solidarietà, l’organismo centrale federale è con il Rally italiano più bello del Mondo.

Le Forze dell’Ordine non se ne stanno con le mani in mano. L’indagine fa passi avanti, e viene individuata un’area geografica dalla quale potrebbe venire un qualche pericolo. Il Rally sarà protetto, e lo si vedrà “discretamente” soprattutto durante la quarta tappa.

Manca un giorno alla partenza. Tutti hanno fatto quadrato attorno al Sardegna Rally Race. Chiara e Bazzu decidono: il loro Rally va avanti!

Il Rally va benissimo, è un successo incredibile.

Resta la domanda: come è possibile che sia accaduta una cosa del genere? È chi sono gli autori di un atto così infame e senza senso? Naturalmente non c’è una risposta, non ancora, altrimenti avremmo già letto i nomi sulle prime pagine dei giornali.

I fatti scemano, e lasciano posto alle circostanze, alle supposizioni basate sui fatti. C’è ostruzionismo per Bike Village, proprio in Sardegna. Ci sono motoclub dichiaratamente ostili, e personaggi che gravitano come satelliti malevoli attorno all’attività dei motoclub, che si sono già resi “protagonisti” di azioni demenziali e pericolose, più demenziali che pericolose. Si dichiarano “motociclisti”, “paladini” di non so cosa in nome di non so quale “passione”. Sono tiratori franchi, e vorrebbero esserlo letteralmente, perché hanno la mente malata. No, tranquilli, NON SONO MOTOCICLISTI, sono “infiltrati” pericolosi e nocivi, come quelli che vanno allo stadio con la pistola e si dicono tifosi. Gente che i motoclub devono isolare e prendere a calci nel culo.

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fonte motocross.it
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