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DAKAR 2011

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Re: DAKAR 2011

Messaggioda fba » 4 gen 2011, 12:42

tocram ha scritto:
Bu-BU EL Franz ha scritto:Avete visto se rispettano il palinsesto oppure fatto i cavolacci loro come al solito?


ieri mi sono dimenticato di vederla :roll:


noooo anche io! :nono:

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tocram
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda tocram » 4 gen 2011, 14:00

fba ha scritto:noooo anche io! :nono:


ci mandiamo un messaggino per ricordarcelo questa sera :mrgreen:

:? noo... questa sera esco...ufff

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Re: DAKAR 2011

Messaggioda strydog » 4 gen 2011, 17:02

Qualcuno ha seguito in tempo reale la rimontona di Despres? :mrgreen:

dev'essergli successo qualcosa a inizio tappa perchè l'aggiornamento in tempo reale dava:

WP1 posizione 45° a 6' 25"
WP2 posizione 15° a 4' 14"
WP3 posizione 12° a 4' 08"
WP4 posizione 7° a 3' 33"
WP5 posizione 7° a 3' 45"
WP6 posizione 6° a 3' 54"
WP7 posizione 4° a 3' 21"
WP8 posizione 4° a 3' 09"

Si può dire "MECOJONI!!" :shock:
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda strydog » 4 gen 2011, 17:26

WP9... despres è terzo...
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda strydog » 4 gen 2011, 18:28

scusate se insisto ma al penultimo WP è secondo, a 2' 22" da coma, e di conseguenza è tornato primo anche nella generale, con 13" sempre su coma.

'CoZio che rimonta :shock:
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda superclod » 4 gen 2011, 19:11

Non è che partono alla rovescia?? Cioè l'ultimo per primo e il primo per ultimo :roll:
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Vincenzo » 4 gen 2011, 21:06

Dakar 2011, 3a Tappa. Vittoria di Marc Coma. Despres mantiene il comando del Rally
Primo successo dello spagnolo, che si aggiudica la speciale di 521 Km davanti a Despres ed al portoghese Gonçalves. In ritardo Lopez

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Marc Coma vince la sua prima Speciale “dakariana” del 2011. Sul traguardo di San Salvador di Jujui è primo davanti a Despres e Gonçalves. Leader “virtuale” della corsa fino al termine della neutralizzazione, il catalano resta secondo nella generale, e paga 14 secondi al francese, autore di un grande recupero dopo un avvio incerto. Le BMW del portoghese Gonçalves e del brasiliano “Zé” Helio al quarto e quinto posto. Ancora in ritardo Francisco Lopez, per alcuni errori di navigazione, ora a 18 minuti dai battistrada.

Lo scorso anno Marc Coma aveva superato un limite di velocità all’inizio della gara, e l’organizzazione lo aveva punito a tradimento, con 20 minuti che avevano influito pesantemente sull’evoluzione della gara dello spagnolo. Quest’anno le penalità sono solo un disturbo: 1, due, sette minuti, “appioppati” la notte quando i piloti sono nel sacco a pelo. E stanotte è toccata, tra gli altri, a David Casteu. 4 minuti, quel tanto da far scendere il francese in 4a posizione nella generale, e favorire “a tavolino” l’ascesa al podio, provvisorio beninteso, di “Chaleco” Lopez. Incoerenze della Dakar.

Più coerente con lo spirito dell’imprevedibile Dakar è, invece, lo sviluppo della 3° tappa, con un inizio a suon di tensioni da colpi di scena, per fortuna per la maggior parte ridimensionati. Despres attacca la Speciale di 521 chilometri, ma poco più avanti commette un errore, per fortuna piccolo, di navigazione, ed al primo waypoint ferma la “sveglia” con un ritardo di sei minuti e mezzo dalla testa della corsa, in quel momento comandata dall’americano Street. Poi riparte all’attacco e comincia a recuperare, ancora una volta imponendosi un cambio drastico di strategie. Nel frattempo l’azione di Marc Coma si fa imponente e, come accade spesso allo spagnolo, il suo “allungo” è irresistibile. Al secondo CP di giornata, prima della neutralizzazione di una speciale che ha cambiato volto e terreno più volte, lo spagnolo è solo al comando. 250 km di speciale alle spalle, quando i concorrenti si riforniscono ed entrano nei 170 km di tratto neutralizzato, Despres ha recuperato metà dello svantaggio iniziale, ed è ora a poco più di tre minuti dal catalano. Tra i due ufficiali KTM si sono inseriti il portoghese Paulo Gonçalves (BMW) ed il francese Olivier Pain (Yamaha), autori di una magnifica Speciale. Lopez (Aprilia) accusa oltre 12 minuti di ritardo. Fiato sospeso, fino alla ripresa della Speciale, che diventa incandescente.

Alla ripresa Despres alza ancora la pressione, mentre Coma, che ha una guida più aggressiva dell’avversario, è costretto a rallentare per l’usura del pneumatico posteriore. L’obiettivo del francese diventa triplo: recuperare terreno, ridurre lo svantaggio per conservare la leadership della corsa, e… accontentarsi del secondo posto in speciale per garantirsi un più confortevole ordine di partenza per la tappa successiva. Al traguardo gli obiettivi sono centrati in pieno.

Il nuovo, emozionante duello tra Despres e Coma è chiaramente profilato, e sacrifica la corsa degli avversari, inesorabilmente già staccati dalla copia di testa.
Oltre quattro ore in moto, 521 chilometri di Speciale, dal caldo afoso dei canyon al “gelo” delle alture delle pre-Cordillera attraverso l’umidità della foresta. Una giornata che segna l’ingresso della Dakar nel vivo della sua spettacolare avventura.




3° Tappa

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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Vincenzo » 4 gen 2011, 21:24

E' chiaro che la ASO ha toppato ancora una volta, ridurre a 450 la cilindrata non ha portato a niente, alla fine sempre una KTM andrà a vincere la Dakar, le velocità sono elevate ugualmente, l'affidabilità delle moto non conta visto che possono cambiare 3 motori senza penalità e un numero infinito con qualche minuto di penalizzazione, la navigazione è ancora troppo marginale e "tecnologica" per determinare grossi stravolgimenti di classifica.L'unica nota positiva è il maggior numero di case motociclistiche impegnate nella gara.
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda klw » 4 gen 2011, 22:11

Posso intuire tutte le motivazioni economiche che volete, ma per come la vedo io un rally nel deserto deve essere basato solo su due elementi: passaggio molto vicino ai pochi waypoint stabiliti per ogni tappa (utili per rifornimento e per non disperdere troppo il gruppo) e ordine di arrivo con relativi distacchi.
Niente prove cronometrate, niente passaggi nei villaggi, solo pura navigazione senza GPS (presente solo per sicurezza per segnalare la posizione dei piloti).
Fondamentalmente vince chi si orienta meglio, non necessariamente il miglior manico. D'altra parte per questo tipo di prove mi pare che ci siano un fottio di mondiali di vario genere e tipo, mentre si suppone che nel deserto la cosa più importante sia trovare la strada giusta.
In un contesto del genere il dibattito sulle cilindrate dei mezzi perderebbe efficacia, ed anzi sarebbe teoricamente possibile che un pilota con XT600 arrivi davanti a una 450Rally da 35.000 euro.

Comunque sia, Africa o Sud America, la Dakar esercita sempre un certo fascino, anche a chi legge poche righe l'anno come me. Un sogno partecipare a un Rally.

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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Bu-BU EL Franz » 5 gen 2011, 11:30

mukkone ha scritto::D qualcuno conosce qualche link dove si possono vedere le tappe della dakar 2011??

Unito dal bar :wink:



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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Tomac » 5 gen 2011, 15:05

Vincenzo ha scritto:E' chiaro che la ASO ha toppato ancora una volta, ridurre a 450 la cilindrata non ha portato a niente, alla fine sempre una KTM andrà a vincere la Dakar, le velocità sono elevate ugualmente, l'affidabilità delle moto non conta visto che possono cambiare 3 motori senza penalità e un numero infinito con qualche minuto di penalizzazione, la navigazione è ancora troppo marginale e "tecnologica" per determinare grossi stravolgimenti di classifica.L'unica nota positiva è il maggior numero di case motociclistiche impegnate nella gara.


Premetto che....(non potrebbe essere diversamente 8) 8) )...sono innamorato del 690Rally...e anche il vecchio 660 mi fa ancora battere il cuore, per cui la decisione di pensionarla di forza mi rattrista molto.
Però non me la sento di dare addosso alla ASo ... lo scopo della riduzione della cilindrata era solamente quello di attirare altre marche nelle competizioni (ora vale solo alla Dakar..ma spero presto che la vera Dakar torni in Africa e rimanga comunque questa splendida gara Argentina)....e mi sembra di vedere che hanno visto giusto, è arrivata finalmente Aprilia, stanno arrivando (con delle splendide realizzazioni semi-ufficiali) BMW, Sherco, Yamaha ... tanti team privati si sono iscritti con entusiasmo realizzando ottimi prototipi, insomma se la decisione di ridurre la cilindrata ha portato questo,...secondo..benvenga :D
Concordo su tutto riguarda la navigazione, vedrei bene il divieto del GPS.....solo bussola elettronica e roadbook...come ai vecchi tempi dove si viaggiava a 180 Kmh con i "bussoloni" nautici montati sul cokpit :D :D
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Tomac » 5 gen 2011, 15:13

A proposito di YAMAHA non trovate che la nuova realizzazione sia molto più bella della precedente?
Tra l'altro sembra molto ben fatta, chissà che non ci dia un ritorno a livello semi-ufficiale magari con qualche team europeo ...(Rinaldi... :wink: )

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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Vincenzo » 5 gen 2011, 21:43

La lunga notte....
La 4° tappa porta la carovana della Dakar in Cile. I paesaggi sono meravigliosi, e la sensazione dell’altitudine è mitigata dall’immensità di spazi mozzafiato, tra i più belli del Pianeta

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San Salvador de Jujui – Calama. Oltre il Passo de Jama, raggiunto dopo una lunga ascensione lungo la via dei Salar andini tra Argentina e Bolivia, c’è il Cile.
Si parte prestissimo, ancora alle 04:30, da San Salvador de Jujui, con il lungo trasferimento di 550 km per essere per tempo alla frontiera, passare per quel luogo magico che si chiama San Pedro de Atacama, e per scendere, e risalire, fino alla partenza della corta Speciale, solo 207 chilometri, tracciata ad Ovest del Salar di Atacama. Siamo alle porte del Deserto più arido de Mondo: il meraviglioso, incomparabile Atacama. L’arrivo è a Calama, 2.200 m s.l.m., città nota per la maestosa miniera di rame a cielo aperto di Chuquicamata. Alla fatica ed alla mancanza di sonno si sommano gli effetti dell’altitudine.

Se le posizioni di testa al termine della terza tappa hanno delineato che il confronto tra Despres e Coma assume giorno dopo giorno i contorni della sfida epica, c’è da dire che, dieci minuti sotto, c’è un bel gruppo di “aspiranti” con una certa legittimità. La giornata storta di Lopez non fa testo, il cileno se la prenderebbe comunque calma per liberare tutta la sua energia nel suo deserto. Olivier Pain è senz’altro il giovane ben più che promettente del momento, fa piacere trovare in lizza due brasiliani simpatici come l’asso Zé Helio ed il “vecchio” Jean De Azevedo, è bello rivedere in forma Jordi Viladoms e constatare che Helder Rodrigues è sempre più affidabile. David Casteu non è una sorpresa né una incognita: è una certezza, ed a lui va il merito di tanto coinvolgimento di Sherco. Oltre alla Marca francese, rispondono positivamente all’appello anche BMW e Yamaha, anche se quelle due KTM, la davanti…

I migliori degli italiani, nella prima tappa difficile, sono stati Ivan Boano, che ha preso “di punta” questa Dakar ed eccede “regolarmente” in velocità, tanto che ieri è partito cento posizioni (e cinquecento euro) più in basso, e Filippo Ciotti, “ufficiale“ Rieju dopo la defezione forzata di Fesani. Al traguardo arrivano alla spicciolata: Antonio Cabini, Claudio Pederzoli, il mitico Franco Picco, Zuffetti e Carmignani. Tiene duro Fabrizio Mugnaioli, pur con qualche problema alla moto, e lo sostiene Silvia Giannetti. Poco prima di loro è arrivato Alex Zanotti, che ha aggiunto nuovi guai a quelli sopportati nei primi due giorni del Rally arrivando al bivacco al traino del danese Munk. E finalmente Stefani, Cusumano, Beltrami, l’italo-belga Cucurachi, con non so più quante Dakar sulle spalle. Quindi è la volta di Camelia Liparoti. Ma per qualcuno la giornata si è allungata ancora.

La terza tappa della Dakar, dunque, la prima veramente impegnativa e lunga, ha rivelato il vero volto della Dakar. Lasciata alle spalle ogni forma di indulgenza, la corsa stende le sue carte. I partecipanti sono costretti a fronteggiare la “verità”, e loro stessi con sincerità. Non c’è più spazio per l’ozio al bivacco, o per le interminabili telefonate a casa. La situazione precipita, le giornate d’improvviso si scorciano, ed ogni cosa da fare esige fretta e puntualità, ne va di quelle poche ore di tregua nel sacco a pelo. Per alcuni la notte tra la terza e la quarta tappa è troppo corta, o si allunga all’infinito, e all’entusiasmo che ha spinto alla grande maratona si sostituisce l’angoscia del buio, del freddo, di una pista che non finisce mai o che non si muove ormai di un metro, il pilota che cerca disperatamente di ritrovare la strada o di riparare come può la propria moto. I primi sono al bivacco da ore, il briefing ha già delineato le difficoltà della tappa successiva, certi meccanici stanno per stendere il telo sulla moto revisionata, e tutti hanno lo stomaco pieno, anche troppo per la foga più che per la fame. Per quelli rimasti in pista la foresta è una trappola. Poco o tanto che manchi all’arrivo, se non ci si muove si tende all’infinito. Si avvicina la luce di un faro. Se è un problema di benzina, di una camera d’aria o di una… lampadina, magari con quella luce arriva la “salvezza”. Ma se la moto è rotta non c’è niente da fare. O quasi, non si sa mai. E allora le ore del buio sono ingoiate dalla ricerca di un guasto banale. Se così è, le ore della notte tornano ad essere quelle della speranza. Di riuscire ad arrivare prima che l’ultima moto parta dal bivacco. Se non è così non resta che affrontare, stendersi sotto la coperta termica, ingoiare il rospo e gli ultimi bocconi della razione di emergenza ed aspettare il camion scopa. Ma intanto è già ora di bilancio. Definitivamente in rosso. La Dakar non aspetta. E non perdona.


4a Tappa. Marc Coma vince la volata di Calama e passa al comando
Speciale corta e molto veloce, arrivo entusiasmante. Despres, secondo in prova, è a soli due secondi dal nuovo leader. Francisco Lopez, terzo, a venti minuti.

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Speciale corta, solo 207 chilometri, e non difficile. Lungo e spossante, invece, il trasferimento iniziale che ha portato i concorrenti in Cile con il transito “doganale” al Passo de Jama.
Un vento caldo soffia forte sul traguardo della terza tappa, 3 chilometri a Sud di Calama. Più forte del vento Marc Coma vince la seconda speciale consecutiva, davanti a Cyril Despres e Francisco “Chaleco” Lopez, e conquista la vetta della classifica generale. Ecco i tre protagonisti assoluti della 4° tappa. Disattesa l’ipotesi di un obiettivo a lunga distanza per i due battistrada, che hanno invece lasciato correre le loro KTM, definitivamente velocissime, staccandosi dagli inseguitori, ed un inarrivabile bersaglio a “vista” per il cileno che, come due anni fa, puntava ad un successo, per sé e per la sua tifoseria, nella tappa di ingresso nel suo Paese.

Coma e Despres hanno dato vita ad un piccolo Gran Premio del Deserto, mentre Lopez, preso atto della superiorità degli avversari, si è limitato a mordere il freno con il pensiero alle tappe clou della corsa in Cile. Il “piatto” della Speciale “autostradale”, cinque waypoints e gas aperto, chiusa ad oltre 100 km/h di media, è una entusiasmante vittoria di giornata e la conquista di una buona posizione sulla griglia della prima tappa desertica, la 5a tra Calama e Iquique. Despres è ora a soli due secondi, ed il ritardo di Francisco Lopez dalla testa delle generale sale a 20 minuti, ma la sua posizione torna ad essere coerente con i pronostici. Alle spalle dell’Aprilia del cileno, la BMW di Gonçalves e le due Yamaha di Olivier Pain ed Helder Rodrigues. David Casteu è ottavo, dietro a Jordi Viladoms.

Messa da parte la ricerca di un’opportunità strategica, Marc Coma ha dato dimostrazione, oggi, di voler correre più “istintivamente”, cercando di vincere ogni giorno nella prospettiva di porsi al riparo dagli imprevisti. Credo che i suoi avversari si siano accorti dell’attitudine dello spagnolo, che è particolarmente temibile quando si sbarazza di ogni forma di tatticismo.
Sul piano tecnico, nulla da fare contro le nuove KTM sul guidato e sul veloce, i terreni “esplorati” fino ad oggi dalla Dakar 2011. Si fa ancora più trepidante, ora, l’attesa del responso delle tappe centrali della Dakar nel Deserto di Atacama.

Bella la gara implementata dai piloti di punta e dai loro “portatori d’acqua”. Fino a ieri Ruben Faria era stato molto veloce, un sostegno fondamentale per il suo “capitano”, oggi è stata la volta di Juan Pedrero, “assistente veloce” di Marc Coma, sesto sul traguardo di Calama.

Ancora piccoli rimescolamenti dovuti a penalità per eccesso di velocità. Tocca per esempio ad Olivier Pain, ieri quarto, “pagare” e scendere nell’ordine di partenza al 13 posto. “Quisquilie” in confronto alla pesante sanzione toccata ad Ivan Boano, ormai relegato nelle posizioni centrali della corsa nonostante il valore dimostrato dal piemontese in sella alla Beta “home made”. Pesi e misure “caratteristici” della “inflessibilità” degli organizzatori, che non sono mai riusciti ad essere particolarmente credibili sotto questo profilo.


4° Tappa

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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Vincenzo » 5 gen 2011, 22:00

Menomale che sono "solo" 450, una media di 100km/h...... :shock: e stica.......
Continuano i pastrocchi dell'organizzazione con penalità e contropenalità......eccessi di velocità?......ma fatemi il piacere......è una gara o un giro turistico?......non credo serva chissà che per farli transitare fuori dai centri abitati. La classifica la stanno facendo a tavolino.
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda corry » 5 gen 2011, 22:11

Tomac ha scritto: ... Concordo su tutto riguarda la navigazione, vedrei bene il divieto del GPS.....solo bussola elettronica e roadbook...come ai vecchi tempi dove si viaggiava a 180 Kmh con i "bussoloni" nautici montati sul cokpit :D :D


Ma infatti il GPS ( inteso come navigatore satellitare ) non c'è.

L'IRITRACK ha la funzione di bussola indicando il " cap ".
Solo in caso lo richieda il concorrente, richiedendo aiuto alla Direzione Gara, il sistema si sblocca indicando la strada verso il termine della tappa; naturalmente, si è poi soggetti alle previste penalità.
Inoltre, ha la funzione di indicare se si esce dal corridoio di 2 km ( credo ) rispetto alla traccia teorica; questo per motivi di sicurezza e sono sicuro che siamo tutti d'accordo.

Per quanto riguarda il regolamento dell'ASO, sono contrario alla riduzione a 450 cc SOLO per i team ufficiali.
Che senso ha ??? ... o tutti o nessuno ???
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda klw » 6 gen 2011, 1:07

Io le diavolerie che usano non le conosco e non seguo le competizioni, ma da persona che ha sentito notizie solo nei 30 secondi del telegiornale dico che il fascino della Dakar l'ho sempre associato alla necessità di navigare senza avere una traccia ben definita da seguire, quindi col rischio di arrivare a Città del Capo invece che a Dakar.
L'idea, per esempio, di fermarsi, prendere la cartina, triangolare dei punti per cercare di trovare la giusta rotta la trovavo di una bellezza incomparabile. Forse non è mai stato così, non lo so, così è come l'ho sempre immaginata io.
Correre su piste battute, prove speciali, limiti di velocità, mille waypoint, indicazioni ogni 100 metri (esagero volutamente) fa sembrare il rally più vicino a una gara in pista che a una navigazione in territori non battuti.

Sicurezza? Quando hai il GPS che dice dove sei la sicurezza la ottieni con l'uso degli elicotteri e con una segnalazione al pilota quando si sta discostando di TANTI chilometri dal percorso ideale.

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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Vincenzo » 6 gen 2011, 14:44

Concordo...il "famoso" corridoio non dovebbe starci, i piloti sono rintracciabili in tempo reale percui la sicurezza stà li. Stà poi all'organizzazione in caso di "scostamento" di parecchi km o in caso di segnale fermo per un tot di tempo attivarsi e verificare (tramite elicotteri o via radio) l'eventuale difficoltà del concorrente.
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Vincenzo » 6 gen 2011, 14:48

Despres penalizzato di 10 minuti. La quiete prima della tempesta
Cyril Despres ha ricevuto la sua “punizione”, esemplare. Ha sfilato scorrettamente i segnali della partenza della 4° Speciale ed è stato sanzionato pesantemente, ora è al 9° posto |

Retrocesso al 9° posto della 4° tappa Despres, che era secondo a due secondi da Marc Coma, deve ora recuperare altri dieci minuti e si colloca, nella generale, a metà strada tra lo spagnolo e “Chaleco” Lopez. Uno si sveglia e non si ritrova più nella posizione di classifica che aveva all’ora di andare a dormire. Questa Dakar che si “giudica” di notte non mi va giù.

Quando sono tutti a dormire (per poche ore agitate, magari) il grand jury del Rally si riunisce e riallinea le classifiche sulla base di sanzioni che vengono comminate senza processo. Per lo più son stati gli eccessi di velocità ad agitare le acque. Adesso si comincia ad avere “mano pesante”. Ma di fatto non è così, e vengono usati differenti pesi e misure. Lo ricordiamo, lo scorso anno Coma aveva praticamente buttato la sua corsa per i 20 minuti di penalità ricevuti all’alba della gara, quest’anno forse non lo avrebbero neanche sanzionato (o forse sì, e allora sarebbe stata chiara una certa “parzialità”). Quest’anno vola un minuto qui ed uno là, più avvertimenti che mazzate (lasciando da parte quelli colpiti in modo esagerato, come il nostro Boano). Ma ci sono immancabilmente aree di “giudizio” più difficili, a volte politicamente delicatissime, vere sabbie mobili (non si sa, poi, perché debba essere così. Ci sono o no le regole?). Un atteggiamento apparentemente “ferreo”, può celare “magagne” ben più grosse. Un po’ come vietare di fumare e lasciare “respirare“ le raffinerie alle porte delle città.

Che credete, che fili tutto sempre liscio? Si è già “chiacchierato” molto, in questa Dakar, di Waypoints saltati, di assistenze “selvagge”, portate cioè irregolarmente dai Team, di classifiche che, se sottoposte a giudizio “obiettivo”, rivelerebbero ben altri colpi di scena che una plateale sanzione per eccesso di velocità. Lo scorso anno il “caso” Marcos Patronelli era diventato una barzelletta. Quest’anno sarebbe auspicabile che gli organizzatori riuscissero a gestire con il massimo della puntualità e correttezza un aspetto della questione assai importante, visto che si rispecchia direttamente nella credibilità dell’evento e della sua struttura organizzativa.
La 4° tappa, tanto entusiasmante per l’entrata in Cile ed il suo arrivo in volata, è stata l’ultima occasione per compattare la carovana con una speciale breve e non difficoltosa, prima della giornata di riposo, prevista ad Arica al termine di due tappe, per quasi 900 chilometri di Speciali, che potremmo definire “probanti” della Dakar 2011.

Tra Calama ed Iquique, ex Città peruviana ed uno dei più grandi porti “Duty Free” commerciali del Pacifico, un brevissimo trasferimento, quindi la lunga Speciale di 423 chilometri. Si parte dall’area mineraria di Chuquicamata e si punta verso Nord-Nord Ovest, per attraversare tutto il Cile (meno di 150 km di larghezza), e dai 3.000 metri scendere verso il livello del mare con una “picchiata” finale da capogiro. Terreni di varia natura. Piste rocciose, il “vischioso” Salar di Llamara, e un centinaio di chilometri di fuoripista totale. Le prime vere difficoltà, insomma, anche se l’”inferno” è atteso per i giorni successivi. Occhio alla velocità, al consumo delle gomme ed alla navigazione.


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Re: DAKAR 2011

Messaggioda Vincenzo » 6 gen 2011, 14:53

Finalmente la ASO ha colpito anche Despres....evidentemente non potevano farne a meno..... :twisted:
Resta il fatto che assistere a questi stravolgimenti di classifica non è per niente bello.....che si tratti di uno o altro concorrente.
Stanno veramente stufando con queste assurdità........la prossima "Dakar" come la chiamano loro, meglio se la giochino su Playstation :evil:
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Re: DAKAR 2011

Messaggioda alp650 » 6 gen 2011, 17:08

Vincenzo ha scritto:E' chiaro che la ASO ha toppato ancora una volta, ridurre a 450 la cilindrata non ha portato a niente, alla fine sempre una KTM andrà a vincere la Dakar, le velocità sono elevate ugualmente, l'affidabilità delle moto non conta visto che possono cambiare 3 motori senza penalità e un numero infinito con qualche minuto di penalizzazione, la navigazione è ancora troppo marginale e "tecnologica" per determinare grossi stravolgimenti di classifica.L'unica nota positiva è il maggior numero di case motociclistiche impegnate nella gara.

:s-quoto2: :up:
aprilia scarabeo 50 per le rapine,per fare lo scemo transalp 650

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