da AntonioS » 9 feb 2016, 16:44
Ciao,
Dunque ho qualche informazione in più su un argomento alquanto complesso nel quale non mi sono addentrato più di tanto poiché’ la trattazione ingegneristica della materia trascende le mie conoscenze. Ma qualche informazione utile in più ce l’ho.
Inizio con il dire che il fatto che un motore sia superquadro anche molto spinto, non implica necessariamente un consumo di olio maggiore, ma a causa del probabile maggior regime di rotazione implica uno studio in fase di progettazione più attento (e complesso). Sebbene la velocità del pistone in un motore superquadro (a parità di cilindrata) rispetto ad un motore quadro o sottoquadro sia inferiore (a parita di rpm), avendo in genere un regime di rotazione maggiore comporta una maggiore velocità del pistone. I movimenti del pistone sono essenzialmente tre: uno dall’alto al basso, un movimento traslatorio trasversale rispetto all’asse del cilindro ed una oscillazione rispetto alla spina con cui è fissato alla biella. Anche le fasce del cilindro a loro volta, con le loro inerzie, sono coinvolte in questi movimenti con in aggiunta movimenti che posso avere all’interno delle loro sedi. Tutti queste dinamiche vanno considerate nella progettazione delle fasce e del pistone per garantire valori di forze tangenziali tali da fare tenuta fra pistone e cilindro. Il materiale e le tolleranze rappresentano i principali gradi di liberta nella progettazione delle fasce. Un’altra problematica principale è il “bore distorsion”, vale a dire la deformazione del pistone, dovuta principalmente alle coppie di serraggio e alla termica del motore. Un motore superquadro a causa di una camera di combustione più larga ed in genere ad più elevato numero di giri, tenderà a generare più calore e quindi in linea di principio a distorcere maggiormente il pistone.
E’ bene chiarire che tutti questi aspetti possono essere controllati in fase di progettazione (si basti pensare ai motori della S1000RR o del CBR1000) e opportune soluzione tecniche possono essere usate per minimizzare tutti questi effetti e raggiungere un risultato soddisfacente. I gradi di libertà sono molteplici, dalla scelta dell’architettura, ai materiali, alla forma del pistone e della camera di combustione.
Morale della favola, secondo me.
L’LC8 fu progettato e costruito e l’architettura fu pensata come motore da competizione per il quale il consumo d’olio non era di certo fra le preoccupazioni principali al netto che la moto avesse abbastanza olio da finire la tappa. Una volta “addomesticato per uso stradale” il consumo d’olio fu ritenuto accettabile.
Non so per voi, ma per me interessante.
Ciao,
Antonio